Nella fase finale
dell'occultazione emergono dal disco lunare, a partire da sinistra:
Callisto, Ganimede, Giove, Io, Europa. Immagini riprese con il telecopio
Newton, dell’osservatorio di Punta Falcone, a Piombino. (fonte: Roberto
Masi, Paolo Volpini)
''Stavolta è stata dura! Notte in bianco! Ma ne è valsa la pena'', osserva Paolo Volpini, dell'Unione Astrofili Italiani (Uai).
''Come previsto, il pianeta è scomparso dietro il luminoso bordo
lunare all'orario stabilito, preceduto dai suoi satelliti galileiani,
Europa ed Io eseguito da Ganimede e Callisto'', spiega l'astrofisico
Gianluca Masi, curatore scientifico del Planetario di Roma e
responsabile del Virtual Telescope,
che ha osservato il fenomeno a Roma, dal Gianicolo. ''Alcuni passanti -
ag - aggiunge -hanno notato indipendentemente la vicinanza di Giove, senza esserne preventivamente avvisati''.
Nel corso del suo moto orbitale intorno alla Terra, che si completa
in pocomeno di un mese, il nostro satellite naturale si è trovato
perfettamente allineato tra noi e il più grande dei pianeti del Sistema
Solare, nascondendolo alla vista per poco meno di un'ora, dalle 3,20 del
mattino circa fino alle 4,15.
''Nelle fasi di ingresso la luna era bassa sull'orizzonte e c'era
molta turbolenza'', rileva Volpini. ''Più spettacolare - osserva Masi - è
stata l'emersione del pianeta, che ha coinvolto il bordo occidentale
buio della Luna. Ha regalato un'emozione fortissima alla riapparizione
del brillantissimo Giove, accompagnato sempre dai satelliti galileiani
nel medesimo ordine della fase precedente''.
Alla fine dell'occultazione, spiega Volpini, già si vedevano le prime
luci dell'alba: ''il cielo era già chiaro. Venere, Luna e Giove
allineati erano unospettacolo di particolare suggestione''. Il fenomeno
ha avuto infatti una 'quinta scenica' celeste di tutto rispetto: in alto
le scintillanti Pleiadi, più in basso Aldebaran, la stella più luminosa
del Toro, e infine la brillante Venere.
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