La storia del grande asteroide è più complessa del previsto
Sorprende i ricercatori la
distribuzione dell'olivina sull'asteroide Vesta (fonte: Alessandro
Frigeri e Eleonora Ammannito, sulla base dei dati di Vir e delle
immagini della Framing Camera)
La storia di uno
dei più grandi asteroidi del Sistema Solare, Vesta, potrebbe essere
molto più complicata del previsto: è quanto emerge dalla distribuzione
dei minerali sulla sua superficie.
A sorprendere i ricercatori è, in particolare, il fatto che l'olivina, un minerale comune nelle regioni più interne dei pianeti rocciosi come la Terra, è quasi del tutto assente nei grandi bacini di Vesta ed è invece abbondante in altre zone dell'asteroide.
La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature, si deve ad una ricerca
internazionale alla quale l'Italia ha collaborato con l'Istituto
Nazionale di Astrofisica (Inaf).
I ricercatori hanno utilizzato i dati dello strumento italiano Vir (Visual and infrared spectrometer) che si trova a bordo della sonda Dawn della Nasa, che ha visitato Vesta nel 2011. Le immagini dello spettrometro Vir indicano l'inattesa distribuzione dell'olivina e che, di conseguenza, la formazione e l'evoluzione di Vesta non possono essere essere spiegate semplicemente con gli stessi processi che avrebbero sperimentato i pianeti solidi all'inizio della loro storia.
''L'idea alla quale crediamo di più è che sotto la superficie di Vesta ci sia comunque un mantello roccioso ricco di olivina'', dice Maria Cristina De Sanctis, dell'Inaf, co-autrice dell'articolo. Per la ricercatrice ''l'assenza di olivina pura nelle zone meridionali di Vesta e la sua inaspettata presenza nelle regioni settentrionali indicano una storia evolutiva più complessa di quanto ci attendessimo prima delle osservazioni di Dawn. Questo studio - osserva - non solo non completa la nostra conoscenza di Vesta, ma ci pone anche altri interrogativi circa le fasi primordiali del Sistema Solare
I ricercatori hanno utilizzato i dati dello strumento italiano Vir (Visual and infrared spectrometer) che si trova a bordo della sonda Dawn della Nasa, che ha visitato Vesta nel 2011. Le immagini dello spettrometro Vir indicano l'inattesa distribuzione dell'olivina e che, di conseguenza, la formazione e l'evoluzione di Vesta non possono essere essere spiegate semplicemente con gli stessi processi che avrebbero sperimentato i pianeti solidi all'inizio della loro storia.
''L'idea alla quale crediamo di più è che sotto la superficie di Vesta ci sia comunque un mantello roccioso ricco di olivina'', dice Maria Cristina De Sanctis, dell'Inaf, co-autrice dell'articolo. Per la ricercatrice ''l'assenza di olivina pura nelle zone meridionali di Vesta e la sua inaspettata presenza nelle regioni settentrionali indicano una storia evolutiva più complessa di quanto ci attendessimo prima delle osservazioni di Dawn. Questo studio - osserva - non solo non completa la nostra conoscenza di Vesta, ma ci pone anche altri interrogativi circa le fasi primordiali del Sistema Solare
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