Rosetta cattura la coda della cometa 67P/Churuymov-Gerasimenko: sono 4 grani raccolti dallo strumento italiano Giada (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator), sotto la responsabilità scientifica di Alessandra Rotundi dell'Università Parthenope. I grani sono di dimensioni variabili tra pochi micron fino a decimi di millimetro.
La raccolta servirà per comprendere la composizione della cometa e 'l'ambiente' che incontrerà il lander che si poserà per trivellarne la superficie.
"Abbiamo 'toccato' la coda della cometa" ha spiegato la ricercatrice italiana responsabile scientifico dello strumento Giada realizzato sotto la responsabilità scientifica dell'Università di Napoli "Parthenope" e dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) - Osservatorio Astronomico di Capodimonte, dalla Finmeccanica Selex-ES di Firenze, e in collaborazione con l'Instituto de Astrofisica de Andalucia.
I grani raccolti dalla coda della 67P/Churuymov-Gerasimenko sono al momento solamente 4 ma Giada ne raccoglierà ancora nei prossimi mesi. Il primo di questi è stato intercettato quando Rosetta si trovava ancora a 800 chilometri di distanza mentre gli ultimi da una distanza di appena 179 chilometri.
"Giada è costituito - ha spiegato Rotundi - essenzialmente da una 'lamina di luce' laser all'ingresso dello strumento dove vengono intercettate le polveri, e una 'piastra sensibile' posta al di sotto sui cui vanno a collidere. La lamina di luce oltre al passaggio dei grani ne misura le proprietà ottiche, la 'piastra' ne misura invece le proprietà dinamiche. I dati incrociati dei due sistemi forniscono massa e velocità di ogni singolo grano. I dati di Giada, ricevuti ed elaborati quotidianamente presso l'Inaf-Iaps, uniti ai risultati degli altri strumenti di Rosetta, ci racconteranno molto sulla storia evolutiva delle comete".
La raccolta dei dati è solamente agli inizi ma da queste informazioni sarà possibile capire le condizioni, e il tipo di 'terreno', che dovrà affrontare il lander che a novembre dovrà scendere sulla cometa. Le analisi di Giada serviranno anche nella fase successiva al 'landing', quando la sonda Rosetta seguendo la cometa nel suo percorso di avvicinamento al Sole riprenderà tutte le fasi che porteranno 'all'accensione' della cometa, ossia al suo trasformarsi da 'sasso' di ghiaccio in spettacolare cometa 'con la coda'.
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