quinta-feira, 24 de dezembro de 2015

Prima foto dell'asteroide di Natale

Rappresentazione artistica del passaggio di un asteroide vicino alla TerraRappresentazione artistica del passaggio di un asteroide vicino alla Terra
Prima foto dell'asteroide di Natale. Si chiama 2003 SD220 e il 24 dicembre passerà a 11 milioni di chilometri dalla Terra. L'hanno immortalato i tecnici del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa ed è una vecchia conoscenza della Terra: tre anni fa aveva salutato il nostro pianeta dalla distanza di 28 milioni di chilometri e nel 2018 si avvicinerà ancora di più, a 2,7 milioni di chilometri. Oltre all'asteroide ci sarà anche la luna piena a rendere astronomicamente unico questo Natale. Non accadeva dal 1977 di avere la luna piena nel cielo di Natale: un evento raro che accadrà di nuovo solo nel 2034. E' una lunga attesa, quindi, sottolinea la Nasa, non perdete l'occasione di guardare il cielo la notte di Natale.

Il passaggio avverrà in tutta sicurezza, sottolinea Paul Chodas, direttore del Centro per lo studio degli oggetti vicini alla Terra (Neo) della Nasa. ''E' vero che sarà l'oggetto che più si avvicinerà alla Terra, oltre a Babbo Natale e alle sue renne” dice scherzando. Ma il passaggio, rassicura Chodas, “avverrà in tutta sicurezza a circa 28 volte la distanza tra la Terra e la Luna''.

L'asteroide è stato fotografato con l'antenna del Deep Space Network di Goldstone, in California, tra il 17 dicembre e il 22 dicembre, quando era a circa 12 milioni di chilometri dalla Terra. ''Le immagini radar mostrano che l'asteroide ha una forma allungata e la sua lunghezza è di circa 1.100 metri'', spiega Lance Benner di Jpl. ''I dati acquisiti durante il passaggio - aggiunge - ci aiuteranno a programmare altre osservazioni radar durante il suo prossimo avvicinamento nel 2018''. Poi bisognerà aspettare il 2070, quando l'asteroide passerà a circa 2,7 milioni di chilometri dal nostro pianeta. 

Per chi guarderà il cielo questa notte, sottolinea John Keller, del Goddard Space Flight Center della Nasa, osservando la luna ''vale la pena ricordare che è molto più di un vicino di casa celeste''. La storia geologica della Luna e della Terra, aggiunge ''sono intimamente legate, al punto tale che la Terra sarebbe un pianeta completamente diverso senza la Luna''.

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Il segreto delle eruzioni solari

Eruzione solare (fonte: NASA)Eruzione solare (fonte: NASA)
Diventa possibile capire se un'eruzione solare, uno degli eventi più temuti dell'astrofisica perchè potenzialmente pericoloso per la Terra e le missioni spaziali, avrà luogo veramente creando possibili problemi o se finirà invece in un semplice 'falso allarme'. Il metodo che lo permette, pubblicato sulla rivista Nature, è stato scoperto dal Laboratorio di fisica del plasma di Princeton, del Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti. 

Le eruzioni solari, massicce esplosioni che scagliano nello spazio sciami di particelle, possono essere molto pericolose per gli astronauti impegnati nelle missioni spaziali e dannose per la Terra, perchè possono provocare tempeste geomagnetiche di diversa intensità, le più potenti delle quali possono daneggiare i satelliti per le telecomunicazioni e reti elettriche.

Per questo è importante sapere quando è in arrivo un'eruzione e quando quella che sembra l'inizio di un'esplosione è in realtà un falso allarme. I ricercatori american, coordinati da Clayton Myers, hanno identificato un meccanismo che permette di capire la portata delle eruzioni prima che 'lascino' il Sole, distinguendo tra l'inizio di esplosioni e accumuli che non portano a niente. 

Le eruzioni violente hanno origine da un improvviso rilascio di energia magnetica immagazzinato nello srati più esterno dell'atmosfera del Sole, la corona solare. Il rilascio di energia avviene in corrispondenza delle strutture chiamate corde di flusso magnetico, che si sviluppano sulla superficie del Sole in modo irregolare e che sono molto instabili: possono esplodere o collassare.

Gli esperimenti condotti a Pinceton hanno permesso di scoprire che i collassi avvengono quando il campo magnetico è forte abbastanza da evitare che la corda si attorcigli e destabilizzi, generando un'eruzione.

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