Unicorno, l'immagine dell'Eso
Vista, il più grande telescopio del mondo, invia immagini delle esplosioni di gas di un «vivaio» di stelle
MILANO - Le immagini spettacolari di ciuffi di gas che esplodono in un vivaio di stelle a 2.700 anni luce dalla Terra sono state inviate a Terra dal più grande telescopio del mondo, Vista, dell'Osservatorio europeo meridionale (Eso), che si trova nel Nord del Cile. Il vivaio di stelle giace nascosto nella costellazione dell’Unicorno, in una massiccia nube oscura ricca di molecole. Si trova vicina alla più conosciuta nebulosa di Orione, ma la distanza è quasi il doppio di quella dalla Terra, appunto, circa 2700 anni-luce.
NASCOSTE DALLE STELLE - Massicce stelle calde creano un insieme di nebulose a riflessione dove la luce bluastra delle stelle è dispersa da alcune regioni dell’oscura, nebbiosa superficie della nube molecolare. Le stelle più giovani hanno meno di 10 milioni di anni. Senza gli strumenti all'infrarosso sarebbe stato impossibile osservare la maggior parte delle stelle massicce neonate perché oscurate dalla spessa polvere interstellare che assorbe completamente la loro luce ultravioletta e visibile.
MOLECOLE D'IDROGENO - Il telescopio Vista (Visible and Infrared Survey Telescope of Astronomy) è riuscito ad osservare una porzione di cielo che equivale a circa 80 anni luce. Oltre ad essere una culla di stelle, questa regione di cielo è anche una vera e propria fucina di molecole organiche: è in regioni come queste che si formano idrogeno, monossido di carbonio e ammoniaca, fortemente visibili nel vicino infrarosso. Le strutture che nell'immagine sono rosa e rosse sono prodotte dall'emissione dell'idrogeno molecolare che fuoriesce dalle giovani stelle in formazione.
IL TELESCOPIO A INFRAROSSI DELL'ESO - Nell'immagine a infrarossi ottenuta con il Visible and Infrared Survey Telescope of Astronomy (VISTA) dell’Osservatorio dell’ESO del Paranal, nel nord del Cile, il velo oscuro di polvere cosmica è superato per svelare in dettaglio pieghe, anelli e filamenti nei quali la materia interstellare viene modellata dalla radiazione e dai venti emessi dalle giovani stelle calde. La nuova immagine è ottenuta da diverse esposizioni prese in tre differenti porzioni dello spettro del vicino infrarosso. In nubi molecolari, come R2 Monoceros, le temperature basse e la densità relativamente alta fanno sì che molte molecole come idrogeno, monossido di carbonio e ammoniaca, fortemente visibili nel vicino infrarosso, vengano a formarsi. Le molte strutture di colore rosa e rosso che appaiono nell’immagine presa da VISTA sono prodotte dall’emissione dell’idrogeno molecolare che fuoriesce dalle giovani stelle in formazione.
VIAGGIO NELLA NEBULOSA - R2 Monoceros ha un nucleo denso, che misura per ampiezza non più di due anni-luce, un vero e proprio calderone di giovani stelle molto massicce, così come un insieme di sorgenti intense di raggi infrarossi, che in genere sono stelle massicce appena nate, ancora circondate dai dischi di polvere dalle quali hanno origine. Questa regione si trova al centro dell'immagine, dove è visibile una maggiore concentrazione di stelle e dove le caratteristiche strutture rossastre prominenti indicano emissioni di idrogeno molecolare. La struttura biancastra a forma di fagiolo che si trova sotto il centro dell’immagine è NGC 2170, la nebulosa a riflessione più brillante in questa regione.
ISOLE DI COLORE - Nella luce visibile, le nebulose appaiono come brillanti isole di un colore blu tenue in un oceano scuro mentre, nell’infrarosso, si rivelano al loro interno frenetiche fabbriche, dove centinaia di stelle massicce stanno venendo alla luce. NGC 2170 è appena visibile con un piccolo telescopio e fu scoperta da William Herschel dall'Inghilterra nel 1784. Le stelle si formano durante un processo che dura in genere alcuni milioni di anni e che si svolge all'interno di grandi nuvole di gas e polveri interstellari, con dimensioni di centinaia di anni-luce. Poiché la polvere interstellare è opaca alla luce visibile, le osservazioni nell’infrarosso e nelle onde radio sono determinanti per la comprensione delle prime fasi dell'evoluzione stellare.
300 GIGABITY OGNI NOTTE - Mappando sistematicamente il cielo dell’emisfero meridionale, VISTA raccoglie circa 300 gigabyte di dati per notte, fornendo una grande quantità di informazioni su quelle regioni che saranno studiate più in dettaglio dai telescopi che si trovano in territorio cileno: il Very Large Telescope (VLT), dall'Atacama Large Millimeter / submillimeter Array (ALMA ). E, in futuro, dall’European Extremely Large Telescope (E-ELT).
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