E' nelle grandi quantità di gas espulse dai buchi neri la chiave per capire l'evoluzione delle galassie e per riuscire a prevedere quale sarà il futuro della Via Lattea. Alla ricerca, coordinata dall'università britannica di Sheffield e pubblicata sulla rivista Nature, ha collaborato l'italiana Raffaella Morganti, del Kapteyn Institute dell'università olandese di Groningen.
I giganteschi buchi neri che si trovano al centro di alcune galassie scagliano verso l'esterno massicci getti di idrogeno molecolare, espellendo in questo modo dalle galassie molti dei gas freddi necessari alla formazione di nuove stelle e influenzandone l'evoluzione. Era noto che u getti di gas giocano un ruolo essenziale nell'evoluzione delle galassie, ma finora non era affatto chiaro come venissero accelerati.
A trovare la risposta è stato il gruppo di ricerca coordinato da Clive Tadhunter, grazie alle osservazioni compiute con il Vlt (Very Large Telescope) dell'Eso (European Southern Observatory) in Cile. Osservando la galassia IC5063, i ricercatori hanno scoperto che questi flussi di gas vengono espulsi da superbuchi neri e accelerati da getti di elettroni, la cui forza imprime alle molecole la straordinaria velocità di un milione di chilometri orari.
Un risultato che fa comprendere meglio anche il possibile destino della nostra galassia, la Via Lattea, che entrerà in collisione con la sua 'vicina di casa', Andromeda, tra circa 5 miliardi di anni. Dallo scontro le fuoriuscite di gas spinte fuori dai superbuchi neri espelleranno il gas fuori dal sistema, in modo simile a quanto osservato ora nella galassia IC 5063, evitando la formazione di nuove stelle e la crescita di galassia neonate.
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