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di Enrica Battifoglia, Roma - Il più celebre dei telescopi spaziali, Hubble, diventa un archeologo del cosmo: non soltanto ha visto la galassia più antica e distante mai osservata, che risale all'epoca in cui l'universo aveva 500 milioni di anni, ma ha scoperto che in questo stesso periodo è avvenuto un vero e proprio baby boom stellare, nel quale nuove stelle si formavano con un ritmo rapidissimo. La scoperta, pubblicata su Nature, è stata annunciata questa sera dalla Nasa, che gestisce il telescopio in collaborazione con l'Agenzia Spaziale Europea (Esa). "Stiamo vivendo un momento affascinante. Soltanto due anni fa gli astronauti hanno installato sul telescopio spaziale Hubble il nuovo strumento che ci ha permesso di vedere immagini straordinarie di galassie nate quando l'universo era giovanissimo", ha detto nella conferenza trasmessa questa sera dalla Nasa il coordinatore della ricerca, Rychard Bouwens, del dipartimento di Astronomia dell'Università della California a Santa Cruz.
Hanno collaborato anche tre italiani che da tempo lavorano in centri di ricerca esteri: Michele Trenti, dell'Università del Colorado, Marcella Carollo, dell'Istituto di Astronomia del Politecnico di Zurigo, e Massimo Stiavelli, dello Space Telescope Science Institute di Baltimora. "Non solo abbiamo visto questi oggetti, ma abbiamo analizzato i dati molto attentamente - ha detto Bouwens - e sono dati meravigliosi". Stati raccolti negli ultimi due anni grazie al nuovo strumento del telescopio Hubble, la Wide Field Camera 3 installata nel quinto e ultimo grande intervento di manutenzione, nel maggio 2009.
La nuovo fotocamera è specializzata nel catturare immagini nel vicino infrarosso e ha reso Hubble 30 volte più preciso nella capacità di osservare la debole luce che viene dalle stelle e dalle galassie più lontane. I risultati non si sono fatti attendere: Hubble ha inviato a Terra la sua prima foto d'epoca dell'universo nel dicembre 2009, con le galassie formate 600 milioni di anni dopo il Big Bang. Adesso è stato fatto un passo in avanti da gigante e Hubble ha spinto il suo "occhio" 100 milioni di anni più lontano e più indietro nel tempo. "In soli due anni abbiamo raccolto dati straordinari", hanno osservato i ricercatori, e "i nuovi dati dimostrano quanto sia stata rapida la crescita delle galassie in luminosità, densità e volume", hanno rilevato i ricercatori.
"Adesso potremo spingere ancora oltre l'utilizzo di Hubble in cerca di nuovi dati: siamo convinti di essere soltanto all'inizio di un periodo eccitante e pieno di cambiamenti", ha detto Bouwens. Mentre Hubble continuerà a fornire immagini e dati straordinari, i ricercatori stanno guardando "emozionati" a quanto potrà fare il successore di Hubble, il telescopio spaziale James Webb che la Nasa e l'Esa prevedono di lanciare nel 2014. Grazie al suo grande specchio da 6,5 metri (contro i 2,4 metri dello specchio di Hubble), il telescopio James Webb è stato progettato per osservare l'universo all'inizio della sua formazione.
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