sexta-feira, 16 de janeiro de 2015

Si avvicina alla Terra un asteroide da record

Si avvicina alla Terra l'asteroide 2004 BL86, dal diametro di 500 metri (fonte: NASA/JPL-Caltech)


Si sta avvicinando alla Terra un asteroide da record: si chiama 2004 BL86 e ha un diametro di 500 metri. Passerà il 26 gennaio, alle 17,49 ora italiana, a 1,2 milioni di chilometri dalla Terra, tre volte la distanza della Luna. Naturalmente è una distanza di tutta sicurezza per il nostro pianeta. E sicuro sarà anche lo spettacolo perché l'oggetto sarà brillante e visibile dall'Italia anche con binocoli e piccoli telescopi.



Cresce l'attesa per l'arrivo di questo asteroide, che sarà il più grande ad avvicinarsi al nostro pianeta fino al 2027, quando passerà l'asteroide 1999 AN10. 

L'avvicinamento ''sarà l'occasione per osservare un oggetto dalla Terra senza la necessità di raggiungerlo con una missione spaziale'' rileva Andrea Milani, docente di Meccanica celeste nell'università di Pisa e responsabile del gruppo di ricerca specializzato nel calcolare le orbite degli asteroidi più vicini alla Terra.
Il suo gruppo lavora in collaborazione con il Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa. ''La Nasa infatti – spiega Milani - ha programmato osservazioni radar con gli osservatori di Goldstone, in California, e Arecibo a Puerto Rico''.

Di quest'oggetto si sa pochissimo, aggiunge, ''le osservazioni potranno determinare: forma, dimensione e fornire indicazioni sulla composizione''. La cosa più interessante, prosegue Milani, sarebbe scoprire che: ''l'asteroide è doppio. Non vi è alcun elemento per sospettarlo ma gli asteroidi doppi sono molti, circa il 10% di quelli noti, e questo significa che vi è la possibilità''. 

''Scoperto il 30 gennaio 2004, è singolare che l'asteroide 2004 BL86 'saluterà' la Terra in un giorno molto vicino a questo anniversario'', sottolinea l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope e coordinatore scientifico del Planetario di Roma.
Secondo Masi l'osservazione ''sarà alla portata anche dei meno esperti''. Nella fase di massimo avvicinamento l'asteroide avrà una magnitudine 9 (la magnitudine limite per l'occhio umano è 6) e sarà osservabile con buoni binocoli e piccoli telescopi, al confine fra le costellazioni dell'Unicorno e dell'Idra.

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Riscritta l'origine degli asteroidi

Riscritta l'origine degli asteroidi: i piu' primitivi sono nati almeno 4 miliardi di anni fa come 'prodotto' dei violenti scontri fra 'embrioni' di pianeti e non sono, come si credeva, i 'mattoni' iniziali del Sistema Solare in via di formazione. Sono i risultati della ricerca pubblicata su Nature dal gruppo coordinato da Brandon Johnson, dell'universita' statunitense di Purdue. I nuovi dati aiutano a ricostruire la storia della formazione dei pianeti.

Testimoni della storia del Sistema Solare
I meteoriti, ossia i 'sassi' cosmici che cadono o sono caduti sul nostro pianeta, sono dei 'testimoni' capaci di raccontare la storia dell'intero Sistema solare sin dalla sua origine. La stragrande maggioranza di questi meteoriti, detti condriti, hanno una particolarita': sono costituiti da piccole e particolari sfere di roccia fusa chiamate 'condrule' la cui origine non e' mai stata ben compresa. 

"Capirne l'origine - ha spiegato Jay Melosh, uno degli autori dello studio - e' come spiare nel buco di una serratura: non riesci a vedere tutto quello che c'e' nella stanza ma puoi avere un'immagine nitida di una sua parte. In questo caso, un fotogramma delle primissime fasi del sistema solare".


La nuova teoria
Secondo molti ricercatori, i meteoriti sarebbero dei frammenti ancora intatti dei pianeti nelle loro primissime fasi di formazione. Analizzando pero' le particolari sfere che ne costituiscono la struttura e creando dei modelli al computer sulla loro possibile origine, i ricercatori americani suggeriscono ora che i meteoriti di questo tipo sarebbero invece stati formati dall'enorme calore degli impatti tra i pianeti in formazione. 

Quindi i meteoriti di questo tipo non sarebbero frammenti degli embrioni dei pianeti bensi' sono materiali creatisi dagli scontri tra pianeti. Una sorta di 'sottoprodotto elaborato' ben diverso da quanto ritenuto finora e che trasformerebbe quanto sappiamo sulle prime fasi del sistema solare, come la dinamica che ha portato alla creazione di pianeti, comete e asteroidi.


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Il Sistema Solare potrebbe avere due pianeti in più

Il Sistema Solare potrebbe avere due pianeti in più, oltre l'orbita di Nattuno (fonte: NASA/JPL-Caltech)




Potrebbero esserci due pianeti nascosti oltre Nettuno. Il che significa che il Sistema Solare potrebbe essere un po' più grande del previsto. E' un'ipotesi che fa discutere gli astronomi da anni, ma che ora sembra essere confermata da una nuova simulazione al computer, realizzata in collaborazione fra l'università Complutense di Madrid e quella britannica di Cambridge. Il risultato è pubblicato sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society Letters.

Se confermata, l'ipotesi potrebbe rivoluzionare i modelli finora usati del nostro Sistema solare. Secondo i calcoli dei ricercatori, ci sarebbero non uno, ma ben due pianeti in più che potrebbero spiegare il comportamento delle orbite degli oggetti celesti oltre Nettuno. La teoria finora accettata sostiene che le orbite dei corpi celesti che si muovono oltre Nettuno dovrebbero essere distribuite casualmente e avere determinate caratteristiche di inclinazione dell'asse di rotazione.

Ma ciò che si è osservato in una dozzina di questi corpi è piuttosto diverso. ''Questo eccesso di oggetti con parametri orbitali inaspettati ci fa ritenere che alcune forze invisibili alterino la distribuzione di questi elementi orbitali - spiega Carlos de la Fuente Marcos, coautore dello studio - e la spiegazione più probabile che è che vi siano due pianeti sconosciuti oltre Nettuno e Plutone''.


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