Ottenuta la misura più precisa della sistanza delle Pleiadi (fonte: NASA, ESA, AURA/Caltech, Palomar Observatory)
Sono 443 gli anni luce che separano la Terra dall'ammasso di stelle più vicino, quello delle Pleiadi. A misurarlo con una precisione senza precedenti è stata una rete mondiale di radiotelescopi, coordinata da Carl Melis, dell'università della California a San Diego, che ha usato degli speciali 'fari' cosmici (i quasar) come punti di riferimento.
Il risultato, pubblicato sulla rivista Science, corregge le misure effettuate da Hipparcos, il satellite lanciato nel 1989 dall'Agenzia spaziale europea (Esa): con i suoi strumenti aveva stabilito che le Pleiadi distassero 390 anni luce. Questa misura, ritenuta da principio la più precisa in assoluto, era poi stata messa in dubbio, dando vita ad un lungo dibattito a cui solo oggi viene posta la parola 'fine'.
La misura esatta della distanza delle Pleiadi ha un'importanza cruciale per gli astrofisici. Questo ammasso, formato da centinaia di giovani stelle, è infatti sempre stato considerato un vero e proprio 'laboratorio cosmico' in cui studiare e testare i modelli elaborati sulla nascita e l'evoluzione delle stelle. Sapere se dista 390 o 443 anni luce dalla Terra cambia moltissimo nella comprensione dei fenomeni stellari: basti pensare che molti astrofisici avevano dovuto rivedere le proprie ricerche alla luce delle misure di Hipparcos. I conti spesso non tornavano, e alcuni erano arrivati persino a ipotizzare che nelle stelle più giovani valessero regole di una fisica nuova e ancora sconosciuta.
Gli esperti si interrogano ora sull'origine dell'errore di Hipparcos, dato che una tecnologia molto simile alla sua verrà usata anche dalla missione Gaia, lanciata dall'Esa lo scorso dicembre per mappare la Via Lattea misurando la distanza di quasi un miliardo di stelle. La rete di radiotelescopi potrà essere d'aiuto nel verificare la bontà dei dati raccolti dal satellite.
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