terça-feira, 16 de setembro de 2014

Un impatto cosmico all'inizio del 'Grande freddo'

E' accaduto 13.000 anni fa



Rappresentazione artistica dell'impatto di unasteroide sulla Terra (fonte: NASA/Don Davis)


E' stato l'impatto di una cometa o asteroide avvenuto 12.800 anni fa ad aver scatenato il brusco abbassamento delle temperature, dando origine al periodo di freddo e siccita' noto come Dryas recente. Quello stesso periodo ha coinciso con l'estinzione dei grandi aninali e il declino della cultura Clovis. A testimoniarlo sono i ritrovamenti di tracce di nano-diamanti nei sedimenti studiati da un gruppo di ricerca internazionale coordinato dell'Universita' di Chicago e descritti su Journal of Geology.

Poco prima della comparsa delle prime popolazioni agricole stanziali da cui nacquero le civilta' piu' evolute, la Terra attraverso' una rapida trasformazione climatica, caratterizzata da freddo e siccita' soprattutto nell'emisfero settentrionale.

Per anni i ricercatori hanno discusso sulle cause di questo drammatico evento, coinciso con la scomparsa della Magafauna del Pleistocene, che comprendeva le tigri dai denti a sciabola e i mastodonti, e il declino della popolazione preistorica chiamata cultura Clovis.

Al termine del cambiamento climatico durato un migliaio di anni si assistette alla cosiddetta rivoluzione neolitica, che porto' al 'fiorire' delle prime civilta' umane. Per capirne le cause, un gruppo di ricercatori di ben 21 Paesi ha analizzato una grande serie di campioni di terreni risalenti a quel periodo, individuando l'abbondante presenza di minuscole strutture di diamante, particelle di vetro fuse e sferule di carbonio. Si tratta di materiali la cui formazione puo' avvenire solamente a temperature superiori ai 2200 gradi centigradi e che secondo i ricercatori possono essere state causate molto probabilmente da un grande impatto con una cometa o un asteroide. Lo studio respinge inoltre la possibilita' che il cambiamento climatico possa essere stato causato da vasti incendi o una forte attivita' vulcanica.

www.ansa.it

'Intraviste' nuvole di ghiaccio d'acqua fuori dal Sistema Solare

A 7 anni luce dalla Terra, ma servono ulteriori conferme


'Intraviste' nubi di chiaccio d'acqua al di fuori del Sistema Solare (fonte: Brian Patrick Abbott., Jacqueline K. Faherty)


Nuvole d'acqua ghiacciata 'intraviste' per la prima volta al di fuori del nostro Sistema Solare, si troverebbero nell'atmosfera di una nana bruna, un 'ibrido' tra una stella e un pianeta gigante. Sono descritte sulla rivista Astrophysical Journal Letters dal gruppo dell'Istituto Carnegie di Washington coordinato da Jacqueline Faherty, che le ha osservate grazie al telescopio Magellano Baade.

Quello che hanno visto gli astronomi non sarebbero semplici tracce di vapore d'acqua, ma vere e proprie formazioni nuvolose simili ma la scoperta, accolta con una certa perplessita' dalla comunita' scientifica, ha bisogno ancora di essere confermata da strumenti piu' potenti.

Le nuvole individuate si troverebbero nell'atmosfera di Wise J0855-0714, una nana bruna individuata per la prima volta dal telescopio spaziale Wise nel 2010 a una distanza di appena 7,3 anni luce dalla Terra. Wise J0855-0714 ha una massa circa 3 volte piu' grande del nostro Giove quindi non e' abbastanza grande per riuscire ad 'innescare' le reazioni nucleari che la trasformerebbero in una vera stella ma e' anche troppo grande per poter essere definita come un pianeta. Si tratta dunque di uno strano 'ibrido' definito come nana bruna (non e' luminosa) ma il cui studio permette di comprendere molti dettagli sull'evoluzione delle stelle. Le osservazioni avrebbero mostrato la presenza di acqua ghiacciata nell'atmosfera 'raggruppata' a formare nuvole.

Per Patrizia Caraveo, direttrice dell'Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) "sarebbe la prima volta che si osserva una copertura nuvolosa fatta di cristalli di ghiaccio su un corpo al di fuori del Sistema Solare, ma e' molto difficile confermarne la scoperta: le tracce osservate sono quasi nulle, con i dati attuali". Per averne certezza, ammettono anche gli stessi ricercatori, bisognera' attendere nuove osservazioni che verranno effettuate dal prossimo telescopio spaziale James Webb, il successore di Hubble, che verra' lanciato nei prossimi anni.

www.ansa.it

Parlano italiano i test del radiotelescopio più grande del mondo

Parlano italiano i test del radiotelescopio più grande del mondo


Modelle di antenne del radiotelescopio Ska

Parlano italiano i test in corso a Cambridge sugli strumenti destinati al radiotelescopio più grande del mondo, chiamato Ska (Square Kilometer Array) e che entro il 2020 sarà costruito in parte in Sudafrica e in parte in Australia.

Ricercatori dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), del dipartimento di Ingegneria dell'ambiente, del territorio e delle infrastrutture del Politecnico di Torino e dell'Istituto di Elettronica ed Ingegneria delle Telecomunicazioni del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) stanno sperimentando il prototipo del set di antenne chiamato Lfaa (Low Frequency Aperture Array). Grazie alla sua rete di antenne, Ska funzionerà come un gigantesco occhio puntato sulle prime galassie che si sono 'accese' nell'universo.

L'Italia è fra i Paesi che stanno lavorando per portare a termine le fasi preliminari del progetto, che ha un'enorme valenza scientifica. La costruzione della rete di antenne di Ska è prevista nel 2018, con una prima serie di telescopi operativi per le osservazioni in frequenze basse e medie. Seguirà il posizionamento delle antenne ad alta frequenza, che potranno quindi raggiungere 20 gigahertz.

www.ansa.it

Imagem mostra ponto em um cometa onde robô espacial deverá pousar

Robô Philae será enviado pela sonda espacial Rosetta em novembro.
Sonda chegou a rota do cometa 67P/Churyumov Guerasimenko em agosto.


Do G1 em São Paulo



Ponto em cruz mostra onde robô deverá pousar no cometa 67P (Foto: ESA/AFP)

Uma imagem divulgada nesta segunda-feira (15) pela Agência Espacial Europeia (ESA) mostra o ponto onde o robô Philae, que será enviado pela sonda Rosetta deverá pousar na superfície do cometa 67P/Churyumov Guerasimenko, em novembro.

A sonda europeia Rosetta chegou no dia 6 de agosto ao histórico "encontro" com o cometa Churyumov Guerasimenko a 400 milhões de quilômetros da Terra, após uma viagem espacial de 10 anos.
Rosetta se posicionou a 100 quilômetros do cometa e desde então o acompanha na trajetória ao redor do Sol. O encontro no espaço aconteceu após uma viagem de mais de uma década e de 6 bilhões de quilômetros.
No dia 11 de novembro, Rosetta se aproximará a poucos quilômetros do cometa, antes de liberar a descida para a superfície do robô Philae, que tem o tamanho de uma geladeira e está repleto de instrumentos científicos.
Na superfície, o Philae realizará durante seis meses experimentos sobre a química e a textura do astro. Após a conclusão do trabalho do robô, Rosetta acompanhará o cometa 'C-G' na viagem ao redor do Sol, enquanto se afasta em direção da órbita de Júpiter, antes de concluir a missão.
Odisseia
Imagem foi divulgada nesta segunda-feira pela agência espacial europeia (Foto: ESA/AFP)Imagem foi divulgada nesta segunda-feira pela agência espacial europeia (Foto: ESA/AFP)
A odisseia começou em março de 2004, com a sonda sobrevoando diversas vezes Marte e a Terra para tomar impulso utilizando a força gravitacional dos planetas para ganhar velocidade. Depois passou por um período de hibernação que permitiu economizar energia.
Os cometas são compostos de poeira e gelo, material primordial restante do processo de formação do Sistema Solar ocorrido há 4,6 bilhões de anos.
A sonda Rosetta tentará decifrar nesta "bola de neve suja" as chaves para compreender como os planetas se formaram ao redor do Sol.
Uma das teorias, conhecida como a hipótese de panspermia, é que os cometas, ao interagir com a Terra, ajudaram a espalhar a vida no planeta, ao transportar água e moléculas orgânicas.
Até agora, as missões de exploração dos cometas foram muito reduzidas e se limitaram a sobrevoá-los. Este foi o caso da sonda americana Stardust, que transportou em seu retorno poeira deixada por um comenta, enquanto a sonda europeia Giotto se aproximou a 200 km da superfície de outro.

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...