L'asteroide 2002 GT, in un'immagine raccolta dal Centro Neo dell'Esa
(fonte: Centro di ricerca sugli asteroidi, ESA)
Ha un diametro di
qualche centinaio di metri, una forma irregolare e potrebbe avere una
sua luna: è il più dettagliato identikit dell'asteroide 2002GT,
obiettivo della futura missione programmata dalla Nasa per studiarne da
vicino le caratteristiche in previsione di future missioni umane su
altri asteroidi.
A fornire il ritratto più completo di questo piccolo corpo celeste è il Centro di controllo degli oggetti vicini alla Terra (Near Earth Objects, Neo) dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), che si trova presso il centro dell'Esa in Italia, l'Esrin, a Frascati (Roma).
Il Centro per la sorveglianza dei Neo, coordinato dal planetologo Ettore Perozzi, fin da ora gestendo una campagna di osservazione di 2002GT. Il 26 giugno scorso l’asteroide è passato ‘accanto’ al nostro pianeta, ad una distanza pari a 50 volte la distanza Terra-Luna, e questo passaggio, l’ultimo prima dell’incontro ravvicinato della sonda nel 2020, ha dato modo agli astronomi di esaminarlo in maniera accurata. Grazie alle osservazioni fatte dai telescopi dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e dell'Osservatorio di Nizza è stato possibile capire che, oltre ad avere una forma irregolare, 2002GT ha una composizione rocciosa, ruota su se stesso in poco meno di quattro ore e, forse, potrebbe avere anche una piccola luna che gli orbita intorno.
“Conoscere tutte queste caratteristiche è fondamentale per pianificare la visita di una sonda spaziale'', rileva Perozzi. ''2002GT - aggiunge - è anche un oggetto potenzialmente pericoloso in quanto la sua orbita incrocia quella della Terra, quindi è sicuramente un oggetto molto interessante e vale la pena di seguirlo e studiarlo. Se poi fosse un asteroide doppio ossia che possiede un satellite che gli ruota intorno, la cosa si fa ancora più intrigante''.
Anche la storia della sonda americana è curiosa. Il 12 gennaio del 2005 la Nasa lanciò la sonda Deep Impact perchè si avvicinasse alla cometa Tempel 1. Nell'incontro, avvenuto il 4 luglio dello stesso anno, la sonda colpì la cometa scagliandole contro una sorta di 'palla di cannone', creando un grande cratere che rilasciò nello spazio polveri e detriti. Compiuta con successo questa missione, la Deep Impact ancora in buona salute è stata ribattezzata Epoxi e riciclata per il suo nuovo obiettivo: l’asteroide 2002GT.
www.ansa.it
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