Ascoltare la 'voce' delle stelle cadenti è possibile: un modello teorico dimostra per la prima volta che meteore e aurore polari possono produrre un suono udibile. Descritto sulla rivista Geophysical Research Letters, il modello è stato messo a punto dai fisici dell'atmosfera Colin Price, dell'università israeliana di Tel Aviv, e Michael Kelley, dell'università americana Cornell.
Nel corso dei secoli si sono raccolte più volte testimonianze di persone che, in occasioni di piogge di meteore o aurore polari avrebbero sentito suoni, descritti spesso come lontani applausi, ma nessuno aveva mai considerato queste voci attendibili.
Il modello appena pubblicato indica invece che nell'impatto con gli strati più alti dell'atmosfera le stelle cadenti produrrebbero onde radio capaci di far vibrare alcuni oggetti, producendo dei suoni. Di per sé le onde non producono alcun suono ma, secondo i ricercatori, potrebbero far vibrare oggetti come vetri e palizzate, i cui movimenti possono generare suoni udibili. Il fenomeno è noto come elettrofonia e viene sfruttato nelle normali radio per trasformare le onde elettromagnetiche in onde sonore udibili dal nostro orecchio.
La spiegazione del fenomeno non è nuova, ma il modello appena pubblicato spiegherebbe in modo accurato cosa succedere durante le piogge di meteore. A produrre le onde radio sarebbero le particelle in arrivo nell'atmosfera, che renderebbero elettricamente carica l'aria ionizzandola e dividendo le molecole in ioni positivi più pesanti e ioni negativi (elettroni) più leggeri. Questa separazione di ioni produrrebbe campi elettrici che generano onde radio capaci di raggiungere il terreno e far 'vibrare' gli oggetti.
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