Quando il Sole inizierà a invecchiare e ingigantirsi, fra qualche miliardo di anni, Mercurio e Venere verranno 'divorati' dalla nostra stella, la Terra diventerà il pianeta più vicino al Sole e sarà un mondo aridissimo, mentre la vita potrebbe svilupparsi più in là, nelle lune di Giove, Saturno e Nettuno. E' l'ipotesi presentata dalla ricerca pubblicata sull'Astrophysical Journal, secondo la quale le stelle più anziane tendono a 'spostare' progressivamente la cosiddetta zona abitabile, quella in cui è possibile trovare acqua allo stato liquido e, con essa, forme di vita.
Condotta dal gruppo di Ramses M. Ramirez e Lisa Kaltenegger, del Carl Sagan Institute, la ricerca si è concentrata sui pianeti più anziani finora individuati dal telescopio spaziale Kepler, della Nasa. Hanno circa 11 miliardi di anni e quando la loro stella ha cominciato a invecchiare e a ingigantisci, i pianeti che un tempo erano ghiacciati si sono 'riscaldati, diventando probabilmente ospitali per la vita come la Terra.
I ricercatori invitano quindi a cercare la vita sui pianeti che circondano le stelle di tutte le età, non solo le più giovani e simili al nostro Sole. Ramirez rileva quindi che ''quando una stella invecchia e diventa più calda, la zona abitabile si sposta verso l'esterno" e che i corpi celesti che al momento si trovano nelle regioni più esterne del nostro sistema planetario sono coperti di ghiaccio.
E' il caso di due mondi sotto la cui superficie potrebbe esserci un ambiente favorevole alla vita, come Europa, una delle lune di Giove, ed Encelado, una delle lune di Saturno. Per questo, concludono i ricercatori, anche quando il Sole diventerà gigantesco, nel nostro sistema planetario ''ci saranno ancora regioni in cui la vita potrà prosperare''.
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