sábado, 4 de fevereiro de 2012

Venere rallenta la sua rotazione

Mappa geologica di Venere (fonte: NASA Ames Reseach Center, U.S Geological Survey e Massachusetts Institute of Technology)
 
I giorni su Venere scorrono sempre più lenti. Rispetto a venti anni fa, infatti, il pianeta impiega ben 6 minuti e mezzo in più per completare la rotazione intorno al suo asse, un moto caratterizzato già da una lentezza da record visto che viene completato nell'arco di 243 giorni terrestri. Lo dimostra uno studio condotto dal DLR Institute of Planetary Research di Berlino e pubblicato nel numero speciale di febbraio della rivista Icarus ,interamente dedicata alle più recenti ricerche su Venere.

I ricercatori, guidati da Nils Mueller, hanno confrontato i dati raccolti tra il 1990 e il 1994 dalla sonda Magellan della Nasa con quelli della missione Venus Express dell'Agenzia spaziale europea (Esa) che dal 2006 è in orbita attorno a Venere. Dopo un'attenta revisione delle riprese radar di Magellan, grazie alla quale sono stati individuati alcuni punti di riferimento sulla superficie di Venere, Muller e colleghi sono andati alla ricerca delle stesse strutture nelle recenti osservazioni del pianeta nell'infrarosso ottenute dallo strumento Virtis, lo spettrometro a immagini in gran parte ideato, progettato e realizzato in Italia da ricercatori dell'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e dalla Società Galileo Avionica del Gruppo Finmeccanica per conto dell'Agenzia spaziale italiana (Asi).

Grazie alla precisione delle immagini di Virtis, è stato possibile individuare a venti anni di distanza le stesse strutture della superficie del pianeta. Queste, pero', sono state trovate a 20 chilometri di distanza dai punti in cui avrebbero dovuto essere tenendo conto della velocita' di rotazione del pianeta. Da qui l'idea che Venere abbia visto crescere la durata del suo giorno di ben 6 minuti e mezzo.

Secondo gli esperti, il 'freno' che rallenta la rotazione di Venere e' la sua densa atmosfera. Moti ondulatori che si propagano sulla superficie del pianeta da questa enorme massa di gas, in gran parte composta da anidride carbonica e acido solforico, potrebbero creare degli effetti di attrito in grado di rallentare la rotazione del pianeta.

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Il 13 febbraio il primo volo di Vega

La base di lancio di Vega a Kourou (Guyana Francese) (fonte: ESA-S.Corvaja,2012)
 
E' stata fissata per il 13 febbraio, alle 11,00 (ora italiana) la data del primo volo del lanciatore europeo Vega dalla base di Kourou, nlla Guyana Francese. Lo rendono noto l’Agenzia Spaziale Europea (Esa), l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e la Avio.

    Quello del 13 febbraio sarà un volo di qualifica, nel quale il piccolo lanciatore porterà in orbita nove satelliti, quattro dei quali italiani. Questi sono Lares (Laser Relativity Satellite), dell’Asi, ed AlmaSat-1, dell’università di Bologna, ed ii mini-satelliti E-St@, realizzato dal Politecnico di Torino, e UniCubeSat-GG, realizzato dal gruppo GAUSS della Scuola di Ingegneria Aerospaziale dell'università di Roma La Sapienza. Gli altri Cube-Sat sono Goliat (Romania), MaSat-1 (Ungheria), PW-Sat (Polonia), Robusta (Francia) e Xatcobeo (Spagna).

    La prima missione di Vega si chiama VV01 e la finestra di lancio prevista è di due ore, vale a dire che la possibilita’ di lanciare si estende a partire dalle 11,00 (ora italiana) alle 13,00 (ora italiana).  Costruito in Italia, negli stabilimenti della Avio a Collefero (Roma), Vega entra cosi’ a far parte della famiglia dei lanciatori europei, accanto all’Ariane 5, per carichi pesanti, e alla Soyuz, per carichi medi. A livello europeo il programma Vega è sostenuto, oltre che dall’Italia, da sei Paesi (Francia, Belgio, Olanda, Spagna, Svezia e Svizzera).

   Il primo volo di Vega, dopo il quale l’attività del lanciatore sarà gestita dalla francese Arianespace, è il punto di arrivo di un percorso di sviluppo cominciato in Italia all’inizio degli anni '90, con Asi e Avio, e negli ultimi nove anni guidato dall’Esa e  dalla Elv, la societa’ costituita al 70% dalla Avio e per il 30% dall'Asi. Le altre aziende italiane che partecipano al progetto ci sono Vitrociset, responsabile delle operazioni di terra, Telespazio, Cira, CGS, Selex Galileo.
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