La zona turbolenta del Sole
compresa fra la superficie della stella e la sua atmosfera fotografta
dalla sonda Iris della Nasa (fonte: NASA/LMSAL/IRIS)
Il Sole è ancora
più irrequieto di quanto si credesse: turbolenze di un’intensità mai
vista finora sono state osservate per la prima volta nella zona compresa
fra la superficie della stella e la sua atmosfera. A catturarne le
immagini è stata la sonda Iris (Interface Region Imaging Spectrograph)
della Nasa.
Lanciata il 27 giugno 2013, Iris ha il compito di osservare una zona del Sole impossibile da studiare nel dettaglio dai telescopi a Terra: quella compresa tra la superficie e la parte più esterna dell'atmosfera solare, chiamata corona. La sonda non ha deluso i ricercatori e nei primi sei mesi della missione ha inviato a Terra le immagini dettagliate e spettacolari. "La qualità delle immagini che stiamo ricevendo da Iris è incredibile'', ha detto il responsabile della missione, Alan Title, dell'azienda californiana Lockheed Martin.
La sonda Iris sta inviando a Terra ''immagini senza precedenti di eventi violentissimi, nei quali i gas sono accelerati a velocità incredibili e raggiungono rapidamente temperature di centinaia di migliaia di gradi'', ha detto il responsabile scientifico della missione, Bart De Pontieu. ''Queste osservazioni - ha aggiunto - rappresentano una sfida alle attuali teorie sul comportamento del Sole''.
Lanciata il 27 giugno 2013, Iris ha il compito di osservare una zona del Sole impossibile da studiare nel dettaglio dai telescopi a Terra: quella compresa tra la superficie e la parte più esterna dell'atmosfera solare, chiamata corona. La sonda non ha deluso i ricercatori e nei primi sei mesi della missione ha inviato a Terra le immagini dettagliate e spettacolari. "La qualità delle immagini che stiamo ricevendo da Iris è incredibile'', ha detto il responsabile della missione, Alan Title, dell'azienda californiana Lockheed Martin.
La sonda Iris sta inviando a Terra ''immagini senza precedenti di eventi violentissimi, nei quali i gas sono accelerati a velocità incredibili e raggiungono rapidamente temperature di centinaia di migliaia di gradi'', ha detto il responsabile scientifico della missione, Bart De Pontieu. ''Queste osservazioni - ha aggiunto - rappresentano una sfida alle attuali teorie sul comportamento del Sole''.
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