quarta-feira, 29 de setembro de 2010

Planeta com tamanho e atmosfera similares à Terra é descoberto



A ilustração mostra um formato possível para o exoplaneta que orbita a estrela Gliese 581, a apenas 20 anos-luz de distância da Terra. (Crédito: AP / Zina Deretsky / National Foundation of Science)

Detecção foi feita por equipe de astrônomos norte-americanos. Astro está localizado a 20 anos-luz de distância do Sistema Solar.

Do G1, com agências internacionais - Um astro com apenas três vezes o tamanho da Terra foi detectado a 20 anos-luz, orbitando uma estrela da constelação de Libra conhecida como Gliese 581. Astrônomos da Universidade da Califórnia e da Carnegie Institution de Washington afirmam que o planeta é o primeiro a apresentar potencial real para conter vida. A descoberta foi divulgada nesta quarta-feira (29) pela Fundação Nacional de Ciência dos Estados Unidos.

O astro fica em uma região na qual os astrônomos julgam que um planeta pode apresentar água líquida para formar oceanos, rios e lagos. No local, a distância da estrela permitiria um ambiente com clima ameno, nem tão frio, nem tão quente.

A órbita do planeta ao redor da estrela Gliese 581 dura pouco mais de um mês terrestre, com as possíveis estações de ano durando apenas dias.

Cientistas também estimarm que a temperatura média na superfície varia de 31 a 12 graus Celsius negativos. A equipe também afirma que o planeta orbita com uma face sempre voltada à estrela, de forma similar a como a Lua sempre mostra uma face à Terra.

Para os astrônomos, o planeta pode "sustentar vida", o que significa que ele tem potencial para reunir condições de vida. Os seres vivos podem não ser necessariamente parecidos com humanos.

Segundo Steven Vogt, coordenador da pesquisa que contou com 11 anos de trabalho no Observatório W. M. Keck, localizado no Havaí, a descoberta é um indício de que podem existir muitos outros corpos similares no Universo. O exoplaneta ao redor de Gliese 581 é encarado como o primeiro com potencial para apresentar vida.

Os resultados serão publicados na revista científica Astrophysical Journal, mas estão disponíveis online no site arXiv.org .

segunda-feira, 27 de setembro de 2010

Sonda Voyager 1 está há mais de 33 anos no espaço


Bogotá (Colômbia), 27 set (TVEFE).=. A sonda espacial americana Voyager 1, lançada em 1977 desde Cabo Canaveral, completa 12 mil dias no espaço, ou seja, mais de 33 anos. Em 14 de fevereiro de 1990, a Voyager abandonou a missão no sistema solar, mas antes apontou suas câmaras para gravar o que deixava para trás: o Sol e os planetas que giram a seu ao redor. A sonda transmitiu espetaculares fotos do gigantesco e gasoso Júpiter, de Saturno, de Urano e de Netuno. Mas nenhuma das imagens foi tão espetacular como a da Terra, segundo Candy Hansen, cientista do Laboratório de Propulsão a Jato (JPL) da Nasa.

sexta-feira, 24 de setembro de 2010

Blu, rosso e rosa: le aurore di Saturno





ROMA - Blu elettrico, rosa intenso, rosso: le autore di Saturno si trasformano continuamente nell'arco di un'intera giornata, che sul pianeta degli anelli dura 10 ore e 47 minuti. I ricercatori che le stanno studiando, coordinati da Tom Stallard dell'università britannica di Leicester, le hanno presentate a Roma, nel congresso europeo di Scienze planetarie organizzato dall'organizzazione scientifica europea Europlanet con il supporto e il patrocinio dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).

Le immagini delle aurore si devono alla missione Cassini, organizzata dalle agenzie spaziali americana (Nasa), europea (Esa) e Italia (Asi). Sono 1.000, selezionate tra le 7.000 rilevate nelle regioni polari dallo spettrometro Vims (Visual and infrared mapping spectrometer), realizzato in collaborazione fra Asi e Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa. I ricercatori hanno anche elaborato un video nel quale luci e colori dell'aurora di Saturni variano in modo significativo nell'arco di una giornata, quindi per oltre 10 ore consecutive: una durata eccezionale se confrontata con quella dell'aurora sugli altri pianeti del Sistema Solare. La differenza, secondo i ricercatori, dipende dall'angolazione con cui i raggi solari colpiscono il pianeta e dall'orientamento del suo campo magnetico.

"Le aurore di Saturno sono molto complesse e stiamo appena cominciando a capire tutti i fattori che entrano in gioco in questi fenomeni", ha detto Stallard. I dati raccolti finora hanno permesso di capire che le aurore su saturno avvengono in modo simile a quanto accade sulla Terra, dove le aurore sono comuni ai due poli. Anche su Saturno le particelle che compongono il vento solare vengono incanalate dal campo magnetico del pianeta verso le regioni polari, dove interagiscono con le particelle di gas elettricamente cariche negli strati superiori dell'atmosfera, emettendo luce. Su Saturno le luci delle aurore possono essere generate anche dalle onde elettromagnetiche generate quando le lune del pianeta interagiscono con il campo magnetico.

Accelera la fusione nucleare: fra 15 anni energia dalle stelle

ROMA - Gli scienziati della fusione nucleare stanno per imprimere un colpo di acceleratore ai loro esperimenti e si pongono un ambizioso traguardo: dimostrare entro il 2026 che i processi energetici del Sole e delle stelle potranno essere utilizzati sulla Terra per alimentare i crescenti bisogni di energia delle nostre società.

Il nuovo impegno, e le tappe per raggiungerlo, ci vengono illustrati dal professor Francesco Romanelli, da quest’anno direttore dell’European Fusion Development Agreement (EFDA), il programma comunitario che coordina i laboratori europei impegnati in studi teorici e sperimentali sulla fusione nucleare. Romanelli, che dirige anche il Joint European Tokamak (JET), attualmente la maggiore macchina per esperimenti sulla fusione, collocata a Culham, in Inghilterra, in questi giorni è fra i protagonisti di Frascati Scienza, un vero e proprio festival che vede sfilare per una settimana, dal 18 al 26 settembre, i grandi protagonisti della scienza nazionale e internazionale, con un fitto programma di conferenze, mostre e visite guidate ai laboratori sparsi nella vasta area scientifica a sud di Roma.

«Ce la stiamo mettendo tutta per accelerare i nostri programmi e consegnare al mondo entro una decina di anni ITER, il reattore che dovrà dimostrare la fattibilità scientifica della fusione nucleare, aprendo la strada ad altri impianti che sfrutteranno la stessa tecnologia per produrre energia elettrica da immettere nella rete», annuncia Romanelli.

ITER, la cui costruzione è già iniziata a Cadarache, in Francia, è un progetto internazionale sottoscritto da Europa, Stati Uniti, Cina, Russia, India, Giappone e Corea del Sud. Quest’anno, dopo una pausa di riflessione dovuta al fatto che i suoi costi di realizzazione sono lievitati, passando da 5 a 10 miliardi di euro, di cui circa la metà a carico dell’Europa (e circa 600 milioni in capo all’Italia), i promotori si sono impegnati a superare gli indugi e ad andare avanti con maggior lena, nella speranza di fornire entro questo secolo un valida soluzione dei problemi energetici planetari, con una fonte di energia praticamente illimitata e relativamente pulita.

La fusione, infatti, sfrutta l’enorme energia che si libera quando nuclei di atomi leggerissimi come il deuterio e il trizio (parenti stretti dell’idrogeno), sottoposti ad elevate temperature, fondono. Il processo, pur essendo accompagnato da una consistente attivazione neutronica dei materiali del reattore, tuttavia non produce rifiuti radioattivi di lunghissima vita (decine di migliaia di anni) tipici degli attuali reattori a fissione nucleare. ITER, spiega il professor Romanelli, si basa sul cosiddetto, «confinamento magnetico» già sperimentato da diverse macchine di piccole e medie dimensioni in vari Paesi, fra cui l’Italia. Una miscela di deuterio e trizio, destinata a essere riscaldata fino a diventare un «plasma» a 100 milioni di gradi, è ingabbiata in una camera di acciaio a forma di ciambella, del diametro di circa sei metri . Poiché nessun contenitore metallico potrebbe resistere, il plasma è tenuto sospeso e stretto in un intenso campo magnetico, generato da potenti bobine, in modo da minimizzare il contatto con le pareti della ciambella.

Romanelli riassume così la cronologia dei prevedibili risultati, ormai a portata di mano: «Il reattore ITER dovrebbe essere completato entro il 2019, quindi iniziare a funzionare, per alcuni anni, con il solo idrogeno, però senza produrre energia di fusione. Nel 2026 sarà introdotta la più efficiente miscela di deuterio-trizio e, l’anno dopo, dovrebbe essere raggiunto il fondamentale traguardo di ottenere 500 megawatt di potenza, cioè dieci volte più energia di quella impiegata per sostenere il processo di fusione che si auto sostiene. Ma non è finita. Il passaggio da ITER a reattori dimostrativi in grado di fornire elettricità, che saranno realizzati parallelamente in diversi Paesi, potrà avvenire rapidamente se la ricerca su ITER avrà, come crediamo, successo e si investiranno sufficienti risorse nello sviluppo dei materiali per il reattore».

Questi risultati, aggiunge lo scienziato, saranno anche il frutto di numerosi esperimenti «di accompagnamento» da attuare in diversi laboratori. La macchina JET, per esempio, che si è già avvicinata alle condizioni di pareggio di potenza, dovrà ripetere nel 2014 questa performance, utilizzando nella camera di contenimento del plasma dei materiali di berillio-tungsteno che poi verranno utilizzati in ITER. Anche in Italia, nei laboratori ENEA di Frascati, è prevista la costruzione di un tokamak che dovrà esplorare il comportamento del plasma in condizioni estreme.

«Sono fiducioso che, poco dopo la metà del nostro secolo, la prospettiva dell’energia da fusione diventerà percorribile, naturalmente se i governi continueranno a sostenerci con convinzione –conclude Romanelli–. Basti pensare che il mercato europeo dell’energia assorbe oggi 700 miliardi di euro all’anno. Mentre alla ricerca energetica, di qualunque tipo, vengono destinati solo 2 miliardi di euro all’anno. Una cifra ben modesta se si considera l’importanza strategica del settore».

Franco Foresta Martin
http://www.corriere.it/

quinta-feira, 23 de setembro de 2010

Sole in tumulto, c'è eruzione globale

Roma - Il Sole e' in pieno tumulto: dopo essersi risvegliato all'inizio di agosto le eruzioni si susseguono sempre piu' violente e riguardano l'intera superficie. A fornire le immagini, decisamente spettacolari, e' l'osservatorio solare della Nasa, Soho. L'eruzione appena avvenuta e' molto simile a quella dell'inizio di agosto, che indirizzo' verso la Terra uno sciame di particelle (vento solare) provocando aurore coloratissime attorno al Polo Nord.

Nonostante l'intensa attivita' solare in corso, secondo gli esperti questa volta il vento solare non dovrebbe investire la Terra in modo particolarmente violento. Non si dovrebbero quindi temere tempeste magnetiche, cosi' come non ci si dovrebbero aspettare nemmeno aurore suggestive.

Il condizionale e' d'obbligo, considerando che una ricerca americana pubblicata recentemente su Nature Communications ha scoperto che non sempre le tempeste solari viaggiano mantenendo la stessa direzione: qualche volta possono accelerare rapidamente e cambiare rotta, come dimostrano i dati raccolti dalle sonde gemelle della Nasa Stereo A e Stereo B, che osservano il Sole.

http://www.ansa.it/

sábado, 18 de setembro de 2010

Noite Internacional de Observação Lunar - 18/09/2010




International Observe the Moon Night

On Sat., Sept. 18, NASA helps celebrate 'Observe the Moon Night.' NASA centers, observatories, planetariums, and schools around the world are hosting events to observe and learn about the moon. Find one near you, or start your own!

http://www.nasa.gov/

quinta-feira, 16 de setembro de 2010

Ecco la prima mappa dei grandi crateri lunari

© Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati


ROMA - E' stata realizzata la prima mappa dei grandi crateri che tempestano la faccia della Luna. Il lavoro, pubblicato su Science, si è rivelato un 'racconto parlante' della storia dei massicci bombardamenti da parte di 'proiettili cosmici' che hanno colpito la Luna e gli altri corpi del giovanissimo Sistema Solare quattro miliardi di anni fa. Messa a punto da un gruppo di ricerca americano coordinato dalla Brown University, la mappa, secondo gli autori, potrebbe anche svelare i segreti della storia della giovane Terra.

Grazie alle informazioni fornite dalla sonda della Nasa Lunar Reconnaissance Orbiter (Lro), sono stati catalogati e datati 5.185 crateri con un diametro uguale o superiore a 20 chilometri, che hanno dimostrato come le regioni più antiche della Luna siano due: una posta nell'emisfero meridionale del satellite, l'altra nella parte centro settentrionale. E sono proprio i crateri che punteggiano la superficie di queste aree che stanno raccontando la storia del bombardamento cosmico avvenuto agli inizi della storia del sistema solare, a poche centinaia di milioni di anni dalla sua nascita, risalente a circa 4,6 miliardi di anni fa.

Contrariamente a quanto ritenuto finora (che la Luna inizialmente fu colpita da una raffica di materia spaziale che ebbe una proporzione regolare fra oggetti più grandi e più piccoli) è stato scoperto che la Luna nella sua infanzia fu colpita da 'proiettili cosmici' di grandi dimensioni e che 3,8 miliardi di anni fa vi fu la transizione da proiettili più grandi a più piccoli.

Si ritiene che questi oggetti siano partiti soprattutto dalla fascia di asteroidi compresa fra Marte e Giove, ma una sproporzione di dimensioni dei frammenti di asteroidi che si sono abbattuti sul nostro satellite fa pensare che a un certo punto o vi è stata una temporanea abbondanza di comete o vi siano state delle forze gravitazionali che hanno influenzato la fascia di asteroidi, come cambiamenti causati dalla pressione gravitazionale di un grande pianeta come Giove.

Lo studio ha anche confermato che il bacino lunare da impatto più antico è il bacino di Aitken, posto nel Polo Sud del satellite, e secondo gli scienziati è l'obiettivo ideale di future missioni perché campioni di materiale da questa zona potrebbero aiutare a comprendere l'origine della Luna ma anche degli altri corpi delle regioni più interne del Sistema Solare.


http://www.ansa.it/

Concurso britânico premia melhores fotos de astronomia do ano

Da BBC -  O Observatório Real de Greenwich, em Londres, anunciou nesta semana os vencedores do concurso Astronomy Photographer of the Year 2010, que premiou as melhores imagens ligadas à astronomia.

O grande vencedor do concurso foi o americano Tom Lowe, que recebeu o prêmio de mil libras (cerca de R$ 2.635) pela foto "Blazing Bristlecone", que mostra a Via Láctea atrás de um pinheiro de mais de 4 mil anos em Sierra Nevada, na Califórnia.


A foto vencedora, Blazing Bristlecone. (Foto: Tom Lowe)

"Essa linda imagem combina perfeitamente a impressionante vista do céu noturno com a vida aqui na Terra. Os pinheiros podem ser antigos, mas são bebês se comparados com as luzes das estrelas que brilham atrás deles, algumas das quais começaram sua viagem até nós há quase 30 mil anos", comenta um dos juizes do prêmio, o astrônomo Marek Kukula.

Outras duas dezenas de imagens receberam prêmios ou menções honrosas em seis categorias diferentes.

Entre os premiados estão um círculo perfeito formado por um eclipse solar, captado pelo indiano Dhruv Arvind Paranjpye, de apenas 14 anos, uma imagem da nebulosa de Órion feita pelo americanor Rogelio Bernal Andreo e a passagem de raios solares em uma fenda numa rocha na praia californiana de Pfeiffer, retratada pelo americano Steve Christenson.


O círculo causado por eclipse, fotografado pelo garoto indiano Dhruv Arvind Paranjpye, de 14 anos.
 (Foto: Dhruv Arvind Paranjpye)


Este é o segundo ano que a competição, organizada pelo Observatório Real de Greenwich e pela revista Sky at Night, é realizada, Mais de 400 imagens, de fotógrafos de 25 países diferentes, foram enviadas.

As melhores imagens estão em exposição no Observatório Real de Greenwich, no sudeste de Londres, até fevereiro de 2011.

Mais informações sobre o concurso e a exposição podem ser conseguidas no site www.nmm.ac.uk/astrophoto.

quarta-feira, 15 de setembro de 2010

Imagem registra Júpiter mais brilhante ao passar perto da Terra

Em setembro, planeta supera em brilho qualquer estrela do céu.   Foto foi tirada pelo fotógrafo iraniano Babak Tafreshi.

Do G1, em São Paulo


O fotógrafo iraniano de 32 anos Babak Tafreshi registrou esta imagem especial de Júpiter. No mês de setembro, o planeta, em um ponto da órbita mais próximo da Terra, supera em brilho qualquer estrela.


Em setembro Júpiter passa mais perto da Terra e supera em brilho qualquer estrela visível (Foto: Babak A. Tafreshi www.twanight.org/tafreshi)

“Júpiter está fazendo sua passagem mais próxima do ano. E este ano a passagem é a mais próxima do período entre 1963 e 2022”, explica o editor da revista especializada Sky & Telescope, Robert Naeye.

Coincidentemente, Júpiter está também "passando quase em frente" a Urano, cinco vezes mais distante. Com telescópio ou binóculo, é possível ver Urano a apenas 1 grau de distância de Júpiter.

terça-feira, 14 de setembro de 2010

Astronomia: scoperta supernova

Roma - Astrofili italiani hanno scoperto una supernova,cioe' la gigantesca esplosione di una stella avvenuta a 548 milioni di anni luce dalla Terra.La scoperta si deve al programma di ricerca dedicato alle supernovae dell'osservatorio provinciale di Montarrenti,in provincia di Siena gestito dall'Unione Astrofili Senesi. E' il terzo successo ottenuto nei primi nove mesi dell'anno, tanto da collocare l'osservatorio fra i maggiori al mondo. La nuova stella, chiamata Sn2010ho, e' nata da una nana bianca.

Imagem mostra estrela 'devorando' outra na constelação de Peixes

Astrônomo, usando o Telescópio Chandra, fez a descoberta.Astro está localizado a 1.000 anos-luz de distância do Sistema Solar.

Do G1, em São Paulo

Localização de BP Piscium, estrela similar ao Sol.(Foto:X-ray (NASA/CXC/RIT/J.Kastner) / Optical (UCO/Lick/STScI/M.Perrin)

O astrônomo Joel Kastner, do Instituto Tecnológico Rochester, nos Estados Unidos, detectou uma estrela similar ao Sol que devorou outra, vizinha, em uma região do espaço na direção da constelação de Peixes.

A descoberta foi divulgada nesta terça-feira (14) pelo site do Observatório de Raios-X Chandra, ligado à agência espacial norte-americana (Nasa). Distante 1.000 anos-luz do Sistema Solar, o astro BP Piscium é uma versão mais evoluída do Sol, uma gigante vermelha.
A imagem foi montada com auxílio do telescópio Shane, do Observatório Lick, que gerou as cores verde, laranja e azul. Já o Chandra foi responsável por interpretar a informação em raios-x e transformá-la na parte em roxo da fotografia.

Quando BP Piscium devorou a estrela vizinha, um disco de poeira e gás foi formado, uma possível região de formação de exoplanetas. Por conta da dificuldade que os detritos representam à luz visível e infravermelha, o Chandra é o primeiro telescópio a detectar o astro, pois faz observações utilizando apenas raios-x.

Uma concepção artística ilustra como seria (veja imagem abaixo) a estrela BP Piscium, com o disco de poeira ao seu redor. O ato de devorar outra estrela pode estar ligado à fase de gigante vermelha, estágio final de astros como o Sol, no qual o volume aumenta conforme o combustível nuclear se esgota.



Concepção artística da estrela BP Piscium, com disco de poeira ao redor. (Crédito: NASA/CXC/M.Weiss)
 
Foram 21 horas necessárias de observação para obter a imagem, entre os dias 12 e 13 de janeiro de 2009.

segunda-feira, 13 de setembro de 2010

Objetos mais afastados que Netuno são detectados por astrônomos

Catálogo do Hubble registra 14 novos astros transnetunianos.  Estudo do material serve para desvendar origens do Sistema Solar.

Do G1, em São Paulo


Concepção artística de objeto transnetuniano, com  o Sol ao fundo. [Crédito:NASA/ESA/G. Bacon(STScI)

]Novas técnicas de detecção permitiram o registro de 14 novos objetos transnetunianos pelo Telescópio Espacial Hubble, conforme divulgado por um grupo de astrônomos nesta segunda-feira (13).

São astros localizados depois da órbita de Netuno, se tomada como referência a posição da Terra em relação ao Sol. Um deles é um sistema binário, composto por dois objetos orbitando um centro de gravidade comum entre eles, apenas.

O brilho dos novos registros é 100 milhões de vezes menor que o das estrelas visíveis a olho nu.

Ao contrário dos planetas, esses objetos tendem a apresentar uma órbita ao redor do Sol muito inclinada, em formato de elipse muito acentuada.

O estudo está disponível no site da revista científica The Astrophysical Journal. Exemplos mais famosos de objetos transnetunianos são o planeta-anão Plutão e seu satélite, Caronte.

Objetos posteriores à órbita de Netuno são importantes para a pesquisa sobre a formação do Sistema Solar.

sábado, 11 de setembro de 2010

Nelle immagini Nasa eccezionale eruzione solare



Una foto scattata dal Satellite "Solar Dynamics Observatory"mostra una violenta eruzione di plasma sulla superficie del sole. Il fenomeno ha causato delle fortissime radiazioni ultraviolette, che però non hanno colpito la Terra.



Le eruzioni solari, o brillamenti, hanno spesso una forza equivalente a varie decine di milioni di bombe atomiche. Oltre alle protuberanze, dopo le esplosioni si registrano anche violenti venti solari particolarmente pericolosi per le navi spaziali. L'eruzioni più forti possono anche interferire con le comunicazioni radio sul nostro pianeta.

sexta-feira, 10 de setembro de 2010

September 18, 2010 International Observe the Moon Night

Welcome to the International Observe the Moon Night (InOMN) website!

 Learn about how this exciting event was inspired, find information and activities about the Moon and missions to the Moon, information about InOMN events at InOMN partner institutions, find out how to host your own event, and more! Click here to find an InOMN event near you!


Did you know? September 18, 2010 will mark the first ever International Observe the Moon Night! This year’s InOMN will be used as our pilot year to inform us on how to make it better and more interactive. We’re testing the waters and would love to hear from you about how we’re doing. The InOMN website is ever evolving, so please be sure to check back often!



Astrônomos amadores filmam pela 1ª vez dois impactos sobre Júpiter

Cientistas não sabiam que choques pequenos podiam ser observados.    Assista aos vídeos na página da Nasa, a agência espacial americana.

Do G1, em São Paulo



Impacto de 3 de junho sobre Júpiter liberou de um quinto a um décimo da energia liberada pelo meteoro que atingiu Tunguska, na Rússia, em 1908 (Foto: A. Wesley and M. Tachikawa via Nasa)

A Nasa, a agência espacial americana, divulgou nesta quinta-feira (9) dois vídeos feitos por astrônomos amadores que mostram o impacto de objetos sobre Júpiter. Eles usaram equipamento relativamente simples para fazer o registro dos fenômenos, ocorridos em 3 de junho e 20 de agosto.

Segundo a agência, o australiano Anthony Wesley e o filipino Christopher Go são os primeiros a captar em vídeo o brilho resultante da desintegração dos corpos na atmosfera de Júpiter. Antes da dupla, os cientistas simplesmente não sabiam que choques tão pequenos podiam ser observados da Terra.


Astrônomos profissionais da Nasa e de outras instituições fizeram um acompanhamento das descobertas e reuniram informações detalhadas sobre os objetos. O primeiro tinha 8 a 13 metros de diâmetro e 500 a 2 mil toneladas, comparável ao asteroide 2010 RF12, que passou perto da Terra ontem. Os cientistas ainda analisam o segundo objeto, mas acreditam que ele tenha dimensões semelhantes.

O impacto de 3 de junho sobre Júpiter liberou de um quinto a um décimo da energia liberada pelo meteoro que atingiu Tunguska, na Rússia, em 1908. O meteoro explodiu cerca de 10 quilômetros antes de atingir a superfície da Terra, derrubando milhões de árvores.

quinta-feira, 9 de setembro de 2010

Observatório no Chile capta imagem de galáxia a 6 milhões de anos-luz

Objeto é localizado na constelação de Escultor.'La Silla' integra o European South Observatory.

Do G1, em São Paulo


A galáxia espiral NGC 300, objeto localizado a 6 milhões de anos-luz na direção da constelação do Escultor, foi fotografada pelo observatório La Silla, no Chile. O prédio faz parte do European South Observatory (ESO). A imagem foi gerada a partir de filtros de luz verde, azul e vermelha. Para obter a foto, foram necessárias 50 horas de exposição. A galáxia apresenta ainda um buraco negro de grandes dimensões, descoberto recentemente pela equipe do ESO, e está em processo de fusão com outro astro, NGC 55. (Foto: ESO)

quarta-feira, 8 de setembro de 2010

Principais constelações de setembro

Principais constelações de setembro
roteiro de observação
O céu, este mês, mostra um aspecto de transição entre as estações do inverno, simbolizada no firmamento pela constelação de Scorpius (o Escorpião), e da Primavera representada pela constelação de Pegasus (o Cavalo Alado).
À meia altura, para os lados do oeste encontramos Scorpius, o Escorpião (Sco). Junto à cauda de Scorpius situa-se Sagittarius, o Sagitário (Sgr). Na direção dessa constelação é que está o centro de nossa galáxia. A sudoeste de Scorpius localiza-se a constelação de Lupus, o Lobo (Lup).

Junto ao horizonte sul-sudoeste está Crux, o Cruzeiro do Sul (Cru), a constelação mais conhecida entre os brasileiros. Ao sul de Crux estão Musca, a Mosca (Mus), Apus, a Ave do Paraíso (Aps) e Octans, o Oitante (Oct), onde encontra-se a estrela polar do sul. Envolvendo Crux por três lados, menos para o do sul para onde o braço maior da cruz está apontando, despede-se de nós, Centaurus, o Centauro (Cen).

A constelação de Triangulum Australe, o Triângulo Austral (TrA), utilizada para processos noturnos de orientação no campo, encontra-se alta para os lados do sul-sudoeste, junto a Centaurus. De Triangulum Australe em direção ao sudeste, estão Pavo, o Pavão (Pav), e Tucana, o Tucano (Tuc).

Norma, o Esquadro (Nor), e Ara, o Altar (Ara), estão entre Scorpius e Triangulum Australe. A oeste de Scorpius, junto às suas garras está Libra, a Balança (Lib). Ao norte de Scorpius vemos Serpens, a Serpente (Ser), e Ophiuchus, o Serpentário (Oph).

Para os lados do noroeste vemos Hercules, o herói Hércules (Her); mais ao norte estão as constelações de Lyra, a Lira (Lyr), e Cygnus, o Cisne (Cyg), que situa-se em plena faixa da Via Lactea. Ao sul de Lyra e Cygnus estão Aquila, a Águia (Aql), Sagitta, a Flecha (Sge), e Delphinus, o Golfinho (Del). Entre Aquila e Cygnus situa-se a pequena constelação de Vulpecula, a Raposinha (Vul).

Capricornus, o Capricórnio (Cap), encontra-se alta para os lados do leste. Ao sul de Capricornus vemos o característico desenho de um número 1: é a parte principal da constelação de Grus, a Grou (Gru). A leste de Grus, em direção ao horizonte, avistamos a constelação de Piscis Austrinus, o Peixe Austral (PsA).

Junto ao horizonte sudeste notamos a constelação de Phœnix, a Fênix (Phe), Hydrus, a Hidra Macho (Hyi), além das primeiras estrelas de Eridanus, o rio Eridano (Eri). A leste, vemos a constelação de Aquarius, o Aquário (Aqr), formada por estrelas de fraco brilho. Junto ao horizonte leste observamos boa parte da constelação de Pisces, os Peixes (Psc) e Cetus, a Baleia (Cet).

Para os lados do nordeste elevam-se Pegasus, o cavalo alado (Peg), constelação símbolo da primavera, e as primeiras estrelas de Andromeda, a Princesa Andromeda (And).

resumo extraído de "Estrelas e Constelações - Guia Prático de Observação" de autoria de Paulo G. Varella e Regina A. Atulim

OBSERVAÇÕES:
O mapa assinala o aspecto do céu visto ao longo deste mês, nos seguintes horários: início do mês às 21h 20min; meio do mês às 20h 40min; final do mês às 20h 00min. Junto ao círculo que delimita o mapa (e que representa o horizonte do observador) estão as direções dos quatro pontos cardeais e dos quatro colaterais, que devem estar orientados para os seus correspondentes na natureza; o centro do círculo é o Zênite, ponto do céu diretamente acima da cabeça do observador.

Os instantes fornecidos são para o fuso horário de Brasília.

mapa com as principais constelações visíveis durante este mês


Setembro 2010 - Uranometria Nova



Setembro de 2010

Tempo Legal do Distrito Federal ( TDF = TU - 3h )

Dia DS Hora Fenômeno

01 Qua 14h 22m Quarto Minguante. Lua em Taurus;

01 Qua 16 h Vênus a 1,2° ao S de Spica ( Alpha Vir );

03 Sex 10h Mercúrio em conjunção inferior com o Sol ( Invisível );

04 Sab 11h Marte a 2,3° ao N de Spica ( Alpha Vir );

05 Dom 17h 40m Início da Rotação Sinódica Solar nº 2.101 ( Set.05 - 20:40 TU = Set.05,8614 TU );

07 Ter ------ Passagem de Marte pelo nodo descendente;

07 Ter 19 h Mercúrio a 1,7° ao N da Lua;

08 Qua 01h 02m Perigeu da Lua. Distância Terra-Lua = 357.191 km;

08 Qua 07h 30m Lua Nova - Início da Lunação nº 1.085 - Lua em Leo;

09 Qui 20h Saturno a 7,8° ao N da Lua;

10 Sex 22 h Spica ( Alpha Vir ) a 3,0° ao N da Lua;

11 Sab 06 h Marte a 4,9° ao N da Lua;

11 Sab 11 h Vênus a 0,2° ao N da Lua ( ocultação );

11 Sab 22 h Mercúrio estacionário. Re-início do movimento aparente direto;

13 Seg 18 h Plutão estacionário. Re-início do movimento aparente direto;

14 Ter ----- Asteróide 8.Flora em oposição ao Sol ( m = +8,2 );

14 Ter 03 h Antares ( Alpha Sco ) a 2,1° ao S da Lua;

15 Qua 02h 50m Quarto Crescente. Lua em Ophiuchus;

16 Qui ----- Passagem de Mercúrio pelo nodo ascendente;

19 Dom 23 h Mercúrio em elongação máxima oeste ( 17,85° ). Visível ao amanhecer;

20 Seg 13 h Netuno a 4,6° ao S da Lua;

20 Seg 18h 24m Mínima distância Terra-Júpiter. Distância = 3,953 927 68 UA = 591.499.162 km;

21 Ter 05h 04m Apogeu da Lua. Distância Terra-Lua = 406.167 km;

21 Ter 08h 36m Júpiter em oposição ao Sol;

21 Ter 14 h Urano em oposição ao Sol;

22 Qua 17 h Júpiter a 0,9° ao S da Urano;

23 Qui 00h 10m Equinócio de Primavera. Passagem do Sol pelo Ponto Libra;

23 Qui 06h 17m LUA CHEIA. Lua em Pisces;

23 Qui 08 h Júpiter a 7,1° ao S da Lua;

23 Qui 08 h Urano a 6,2° ao S da Lua;

28 Ter ----- Asteróide 6.Hebe em oposição ao Sol ( m = +7,7 );

28 Ter 03 h Lua a 1,0° ao S do Aglomerado M45 ( Pleiades );

28 Ter 20 h Vênus a 6,5° ao S de Marte;

29 Qua ----- Passagem periélica do Cometa 31P/Schwassmann-Wachmann 2 ( d = 3,424 UA );

30 Qui 21 h Saturno em conjunção com o Sol;

Dois asteroides passarão próximo à Terra nesta quarta-feira, diz Nasa

Segundo a agência espacial dos EUA, objetos não vão atingir o planeta.   Observadores com telescópios amadores poderão ver asteroides.

Do G1, em São Paulo -  A Agência Espacial Americana (Nasa) informou nesta terça-feira (7) que dois asteroides em órbitas diferentes se aproximam da Terra, e espera que eles passem nesta quarta-feira (8) perto do planeta. Nenhum deles tem chance de atingir a Terra.


Se calcula que o asteroide '2010 RX30', com dimensões entre 10 e 20 metros, passará a 247.838 km da Terra. O '2010 RF12', com tamanho entre 6 e 14 metros, passará a 78.000 km. (Foto: Nasa)

O telescópio Catalina Sky Survey (CSS), situado nas montanhas de Santa Catalina, no Arizona, operado conjuntamente pelas universidades do Arizona e Nacional Australiana, ambas patrocinadas pela Nasa, descobriu os dois objetos no domingo (5).

A Nasa informou que, graças à proximidade, os asteroides poderão ser vistos por observadores amadores, desde que usem telescópios de tamanho moderado.

Se calcula que o asteroide “2010 RX30”, que tem dimensões entre 10 e 20 metros, passará a 247.838 km da Terra às 5:51 AM EDT (9h51 no Brasil). O segundo objeto, denominado “2010 RF12”, com tamanho entre 6 e 14 metros, passará aproximadamente 78.000 km às 5h12 PM EDT (21h12 no Brasil).



Diagrama divulgado pela Nasa mostra a órbita dos planetas mais próximos do Sol e o caminho do asteroide 2010 GA6, que quase se cruza com o da Terra. (Foto: Nasa/Divulgação)

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segunda-feira, 6 de setembro de 2010

Nasa anuncia plano de enviar sonda para a atmosfera do Sol

BBC -  A Nasa (agência espacial americana) anunciou o plano de lançar uma nave não-tripulada para tentar chegar mais perto do que nunca do Sol.

Cientistas esperam lançar a sonda Solar Probe Plus (SPP), com o objetivo de alcançar a camada mais externa da atmosfera do astro, antes de 2018.

Antes de ser destruída por temperaturas acima dos 1.400°C, a nave terá que obter informações valiosas sobre o Sol.


Impressão artística de sonda SPP chegando perto do Sol (Foto: NASA)

O custo do projeto da sonda solar deve ficar em torno de US$ 180 milhões (cerca de R$ 306 milhões).

Para suportar as temperaturas e a radiação, os instrumentos serão protegidos por um enorme escudo anticalor, feito de um composto de carbono, que ainda precisa ser construído.

O Sol é um dos poucos lugares para os quais o homem ainda não enviou naves espaciais.

"Tentar entender como o Sol influencia a Terra é algo um tanto importante hoje em dia", disse à BBC News Richard Harrison, físico solar do laboratório britânico Rutherford Appleton.

"A única coisa que nós nunca fizemos é realmente ir lá. Você imagina uma nave espacial voando até Marte ou Vênus, mas com o Sol, é um pouco diferente. [Mas nós somos capazes de enviar] uma nave perto do Sol e este é o plano para a próxima geração da navegação espacial", afirmou.

Lika Guhathakurta, cientista do programa Solar Probe Plus na sede na Nasa, em Washington (EUA), disse que, "pela primeira vez, nós seremos capazes de tocar, sentir o gosto e cheirar o nosso Sol".

A nave sera equipada com vários instrumentos, entre eles um detector de partículas do vento solar, uma câmera 3D e um dispositivo para medir o campo magnético.
A camada mais externa da atmosfera do Sol é chamada de "coroa" e é muitas centenas de vezes mais quente que a fotosfera, ou a superfície visível da estrela.
Harrison afirma que, para muitas pessoas, pode parecer estranho que o Sol realmente tenha uma atmosfera.

Mas ele tem, segundo ele explica; "É este plasma de milhões de graus, [feito de] partículas carregadas, presas em circuitos magnéticos, algo como supercampos magnéticos".

Um dos objetivos da missão SPP é entender a natureza do "vento solar", a massa de partículas carregadas que se propaga para longe do Sol e em direção do espaço.

"Os experimentos selecionados para o Solar Probe Plus são especificamente projetados para resolver duas questões-chave da física solar: por que a camada mais externa da atmosfera do Sol é tão mais quente que a sua superfície visível, e o que impulsiona o vento solar, que afeta a Terra e o nosso Sistema Solar", diz Dick Fisher, diretor da Divisão de Heliofísica da Nasa, em Washington.

"Nós temos confrontado estas questões por décadas e esta missão deve finalmente nos trazer as respostas".

O SPP não é o único projeto em andamento para se chegar próximo ao Sol. Tanto a Nasa quanto a Agência Espacial Europeia estão trabalhando em outra missão chamada Solar Orbiter, um satélite que também pode chegar à estrela até o fim desta década.

No entanto, o professor Harrison diz que o SPP tem objetivos bem mais ambiciosos.

"A sonda solar vai literalmente atravessar uma parte da atmosfera do Sol, e isso nunca foi feito antes", afirma.

"O verdadeiro desafio será tirar as medidas - você não quer somente medir os efeitos que você levou à atmosfera [por meio da nave espacial]".

"É um pouco como se você estivesse conduzindo um barco por um rio e medindo algo sobre a superfície - você não quer medir as ondulações causadas pelo barco. É um verdadeiro desafio, mas é algo factível".

domingo, 5 de setembro de 2010

Nasa planeja missão para estudar o Sol mais de perto

Washington, 5 set (EFE).- A Nasa (agência espacial americana) anunciou hoje em seu site que está desenvolvendo uma missão para visitar e estudar o Sol mais de perto.

O projeto sem precedentes, junto com o programa "Solar Probe Plus", deve iniciar em 2018, informou a Nasa.

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