terça-feira, 16 de agosto de 2016

Fiumi di idrocarburi e canyon sulla più grande luna di Saturno


Fiumi di idrocarburi scorrono nei profondi canyon che si trovano sulla più grande luna di Saturno, Titano. La scoperta, che si deve all'italiano Valerio Poggiali, dell'universita' Sapienza di Roma, è la prima prova diretta sia della presenza di fiumi su Titano, sia di canyon profondi centinaia di metri. Pubblicata sulla rivista Geophysical Research Letters, la scoperta si basa sui dati della missione Cassini, nata dalla collaborazione tra Nasa, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

E' un passo in avanti nella conoscenza dell'ambiente singolare di questa luna, dal paesaggio che a prima vista ricorda quello della Terra, con montagne, fiumi, laghi e mari. Su Titano, però, scorrono idrocarburi invece di acqua. 

La rete dei canyon che si dirama dal grande mare Ligeia è stata scoperta nel maggio 2013, grazie ai dati ottenuti durante il più vicino dei sorvoli di Cassini. Le immagini inviate a Terra dalla sonda indicavano un reticolo di stretti canali, lunghi mediamente poco meno di un chilometro e profondi fino a 570 metri. In modo simile ai canyon terrestri, primo fra tutti il Grand Canyon, i canali di Titano sarebbero il risultato di una combinazione di due fenomeni: il sollevamento del terreno e una variazione nel livello dei mari. 

Secondo Poggiali "è probabile che la formazione di questi profondi canyon sia stata il frutto della combinazione di questi due meccanismi, ma al momento non e' chiaro in che misura abbiano contribuito. Quello che e' chiaro - ha aggiunto - e' invece che qualsiasi spiegazione dell'evoluzione geologica di Titano deve essere in grado di spiegare come possano essersi formati questi canyon". Ben poco, infatti, si conosce delle forze interne di questa luna di Saturno, e di come la sua attivita' geologica abbia potuto modellarne il paesaggio.


www.ansa.it

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