segunda-feira, 15 de fevereiro de 2016

Una culla di pianeti attorno a due soli

Rappresentazione artistica del sistema binario si stelle HD 142527 e del disco di polveri dal quale sta nascendo un sistema planetario (fonte: B. Saxton (NRAO/AUI/NSF)Rappresentazione artistica del sistema binario si stelle HD 142527 e del disco di polveri dal quale sta nascendo un sistema planetario (fonte: B. Saxton (NRAO/AUI/NSF)
Un nuovo sistema planetario sta nascendo attorno a due soli. E' stato scoperto dal telescopio Alma, sulle Ande cilene, ed e' un fenomeno raro, utile per capire come i pianeti possano formarsi e mantenere orbite stabili attorno a due stelle che ruotano l'una attorno all'altra. Annunciata a Washington, durante la conferenza dell'Associazione Americana per l'Avanzamento delle Scienze (AAAS), la scoperta si deve al gruppo coordinato dall'astronomo italiano Andrea Isella, che lavora negli Stati uniti, alla Rice University. 

Le immagini catturate dal telescopio mostrano che nel disco in cui si stanno formando i pianeti c'e' una regione a forma di mezzaluna e ricca di polveri, che potrebbe essere cruciale per la nascita del sistema planetario. Le immagini di Alma, ha detto Isella, ''rivelano i dettagli inediti dei processi fisici che regolano la formazione dei pianeti attorno a questo sistema''. 

Situato nell'ammasso di giovani stelle Scorpius-Centaurus, il sistema planetario in formazione e' a circa 450 anni luce di distanza dalla Terra. La coppia di stelle intorno alla quale sta nascendo si chiama HD 142527; è composta da una stella con una massa doppia di quella del nostro Sole e dalla compagna, con una massa leggermente inferiore, distanti l'una dall'atra circa 1,5 miliardi di chilometri, poco più della distanza fra il Sole a Saturno.

Le immagini ad alta risoluzione mostrano un largo anello a forma ellittica che circonda le due stelle: e' costituito per la maggior parte da gas, soprattutto monossido di carbonio, ma in esso vi e' una regione a forma di arco ricca di polveri e completamente priva di gas. 
Secondo gli astronomi, in questa regione il gas si e' congelato, formando uno strato di brina sui grani di polvere. Si ipotizza che sia questo velo di ghiaccio sui grani a dare l'avvio alla formazione dei pianeti. ''La temperatura e' cosi' bassa che il gas si trasforma in ghiaccio e si attacca ai grani'', ha spiegato Isella. Si pensa, ha proseguito l'astronomo, che questo processo aumenti la capacita' dei grani di polvere di attaccarsi fra loro e, collisione dopo collisione, permetta di raggiungere masse sempre maggiori, fino a diventare pianeti.

www.ansa.it

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