Le ''strane coppie'' cosmiche, nelle quali giovani stelle sono accompagnate da una stella di neutroni o da un buco nero, potrebbero essere meno rare di quanto si immagini. Lo dimostra uno studio pubblicato su Science e basato sui dati forniti dal telecopio spaziale Fermi della Nasa, una missione alla quale l'Italia partecipa con Agenzia spaziale Italiana (Asi), Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).
L'occhio del satellite che ha rivelato questo aspetto inedito dell'universo si chiama Lat (Large Area Telescope) e parla italiano. Grazie ad esso si e' scoperto che molte sorgenti di raggi gamma nel cosmo potrebbero anche essere sistemi binari di stelle di neutroni e buchi neri, anche se non emettono raggi X. Finora, infatti, sistemi binari di questo tipo erano stati individuati dalla doppia emissione di raggi gamma e X. Nella ricerca l'Italia ha svolto un ruolo di primo piano con lo Science Data Center dell'Asi a Frascati (Roma), le sezioni dell'Inaf di Milano e Bologna, le sezioni dell'Infn presso le universita' di Perugia, Pisa, Trieste, Padova e Tor Vergata, lo Iuss di Pavia, il Politecnico di Bari, Consorzio Interuniversitario di Fisica Spaziale di Torino.
I ricercatori hanno individuato un sistema binario che emette raggi gamma, chiamato 1FGL J1018.6-5856 e mai riconosciuto finora come fonte di raggi X. Solo successive analisi hanno permesso di identificare emissioni di raggi X provenienti da questa sorgente di raggi gamma.
Secondo gli esperti la stella della coppia e' una giovane stella di classe O, estremamente calda e luminosa. ''E' il terzo sistema di questo tipo che conosciamo'', ha osservato Patrizia Caraveo, responsabile per l'Inaf dello sfruttamento scientifico dei dati di Fermi. E la sua scoperta, ha sottolineato, e' una prova dei passi da gigante fatti dall'astrofisica negli ultimi anni: ''basti pensare che la prima volta che abbiamo osservato un sistema binario di questo tipo, alla fine degli anni '70, abbiamo impiagato circa 30 anni per comprendere la sua natura. Adesso e' stato sufficiente un anno per identificare la natura della sorgente 1FGL J1018.6-5856''.
Considerando l'insieme delle sorgenti di raggi gamma finora note, ha detto ancora Caraveo, ''la parte piu' cospicua spetta ai nuclei galattici attivi,
che rappresentano oltre la meta' delle 1.800 sorgenti rivelate nei dati della missione Fermi''. Subito dopo, ''anche se con grande distacco numerico, troviamo le pulsar, che hanno recentemente raggiunto quota 100. Fanalino di coda dal punto di vista numerico sono le sorgenti gamma associate a sistemi binari: queste si contano sulla punta delle dita di una mano, ma sono tutte molto interessanti''.
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