quarta-feira, 2 de janeiro de 2013

Las estrellas más primitivas del Universo eran muy masivas y pobres en metales

 
 

Las estrellas más primitivas del Universo eran muy masivas y pobres en metales

 

Las primeras estrellas que se formaron tras el Big Bang y la "edad oscura" eran muy masivas y tuvieron un gran protagonismo durante la reionización. Nuevas observaciones del Instituto de Astrofísica de Canarias nos acercan a esas estrellas del universo primitivo que se hallan en la galaxia IC 1613, la más cercana a la Tierra.

 

La galaxia enana irregular IC1613. Crédito: G. Pérez y M. García.

La galaxia enana irregular IC1613. Crédito: G. Pérez y M. García.

La principal diferencia entre las primeras estrellas y las que se observan actualmente es que las primeras se formaron solo a partir de hidrógeno y helio, sin metales. Así, esas estrellas masivas, que eran pobres en metales, son fundamentales para comprender las primeras etapas del Universo.

Gracias a observaciones realizadas con el espectrógrafo OSIRIS en el Gran Telescopio de Canarias (GTC), Miriam García y Artemio Herrera, científicos del Instituto de Astrofísica de Canarias (IAC), han duplicado el número de estrellas-O –la fase joven de las estrellas más masivas- conocidas en esta galaxia.

Hasta la fecha solo se conocían seis estrellas-O censadas en la galaxia enana IC1613, y otra estrella estudiada por Herrero y sus colaboradores en el 2012. Ahora se han descubierto ocho nuevas estrellas de tipo-O, lo que aumenta el número de estrellas conocidas en esta galaxia.

Asimismo, los investigadores han establecido la escala de temperaturas para las estrellas masivas en IC1613, en unas condiciones de 'metalicidad' más próximas que nunca a las del Universo primitivo.

Con un 30% menos de metales, la escala de temperatura de IC1613 –la galaxia más cercana a la Tierra, se encuentra a unos 2,3 millones de años-luz de ésta- es unos 1.000 Kelvin (727 ºC) más caliente que la de las estrellas de la Pequeña Nube de Magallanes, la tercera galaxia más próxima a la Vía Láctea.

A partir de este hallazgo, las estrellas de IC1613 constituyen el siguiente paso para estudiar cómo funcionaban las primeras estrellas del Universo. Para los autores, este resultado constituye una herramienta muy potente para estimar el flujo ionizante de poblaciones estelares jóvenes no resueltas, como las que se observan al penetrar cada vez más lejos en el cosmos.

Sobre las estrellas masivas

Las estrellas masivas calientan, ionizan y hacen brillar el medio que las rodea a través de la radiación que emiten, que depende de su temperatura. Cuanto mayor es esta, más capacidad tienen para hacer brillar el gas de su entorno.

"Este gas es el material que observamos cuando nos remontamos a las edades más tempranas del Universo", explican los autores.

En el Universo primitivo, las estrellas estaban formadas por un contenido muy bajo en metales (en astrofísica, todos los elementos distintos del hidrógeno y el helio). Para entenderlo, es necesario estudiar objetos con una composición química similar.

En cuanto a su actividad, estas estrellas eran capaces de generar eventos muy energéticos –como explosiones de supernova y estallidos de rayos-gamma- que afectaban profundamente a su entorno.

Fuente: SINC

Earth Observatory: What's New Week of 01 January 2013


 
The latest from NASA's Earth Observatory (01 January 2013)
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Latest Images:
http://earthobservatory.nasa.gov/IOTD/

* Moon Phases Over the Persian Gulf
 
http://earthobservatory.nasa.gov/IOTD/view.php?id=79834&src=eoa-iotd

* Auroras light up the Antarctic night
 
http://earthobservatory.nasa.gov/IOTD/view.php?id=79750&src=eoa-iotd

* Dallas Metropolitan Area at Night
 
http://earthobservatory.nasa.gov/IOTD/view.php?id=80020&src=eoa-iotd

* Payún Volcanic Field
 
http://earthobservatory.nasa.gov/IOTD/view.php?id=80017&src=eoa-iotd

* Cloud Shadow
 
http://earthobservatory.nasa.gov/IOTD/view.php?id=80039&src=eoa-iotd

* City Lights Illuminate the Nile
 
http://earthobservatory.nasa.gov/IOTD/view.php?id=79807&src=eoa-iotd

* Gas Drilling, North Dakota
 
http://earthobservatory.nasa.gov/IOTD/view.php?id=79810&src=eoa-iotd

* Faraway Rains Change the Channel Country
 
http://earthobservatory.nasa.gov/IOTD/view.php?id=80023&src=eoa-iotd
 
 

Una cascata di meteore e una cometa salutano il nuovo anno


Sirio nel cielo di gennaio (fonte: Marco Meniero, http://www.meniero.it/) 
 Sirio nel cielo di gennaio (fonte: Marco Meniero, http://www.meniero.it/)
 
Anche il cielo usa i suoi fuochi pirotecnici per salutare il nuovo anno: il mese si apre con una cascata di meteore, che culminerà il 3 gennaio, e con il passaggio di una cometa protagonista assoluta in 'prima serata', seguita dagli spettacolari show di Giove e della Luna. A fare il punto sui principali eventi celesti per gli appassionati è l'Unione astrofili italiani (Uai).

A poche ore di distanza dai festeggiamenti del Capodanno, la Terra va a 'trovare' il Sole: alle ore 4 del 2 gennaio raggiungerà infatti il perielio, cioè il punto di minima distanza dal Sole, pari a 147 milioni di chilometri.
Subito dopo comincerò lo spettacolo (un po' in sordina) delle prime stelle cadenti del 2013, le Quadrantidi, figlie dell'asteroide 2003 EH1, nato a sua volta da una cometa che si è sbriciolata secoli fa. ''Quest'anno il maggior numero di Quadrantidi e' atteso per il 3 gennaio, quando purtroppo da noi sara' giorno'', spiegano gli astrofili della Uai. ''Se consideriamo che in genere la frequenza oraria degli eventi si mantiene sopra le 100 meteore per almeno una decina di ore - aggiungono - si vede che sfortunatamente quest'anno non avremo neppure l'occasione di osservare ne' la fase ascendente ne' quella discendente della curva di attività, ma solamente le zone meno dense della corrente meteorica, per giunta con meteore poco luminose''.

Sempre nei primi giorni di gennaio il cielo offre agli occhi dei curiosi la cometa C/2012 K5 Linear, che ''in dicembre ha fatto il salto di qualità tanto auspicato, mostrandosi relativamente luminosa e ben condensata, tanto da poter essere avvistata anche con piccoli binocoli'', prosegue la Uai. ''Ha soprattutto sfoggiato una bella ed evidente codina'', dando così soddisfazione ''anche ai palati piu' fini''. Nei prossimi giorni ''percorrera' ben 60 gradi di cielo, una gran picchiata da Nord verso Sud che la porterà ad attraversare l'Auriga, il Toro (con un breve sconfinamento in Orione) per terminare il mese nell'Eridano''. Nei primi giorni del mese, grazie alla vicinanza alla Terra, ''dovrebbe brillare di una non trascurabile ottava magnitudine, luminosità che scenderà man mano con il suo allontanamento''. Il 3 gennaio la cometa sfiorerà l'ammasso aperto M36, uno dei luminosi ammassi di stelle dell'Auriga: un'occasione da non perdere per appassionati del cielo e astrofotografi in cerca di uno scatto suggestivo. Il 5 gennaio la cometa passera' a circa due gradi e mezzo dal pianeta nano Cerere.

Tra i pianeti del cielo di gennaio, Giove è il piu' generoso. Dopo l'opposizione del mese scorso, continua ad essere ben visibile per gran parte della notte lo si potrà osservare nella costellazione del Toro. Al calare dell'oscurità Giove sarà alto in cielo a Sud-Est e nel corso della prima parte della notte culminerà a Sud.

La Luna avrà invece un mese ricco di appuntamenti: prima dell'alba del 7 gennaio incontrerà Saturno nella costellazione della Bilancia, il giorno 10 al suo sorgere sarà invece seguita da Venere nella costellazione del Sagittario, mentre il 20 gennaio sarà in congiunzione con Giove, al centro di un campo stellare ricco degli astri luminosi e ben noti della costellazione del Toro: la rossa Aldebaran, le Iadi e le Pleiadi.

www.ansa.it

Il 2013 è l’anno delle comete

La cometa Panstarrs, visibile nel marzo 2013 (fonte: Remanzacco Observatory - Guido, Sostero, Howes) 
 La cometa Panstarrs, visibile nel marzo 2013
 (fonte: Remanzacco Observatory - Guido, Sostero, Howes)
 
Il 2013 è l'anno delle comete: ben tre 'visiteranno' i nostri cieli e una, di nome Ison, si annuncia memorabile: sarà brillante come la luna piena e visibile in pieno giorno. Sono previsti inoltre appuntamenti con asteroidi, eclissi di Luna e le immancabili stelle cadenti.

Ad inaugurare la ''passerella'' delle comete è la C/2012 K5 Linear, luminosa e ben visibile già in dicembre con l'aiuto di un piccolo binocolo. Nei primi giorni del mese, grazie alla vicinanza alla Terra, diventera' ancora più brillante.

La cometa Panstarrs sarà invece visibile in primavera. ''In marzo passerà a circa 50 milioni di chilometri dalla Terra'', spiega l'astrofisico Gianluca Masi, curatore scientifico del Planetario di Roma e responsabile del Virtual Telescope.

Ma lo spettacolo che si annuncia memorabile è quello della cometa Ison che, rileva Masi, potrebbe essere la più bella cometa degli ultimi 100 anni se sopravviverà al passaggio ravvicinato al Sole, che potrebbe frantumarla.
Secondo le previsioni la cometa Ison sarà visibile dal prossimo novembre al gennaio 2014 e potrebbe diventare la super-cometa del Natale 2013. ''Potrebbe diventare molto luminosa - spiega Masi - in prossimità del suo massimo avvicinamento al Sole, a fine novembre 2013, quando arriverà a soli 1,5 milioni di chilometri dalla nostra stella''.

In questa fase, prosegue, Ison potrebbe eguagliare la luminosità della Luna, diventando visibile in pieno giorno. In dicembre, in particolare, la cometa diventerà sempre meglio visibile dall'emisfero Nord, poi la sua luminosità inizierà a diminuire gradualmente.

Daranno spettacolo anche due asteroidi: il primo appuntamento è per il 9 gennaio, ''quanto l'asteroide Apophis, che ha un diametro di circa 300 metri, passerà a circa 15 milioni di chilometri dalla Terra. ''Sarà un passaggio molto interessante dal punto di vista scientifico - osserva l'esperto - perché aiuterà gli astronomi a calcolare la distanza con cui questo asteroide passerà nuovamente vicino alla Terra nel 2036''. Un passaggio, quello del 2036, sul quale da anni si concentra l'attenzione degli astronomi perché ritenuto potenzialmente pericoloso.

Apophis tornerà anche nel 2029, ad una distanza di sicurezza di 35.000 chilometri dalla Terra.

Il 15 febbraio passerà vicino alla Terra l'asteroide 2012 DA14, del diametro di circa 50 metri. ''Questo oggetto - rileva Masi - passerà a 35.000 chilometri dalla Terra. Ovviamente non vi sarà alcun pericolo di impatto con il nostro pianeta, ma sarà una occasione ghiotta per astronomi e appassionati perché l'oggetto si vedrà benissimo dall'Italia anche con un piccolo binocolo''.

Attese nel 2013 anche con due eclissi parziali di Luna, la prima il 25 aprile e l'altra, il 19 ottobre, sarà una eclissi di 'penombra'. La Terra proietta nello spazio la sua ombra ed una penombra dovuta all'atmosfera terrestre: ''la Luna - spiega Masi - passerà in questa penombra e si noterà appena un calo di luce del nostro satellite''.

Da non mancare, infine, gli appuntamenti con le stelle cadenti: le Perseidi, il cui picco è previsto l'11 e il 12 agosto, e le Geminidi, il 13 e il 14 dicembre.

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