Telescopio Kepler
La Nasa sta per lanciare un telescopio che deve trovare nuovi pianeti
di LUIGI BIGNAMI
E' iniziata la caccia al pianeta gemello della Terra. Sta infatti per raggiungere la rampa di lancio, in Florida, il telescopio della Nasa Kepler. Verrà mandato in orbita il 5 marzo, e allora, salvo imprevisti, prenderà il via una delle missioni più affascinanti della storia dell'astronautica: la ricerca di pianeti simili al nostro che orbitano intorno ad altre stelle. In realtà, gli astronomi ne hanno già individuati 340, ma nessuno di essi ha caratteristiche simili alla Terra e soprattutto su nessuno di essi vi può essere la vita così come noi la conosciamo. Sono troppo grandi (il più piccolo è stato trovato dal telescopio spaziale Corot e ha una dimensione di circa due volte la Terra, ma la sua temperatura superficiale è di oltre 1.000°C), oppure sono gassosi o troppo vicini o troppo lontani dalla loro stella per permettere di avere condizioni ideali alla vita. "Kepler invece, si propone di scovare tra le stelle della nostra galassia pianeti rocciosi che orbitano intorno a stelle simili al nostro Sole in un'area ritenuta abitabile. Gli astronomi definiscono "abitabile" una fascia di spazio intorno ad una stella dove la temperatura sia tale da permette all'acqua di scorrere liquida, in quanto quest'ultima è ritenuta indispensabile per originare e mantenere la vita", spiega Jon Morse, direttore della divisione di astrofisica della Nasa. La Terra si trova proprio all'interno della fascia di abitabilità del nostro sistema solare. Il telescopio Kepler getterà il suo occhio tra le stelle per circa 4 anni, scandagliandone grosso modo 100.000, nella regione della Via Lattea nota come Cigno-Lira. Il telescopio infatti, deve puntare il proprio occhio in una regione che sia opposta a quella in cui si trova il Sole, altrimenti rischierebbe di rovinarsi e la regione scelta, che possiede tali caratteristiche, sembra avere anche una concentrazione di stelle simili alle nostre molto elevata. Si ipotizza che a varie distanze dalle proprie stelle-madri siano centinaia i pianeti con dimensioni terrestri. Da uno studio statistico realizzato dalla Nasa risulta che se pianeti di tipo terrestre fossero abbondanti in fasce abitabili, Kepler ne scoprirebbe a dozzine.
Al termine della sua missione potrebbe dare una risposta significativa alla domanda che già si posero gli antichi greci: "Ci sono altri mondi abitabili o il nostro è un'eccezione?". Ma come farà a scoprire tali pianeti? Kepler è stato costruito appositamente per rilevare la periodica diminuzione di luce di un astro che un pianeta extrasolare - che si trova tra la Terra e la sua stella - produce quando gli passa di fronte. La sensibilità delle sue ottiche è tale che il telescopio è in grado di misurare variazioni di luminosità di 20 parti su un milione. Per ottenere una simile risoluzione gli ingegneri della Nasa hanno costruito la più potente macchina fotografica mai lanciata nello spazio: ha una capacità di 95 megapixel (si pensi che le macchine fotografiche professionali non superano i 15 megapixel). "Se Kepler dovesse guardare alla Terra di notte sarebbe in grado di rilevare la diminuzione di luce che una persona produce passando davanti ad una veranda illuminata", dice James Fanson, responsabile del Progetto Kepler. Erano anni che gli astronomi aspettavano il lancio di questa missione perché dalla terra è impossibile, al momento, poter sperare di osservare la diminuzione di luce prodotta da pianeti terrestri quando passano di fronte ad una stella. Kepler invece, potrà farci sognare scoprendo pianeti gemelli della Terra.
La Repubblica
(21 febbraio 2009)
(21 febbraio 2009)
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