terça-feira, 15 de julho de 2014

Un 'lampo' rivela i segreti delle prime stelle

Giunto a Terra dopo viaggio di 4 mld anni, osservato da italiani

Rappresentazione artistica del lampo gamma GRB 130925A (fonte: NASA/Swift/A. Simonnet, Sonoma State Univ.)


Una delle esplosioni più potenti dell'universo 'fa luce' sui segreti delle prime stelle e conferma quanto gli astrofisici prevedevano da tempo, ossia che erano prive di metalli. Ad analizzarla, sulla rivista The Astrophysical Journal Letters, è il gruppo di ricerca coordinato dall'italiano Luigi Piro, dell'Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziale dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf-Iaps).

L'esplosione è avvenuta in una galassia lontanissima ed ha prodotto un lampo di raggi gamma che ha impiegato quattro miliardi di anni per raggiungere la Terra e dalla durata eccezionalmente lunga. Indicato con la sigla GRB130925A, il lampo è durato circa sei ore, anziché qualche decina di secondi come i lampi finora osservati, permettendo così agli astronomi di studiarne le proprietà. "Analizzando questo lampo gamma abbiamo avuto la conferma che le prime stelle che si sono formate dopo il Big Bang non avevano metalli'', osserva Piro. "La scoperta - aggiunge - ci fornisce indicazioni su come andare a cercare le stelle nate subito dopo il Big Bang".

A scatenare il lampo è stata l'esplosione di una stella, una supergigante blu, di grandissima massa e con una composizione simile a quella che dovevano avere i primi astri che si sono accesi poco dopo la nascita dell'universo avvenuta oltre 13 miliardi di anni fa.

 Il fenomeno è stato osservato da terra con l'Australia Telescope Compact Array del Consiglio nazionale delle ricerche australiano (Csiro), e dallo spazio, con i satelliti Xmm dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Swift della Nasa, al quale ha collaborato anche l'Italia. "Mettere insieme queste osservazioni è stato determinante per avere una visione completa di questo evento", ha detto Eleonora Troja, del Goddard Space Flight Center della Nasa e coautrice dell'articolo.


www.ansa.it

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