quarta-feira, 30 de setembro de 2009

Fuori dal sistema solare un pianeta simile alla Terra



Roma, La Stampa.it - È roccioso come la Terra il pianeta più piccolo e veloce mai scoperto al di fuori del Sistema Solare, del quale solo ora è stata descritta la vera natura. Individuato lo scorso febbraio dal satellite Corot, nato dalla collaborazione fra Agenzia spaziale francese (Cnes) e Agenzia Spaziale Europea (Esa), il pianeta CoRoT-7b è stato ora per la prima vol'a misurato grazie alle informazioni raccolte dall?Osservatorio europeo meridionale (Eso) di La Silla, in Cile. Il risultato, pubblicato sulla rivista Astronomy and Astrophysics, si deve a un gruppo di ricerca internazionale guidato da Didier Queloz, dell'Osservatorio di Ginevra. CoRoT-7b ha una massa che è cinque volte la massa della Terra e un raggio quasi doppio rispetto a quello terrestre. Queste informazioni, sottolineano i ricercatori, «ci dicono che la densità del pianeta è completamente simile a quella della Terra», rivelando la vera natura di CoRoT-7b: un solido mondo roccioso che orbita intorno a una stella un pò più piccola e fredda del Sole e anche più giovane, con i suoi 1,5 miliardi di anni di età.
Anche se il pianeta è roccioso, spiega Queloz, non è certo abitabile, dal momento che le sue temperature arrivano di giorno a 2.000 gradi e di notte a 200. Modelli teorici, prosegue, suggeriscono che il pianeta potrebbe avere lava o oceani bollenti in superficie e che non si sono le condizioni per lo sviluppo della vita. Il pianeta si trova nella costellazione dell'Unicorno, a 500 anni luce dalla Terra, e dista dalla sua stella, CoRoT-7, solo 2,5 milioni di chilometri, cioè è 23 volte più vicino alla sua stella di quanto Mercurio sia vicino al Sole. CoRoT-7b non solo è il pianeta più vicino alla sua stella mai individuato, ma anche il più veloce: orbita intorno a CoRoT-7 alla velocità di 750.000 chilometri orari, sette volte maggiore rispetto alla velocità di rotazione della Terra.

China completa mapa de mais alta resolução da superfície lunar

Planisfério lunar tem três quilômetros por píxel de resolução.Em 2008 a China havia divulgado versão mais limitada do mapa.


Da EFE


Mapa 3D da Lua; Chang'e-1 foi lançada em outubro de 2007 (Crédito: CNSA-1/Xinhua)

Especialistas chineses anunciaram a conclusão do mapa de mais alta resolução da Lua, cobrindo toda a superfície do satélite e elaborado com as imagens tomadas pela primeira sonda lunar chinesa, Chang'e-1, informou nesta terça-feira (29) a agência oficial Xinhua. A Chang'e-1 foi lançada em outubro de 2007.

O mapa será utilizado pelos especialistas do país asiático para estudar as leis de formação geológica da superfície lunar e sua evolução.

O mapa "fixa as bases para o estabelecimento de futuros projetos científicos" da China na Lua, destacou o acadêmico Liu Xianlin, chefe da equipe de especialistas que realizou o trabalho cartográfico.

A sonda lunar consolidou mais de nove milhões de unidades de informação, com as quais os especialistas elaboraram um planisfério lunar de três quilômetros por píxel de resolução.

O programa espacial lunar da China se prepara para sua segunda fase, que inclui a colocação de um veículo na Lua para recolher amostras de solo e pedras.

Em 2008, a CNSA, a agência espacial chinesa, já havia divulgado o mapa da Lua abaixo:

"Osservar le stelle": 250 anni di astronomia a Torino



E’ l’Anno Internazionale dell’Astronomia proclamato dalle Nazioni Unite ma per Torino è anche il 250° compleanno del suo Osservatorio (uno dei 12 che fanno capo all’INAF, Istituto nazionale di astrofisica). “Osservar le stelle”, una mostra di strumenti antichi che servirono a scrutare il cielo in questa città celebra i due secoli e mezzo trascorsi da quando padre Giovanni Battista Beccaria colse l’occasione del passaggio di una cometa per mostrarla al re Vittorio Amedeo III di Savoia e questi, colpito dalle sue conoscenze, gli diede l’incarico di determinare la lunghezza del grado di meridiano in Piemonte.“Osservar le stelle” si apre al pubblico il 2 ottobre e sarà possibile visitarla fino al 15 novembre. L’inaugurazione ha un primo momento giovedì 1° ottobre a Palazzo Lascaris, dove una ricca documentazione fotografica ricostruisce la storia dell’Osservatorio, e poi si sposta a Palazzo Bricherasio, sede della mostra degli strumenti antichi. La direttrice dell’Osservatorio di Torino Ester Antonucci, che ha voluto questa celebrazione, avrà accanto il presidente del Consiglio regionale Davide Gariglio e Alberto Alessio (Fondazione Palazzo Bricherasio).La prima specola di padre Beccaria (1716-1781) fu un terrazzino affacciato su piazza Castello all’inizio di via Po, ancora visibile sul lato sinistro della strada dando le spalle a Palazzo Madama. Di lì si spostò qualche tempo dopo, nel 1789, sui tetti dell’Accademia delle Scienze, dove fu inaugurata solo 11 anni dopo, nel 1790. Di qui, per decisione di Giovanni Plana, nel luglio 1822 l’Osservatorio migrò su una torre di Palazzo Madama. Fu poi padre Giovanni Boccardi, nel 1912, a trasferire l’Osservatorio sulla collina di Pino Torinese, dove tuttora si trova, anche se la ricerca si fa ormai prevalentemente con navicelle spaziali e telescopi situati in luoghi remoti, dove la qualità del cielo consente ancora ricerche utili. A padre Boccardi è dedicato un spettacolo teatrale che andrà in scena sabato alle 21 al Planetario Infini.to.Gli strumenti che Plana installò a Palazzo Madama, alcuni dei quali visibili nella mostra, erano: un circolo meridiano di Reichenbach munito di quattro oculari e di due livelli di contrappesi una macchina equatoriale, costruita a Monaco da Fraunhofer e Utzschneider uno strumento dei passaggi, costruito a Parigi da Lenoir un circolo moltiplicatore di 18 pollici di diametro, costruito a Parigi da Fortin un cannocchiale acromatico di Dollond un teodolite di otto pollici di diametro, costruito da Reichenbach un sestante a riflessione di un piede di diametro, costruito a Londra da Toughton un eliostata, costruito a Milano da Grindel un pendolo astronomico a compensazione, costruito a Parigi da Martin un comparatore composto da due microscopi mobili lungo un'asta di legno un barometro a pozzetto e un termometro a mercurio. A Plana Torino ha dedicato una strada che parte dal lato sud-ovest di piazza Vittorio Veneto e prosegue fino a incrociare via Giolitti, dove si affaccia sull’appartata piazza Maria Teresa, correndo parallela a via della Rocca: siamo in un quartiere oggi abitato dall’alta borghesia e da artigiani di nobili commerci (arte, antiquariato, gioielli) con prezzi, non a caso, astronomici. Giovanni Antonio Amedeo Plana però non era torinese. Nacque a Voghera da Antonio Maria e Giovanna Giacoboni nel 1781, l'anno in cui William Herschel scoprì Urano. Quindicenne, manifestò simpatia per le idee della Rivoluzione Francese e dovette lasciare il Regno Sabaudo per trasferirsi a Grenoble, dove divenne amico dello scrittore Henri Beyle Stendhal. A Parigi fu poi allievo di Lagrange, Laplace e Legendre. Rientrato in Italia, divenne professore di matematica alla Scuola imperiale di Artiglieria e nel 1811 ottenne la cattedra di astronomia all'Università di Torino, incarico che terrà per cinquant'anni: dove si vede che l'attaccamento accademico al potere non è cosa nuova. In questo caso però c'è una valida giustificazione nel fatto che Vittorio Emanuele I il 15 novembre 1817 lo nominò "astronomo reale", carica a vita mutuata dall'illustre esempio dell'Inghilterra. Monumentali sono i tre volumi di Plana sulla "Teoria del movimento della Luna", generati da lavori condotti inizialmente con il Carlini, dal quale Plana si staccherà in seguito a contrasti umani e scientifici: il nostro non aveva un carattere facile, litigò anche con Laplace a proposito delle disuguaglianze osservate nel moto di Giove e Saturno, problema sul quale peraltro l’interpretazione del francese era sbagliata, mentre il Plana aveva visto bene. Con i Lagrange, Giovanni Plana si imparentò sposando nel 1817 Alessandra Maria, figlia del matematico Michele Agostino Lagrange, che era fratello del più famoso Joseph Louis. Da lei ebbe il piccolo Luigi, morto improvvisamente a tre anni, e Sofia, che visse più a lungo ma ebbe un'esistenza tutt'altro che felice. Lui fu invece attivo fino all'età più avanzata: si spense il 20 gennaio 1864 a 83 anni, e ancora pochi giorni prima aveva tenuto una conferenza all'Accademia delle Scienze. E’ questo clima tra Sette e Ottocento, fatto di scienza, élite culturali, sabauda sobrietà e talvolta piccole beghe personali, che si potrà respirare tra gli strumenti di “Osservar le stelle”.Nella foto: la cupola che ospita il telescopio Morais da 42 centimetri sulla collina di Pino Torinese

LaStampa.it
PIERO BIANUCCI

terça-feira, 22 de setembro de 2009

Site da Nasa divulga foto de aurora em território canadense


Foto de Yuichi Takasaka, do projeto Twan (The World At Night) retrara aurora em Yellowknife, Canadá. Auroras são fulgores na atmosfera superior da Terra, causados por interações com partículas provenientes do Sol (Yuichi Takasaka/Twan/Nasa)


G1

domingo, 20 de setembro de 2009

Menor e mais rápido exoplaneta já descoberto tem densidade da Terra

Muito próximo de sua estrela, CoRoT-7b não pode abrigar vida.Projeto de caça de ‘outras Terras’ tem participação brasileira.

Do G1, em São Paulo



Impressão artística retrata CoRoT-7b com lava (Foto: ESO/L. Calcada)

O CoRoT-7b, o menor exoplaneta conhecido, e com a órbita mais acelerada, tem densidade similar à da Terra. Isso quer dizer que ele é rochoso. A conclusão foi obtida com base em cálculos que indicam massa cinco vezes superior e um raio 80% maior que o da Terra. Exoplaneta, ou planeta extra-solar, é um planeta que orbita uma estrela que não seja o Sol.

Em dezembro de 2006, França, agência espacial europeia (ESA, na sigla em inglês), Áustria, Bélgica, Brasil, Alemanha e Espanha, lançaram o satélite CoRoT (acrônimo de convecção, rotação de estrelas e trânsito dos planetas extra-solares). Em fevereiro deste ano, foi anunciada a descoberta de um pequeno exoplaneta, o CoRoT-7b, que orbita a estrela TYC 4799-1733-1 (depois rebatizada para CoRoT-7). Fica a 500 anos-luz, na Constelação de Unicórnio (Monocerotis). O anúncio foi feito um ano após medições e confirmações realizadas por telescópios baseados na Terra.

Os dados foram colhidos pelo Harps (high accuracy radial velocity planet searcher), um dos instrumentos embutidos no telescópio de 3,6 metros do Observatório de La Silla, no Chile. O Harps é considerado o melhor caçador de exoplanetas de que a ciência dispõe atualmente.

Com as informações, CoRoT-7b foi classificado como exoplaneta do tipo “super-Terra”. Cerca de uma dúzia desses corpos celestes já foram detectados. A peculiaridade do CoRoT-7b é que se trata da primeira vez em que a massa de um exoplaneta pequeno é calculada.

Como ele orbita muito perto de sua estrela, CoRoT-7b viaja a 750 mil quilômetros por hora, mais de 7 vezes a velocidade da Terra ao redor do Sol. “O planeta fica tão perto da estrela que deve parecer o inferno de Dante”, disse Didier Queloz, coordenador da equipe que realizou as medições.

Concurso do Observatório Real premia melhores fotos amadoras do espaço

Evento britânico recebeu 540 inscrições de pessoas em 25 países.Fotos foram feitas com câmeras, telescópios e telefones celulares.

Da BBC
Um concurso realizado pelo Observatório Real Britânico, em Greenwich, em Londres, premiou as melhores fotografias amadoras de astronomia de 2009. O britânico Martin Pugh foi o grande vencedor do ano, conseguindo registrar a chamada Nebulosa do Cavalo. Para conseguir a imagem, Pugh passou dois meses analisando e registrando fotos do céu, a partir de seu jardim, com um telescópio e uma câmera digital.
O concurso recebeu 540 inscrições de pessoas em 25 países, e as fotos foram realizadas com câmeras, telescópios e até telefones celulares.

"A variedade e a qualidade das imagens que recebemos foram de tirar o fôlego", disse Marek Kukula, astrônomo do Observatório Real. "Isso mostra que mesmo 400 anos anos depois das primeiras observações de Galileu com um telescópio, a astronomia ainda é uma ciência viva, que qualquer pessoa pode curtir."

As melhores fotos do concurso estão expostas no Observatório até 10 de janeiro de 2010.

Sol expele rajadas contra Terra mesmo em períodos de 'calma', diz estudo

Cientistas constatam que, no ano passado, período de baixa atividade do Sol, a Terra foi bombardeada por energia solar.

Da BBC


O Sol bombardeia a Terra com rajadas de partículas - o chamado vento solar - mesmo quando sua atividade parece estar em baixa, afirmaram cientistas do Centro Nacional de Pesquisa Atmosférica (NCAR, na sigla em inglês) e da Universidade de Michigan, nos Estados Unidos.

Segundo os cientistas, isso contraria a noção de que a atividade solar pode ser medida apenas pelas manchas em sua superfície - nos ciclos de aproximadamente 11 anos, os períodos em que a atividade solar parece mais "quieta" coincidem com a fase em que há menos manchas na superfície.

Até agora, essas manchas eram usadas para medir as mudanças de impacto da estrela sobre a Terra durante esses ciclos de 11 anos.

Nas fases de maior atividade, o número de manchas aumenta. Neste período, o sol lança intensas chamas diariamente e tempestades geomagnéticas atingem a Terra frequentemente, derrubando satélites e interrompendo redes de comunicações.

"O Sol continua a nos surpreender", disse a líder da pesquisa Sarah Gibson, do Observatório de Alta Altitude do NCAR. "O vento solar pode atingir a Terra como uma mangueira de fogo, mesmo quando não há praticamente nenhuma mancha em sua superfície."

O estudo, financiado pela Nasa e pela Fundação Nacional da Ciência, está sendo publicado nesta sexta-feira (18) no "Journal of Geophysical Research".

Manchas
Há séculos os cientistas se baseiam nas manchas solares - áreas de campos magnéticos concentrados que aparecem como manchas escuras na superfície solar - para determinar o ciclo de aproximadamente 11 anos.

Desta vez, Gibson e sua equipe se concentraram em outro processo pelo qual o sol libera energia, analisando rajadas de vento solar de alta velocidade, que carregam turbulentos campos magnéticos para fora do sistema solar.

Quando essas rajadas chegam perto da Terra, elas intensificam a energia no cinturão de radiação em torno do planeta. Isso aumenta a pressão no topo da atmosfera e pode afetar satélites de meteorologia, navegação e comunicação, em órbita nessa região, além de ameaçar os astronautas da Estação Espacial Internacional.

Os cientistas analisaram informações coletadas por instrumentos espaciais e baseados na Terra durante dois projetos, um em 1996 e outro em 2008. O ciclo solar estava em sua fase de atividade mínima durante os dois períodos.

No passado, cientistas acreditavam que essas rajadas de vento praticamente desapareciam nos períodos de quietude do Sol, mas quando a equipe comparou o efeito do vento solar de agora com o de 1996, último período de calmaria do astro, concluiu que a Terra continuou sendo intensamente afetada no ano passado.

Apesar de o sol apresentar menos manchas em sua superfície do que em qualquer período de baixa dos últimos 75 anos, o efeito do astro sobre o cinturão de radiação em torno da Terra - medido pelos fluxos de elétrons - foi mais do que três vezes maior no ano passado do que em 1996.

Os cientistas também concluíram que, apesar de o Sol apresentar ainda menos manchas atualmente do que em seu período de calmaria de 1996, os ventos solares eram mais fracos 13 anos atrás.

Impacto
No momento de pico, o impacto acumulado das rajadas de vento durante um ano pode injetar tanta energia na Terra como as erupções maciças da superfície solar durante um ano no período de alta atividade do Sol, afirma a coautora do estudo Janet Kozyra, da Universidade de Michigan.
Segundo Gibson, as observações deste ano mostram que os ventos parecem finalmente ter diminuído, quase dois anos depois de as manchas terem chegado ao mínimo deste último ciclo.

Os cientistas, no entanto, afirmam que são necessários mais estudos para entender os impactos dessas rajadas de vento sobre o planeta. Para Gibson, o fato de que o Sol continua afetando intensamente as atividades magnéticas na Terra nestes períodos de calma pode ter implicações para satélites e outros sistemas tecnológicos.

"Isso deve manter os cientistas ocupados tentando juntar todas as peças", afirma ela.

Crateras da Lua estão entre os locais mais frios do Sistema Solar, diz Nasa

Temperaturas em crateras no polo sul lunar podem chegar a -238º C, pouco acima do zero absoluto (-273,15ºC).

Da BBC

Informações foram coletadas pela sonda Lunar Reconnaissance Orbiter

Dados coletados por uma missão da Nasa que está fazendo um mapeamento da superfície da Lua apontam que crateras que ficam na região do polo sul do satélite podem ser alguns dos locais mais frios de todo o Sistema Solar.

Segundo as primeiras informações coletadas pela sonda Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO), que foi lançado no último dia 18 de junho, as temperaturas em regiões que nunca recebem a luz do Sol no interior dessas crateras podem chegar a -238º C, pouco acima do zero absoluto, -273,15 ºC.

"Essas temperaturas extremamente frias estão, até onde sabemos, entre as menores que já foram registradas em qualquer outro lugar do Sistema Solar", diz David Paige, responsável pelo Diviner Lunar Radiometer Experiment, um dos sete instrumentos a bordo da missão e que está fazendo um mapeamento térmico da Lua.

Gelo
Segundo os pesquisadores, o fato de existirem esses locais com temperaturas extremamente baixas na Lua aumenta a probabilidade de que haja água e outros componentes congelados no interior dessas crateras.

A eventual presença de gelo nelas pode ser de extrema importância para futuras missões tripuladas ou não à Lua, principalmente se elas durarem longos períodos.

Isso porque a descoberta permitiria reduzir a quantidade de material que precisaria ser transportado da Terra em futuras missões.

O mapeamento térmico detalhado da Lua feito pelo Diviner Lunar Radiometer Experiment, além de localizar áreas extremamente frias, pode dar pistas sobre a composição de rochas e do solo, além de apontar regiões que podem ser perigosas para o pouso de veículos.

Os dados coletados apontam ainda que as variações de temperaturas na superfície da Lua estão entre as mais extremas do Sistema Solar.

Segundo as informações, ao meio-dia, na região no equador lunar, as temperaturas na superfície ultrapassam os 106°C. Durante a noite, no entanto, a temperatura cai a -183°C.

segunda-feira, 14 de setembro de 2009

Agência europeia divulga imagem panorâmica da Via-Láctea

‘Astrofotógrafo’ usou como base observatórios no Chile e nas Canárias.Imagem resulta da composição de 1.200 fotos.



Serge Brunier/ESO

A Organização Europeia para Pesquisa Astronômica no Hemisfério Sul (ESO, na sigla em inglês) divulgou nesta segunda-feira (14) um panorama do céu obtido pelo projeto GigaGalaxy Zoom , por meio de observatórios no Chile, especialmente La Silla e Paranal (“os mais produtivos do mundo”, afirma a ESO).

A imagem, de 360°, cobre toda a esfera celeste.

A foto é resultado de parceria entre a ESO, o ‘astrofotógrafo’ francês Serge Brunier e seu colega Frederic Tapissier. Brunier gastou semanas captando imagens, entre agosto de 2008 e fevereiro de 2009.

Durante uma semana o trabalho foi deslocado para La Palma, uma das ilhas Canárias. A imagem resultante é composta por mais de 300 campos, cada um fotografado por Brunier quatro vezes.

O total de imagens usadas na composição é de aproximadamente 1.200.


G1

quinta-feira, 10 de setembro de 2009

Total Solar Eclipse 2009 July 22 - China


Total Solar Eclipse 2009 July 22
Observed from Jinshanwei, China


The weather conditions were rather unstable at the beach site at Jinshanwei, approximately 65 kms south of Shanghai, where the shadow would leave China and hence being in the middle of the zone in the country, which should leave us 6 minutes and 57 seconds of totality.
However, rain showers were lurking, and we did see the sun in between clouds for some desperate seconds from 1st contact and up till approximately one and a half minute before totality 2nd contact, when the sun disappeared totally behind clouds!
It got dark though, and many people were gathered at the beach site, many with telescopes and photogaphic equipment. People cheered during this spectacular event, though the sun was not only obscured by the moon, but also by the clouds.
Streetlights came on, it got really dark, but we were rejected the most beautiful sight though. The partially eclipsed sun appeared again after approx. one minute after the 3rd contact and we felt the heavenly bodies were laughing at us!
After about 10 minutes it started to rain heavily and everybody had to quickly escape the site. The rain persisted for about three hours and we returned to Shanghai quite wet! Well... we were there at least, my wife and I.


Source: Kjell Inge Malde - NORWAY

http://d.yimg.com/kq/groups/20546796/151476538/name/tse2009.html

INTER-SOL AUGUST 2009

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V O L K S S T E R N W A R T E P A D E R B O R N E. V.
>>> I N T E R - S O L - P R O T O C O L (V.2.2) <<<
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Volkssternwarte * Postfach 1142 * D-33041 Paderborn * Germany
Phone: * Fax: +49(0)5254-932043 * Data@Inter-Sol.org
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Name ........... : Lucimary Vargas
Place of observ. : "Monoceros" Astronomical Observatory - Além Paraíba-MG-Brasil
Address ........ : Rua Luiz Carlos Marotta, 508 - 36660000
E-Mail ......... : observatorio.monoceros@gmail.com
Instrument ..... : Reflector Newt. 200mm Ø/1600mm - 150X - Solar Skreen Filter - Direct Method
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> <
> M O N T H : AUGUST Y E A R : 2009 <
> <
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DayTime UT gr grfp grf efp ef Cond. Comments
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04 17:00 0 0 0 0 0 1
05 17:30 0 0 0 0 0 1 cirrus stratus
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17 17:00 0 0 0 0 0 1 stratus cumulus
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29 17:00 0 0 0 0 0 1 cirrus
30 17:00 0 0 0 0 0 1 altus cirrus
31 17:00 0 0 0 0 0 1 altus cumulus
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Please fill in your data, copy the protocol into an e-mail and send
it to "Data@Inter-Sol.org". If necessary, put any special comments at
the end of the e-mail. Never change formate of this formular! Thanks.



Lucimary Vargas
Presidente
Observatório Astronômico Monoceros
AHAP/CEPESLE
Além Paraíba-MG-Brasil
http://www.monoceros.xpg.com.br
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http://twitter.com/lucimaryvargas

Solar Activities - CV-Observations Form

Results of CV-Observations Form submitted by:
    Lucimary Vargas (
observatorio.monoceros@gmail.com)
    on Thursday, September 10, 2009 at 12:17:42 (UTC-8)
 
 
 
CV-Helios Network
K. I. Malde
Sildekroken 23 B
N-4085  Hundvaag
N O R W A Y

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Name: Lucimary Vargas

Email:
observatorio.monoceros@gmail.com

Month: August

Year: 2009

Memno: CV-130

Place: Além Paraíba-MG-Brazil

Telescope: 200mm/1600mm

Method: D

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Comments: Tel. Refl. Newtoniano 200 mm Ø ,Solar Skreen Filter

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quarta-feira, 9 de setembro de 2009

Nasa divulga novas imagens obtidas pelo Telescópio Hubble


Astrônomos avaliam que o Telescópio Espacial Hubble, da Nasa, a agência espacial americana, está plenamente “rejuvenescido” com a divulgação, nesta quarta-feira (9), de registros de quatro de seus seis instrumentos científicos em operação. A imagem acima é da Nébula 6302, também conhecida por “nébula borboleta”. As asas da borboleta são na realidade caldeirões de gás a quase 20 mil graus Celsius. O gás se espalha a 965 mil quilômetros por hora, velocidade suficiente para viajar da Terra à Lua em 24 minutos. Uma estrela moribunda, que um dia já teve cinco vezes a massa do Sol, está no centro do turbilhão. (Imagem: NASA, ESA, and the Hubble SM4 ERO Team)

sexta-feira, 4 de setembro de 2009

Astrônomos descobrem uma Pedra de Roseta celestial


Se fosse possível olhar para o sistema binário diretamente, ele se pareceria com a imagem desta concepção artística.[Imagem: Francesco Mereghetti, Background: NASA, ESA e T.M. Brown (STScI)]

Redação do Site Inovação Tecnológica - 04/09/2009

Faróis do Universo

O telescópio espacial XMM-Newton, que enxerga o espaço na faixa dos raios X, descobriu uma verdadeira Pedra de Roseta celestial, que poderá ajudar a decifrar o passado e o futuro do Universo.

O achado é uma estrela anã-branca que está girando em torno de outra estrela e que poderá explodir para formar um tipo particular de supernova de grande interesse dos astrônomos. Essas supernovas são tão especiais porque elas são utilizadas como uma espécie de farol para medir as distâncias cósmicas e, em última instância, para entender a expansão do nosso Universo.

Anã-branca super maciça
Os astrônomos estavam no rastro desse objeto misterioso desde 1997, quando descobriram alguma coisa emitindo raios X nas proximidades da brilhante estrela HD 49798.

Agora, graças à altíssima sensibilidade do XMM-Newton, que já havia descoberto um zumbi cósmico no início deste ano, foi possível acompanhar o objeto ao longo de sua órbita, revelando do que se tratava - uma anã-branca em um sistema binário, o coração morto de uma estrela girando em torno de outra estrela e emitindo raios X em direção ao espaço.

E tampouco trata-se de uma anã-branca comum. A equipe do professor Sandro Mereghetti descobriu que sua massa é duas vezes maior do que o esperado.

A maioria das anãs-brancas têm uma massa equivalente a 0,6 massa solar empacotada em um objeto do tamanho da Terra. A nova anã-branca tem o dobro dessa massa em um diâmetro equivalente à metade do diâmetro da Terra. E ela dá um giro em torno de si mesma a cada 13 segundos, o que a transforma na mais rápida anã-branca conhecida.

Origem das supernovas
Com uma massa de 1,3 massa solar, a anã-branca está se aproximando rapidamente do seu limite - quando atingem 1,4 massa solar, duas coisas podem acontecer com as anãs-brancas: elas podem explodir ou implodir, colapsando em um objeto ainda mais compacto, chamado estrela de nêutrons.

Sua massa vai aumentando aos poucos quando sua gigantesca gravidade suga matéria de sua estrela vizinha por meio de um fenômeno chamado acreção.

A explosão de anãs-brancas é a explicação mais aceita hoje para as chamadas Supernovas Ia, eventos extremamente brilhantes que os astrônomos utilizam para medir a expansão do Universo.

Calculando o futuro
Esta é a primeira vez que os cientistas conseguem observar uma anã-branca crescendo por acreção em um sistema binário, o que os permitiu determinar sua massa com uma precisão inédita.

"Esta é a Pedra de Roseta das anãs-brancas em sistemas binários. Nossa determinação precisa das massas das duas estrelas é essencial. Nós agora poderemos estudá-las melhor e tentar reconstruir seu passado, de forma que possamos calcular seu futuro," disse Mereghetti.

Espetáculo celestial
E o futuro deste par especial de estrelas será espetacular. A anã-branca provavelmente explodirá em alguns milhões de anos. Embora ela esteja longe o bastante para não representar perigo para a Terra, ela está próxima o suficiente para se tornar um espetáculo celestial extraordinário.

Os cálculos dos cientistas mostram que, quando ela explodir, seu brilho será tão intenso que poderá ser visto durante o dia a olho nu. À noite ela deverá ser tão grande e brilhante quanto uma Lua cheia.

Sorte dos nossos descendentes.


Bibliografia:

An ultra massive fast-spinning white dwarf in a peculiar binary systemS. Mereghetti, A. Tiengo, P. Esposito, N. La Palombara, G.L. Israel, L. StellaScience 4 September 2009 Vol.: 325. no. 5945, pp. 1222 - 1223DOI: 10.1126/science.1176252

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