sábado, 14 de abril de 2018

We're on a mission to find thousands of new planets orbiting nearby stars.

During a two-year survey, NASA's Transiting Exoplanet Survey Satellite - TESS will study 85 percent of the sky, looking for signs of planets ranging from Earth-size to larger than Jupiter. 



NASA

Cancellata l’ipotesi della vita su Proxima b, sosia della Terra

A causa di una eruzione gigantesca sulla sua stella Proxima Centauri

Redazione ANSA  
  1. Un'eruzione gigantesca avvenuta nel marzo 2016 su Proxima Centauri, la stella più vicina al Sole, ha sconvolto l pianeta Proxima b, rendendo impossibile la sopravvivenza di eventuali forme di vita. Lo indica la ricerca pubblicata sulla rivista Astrophysical Journal Letters e coordinata dall'Università del Colorado a Boulder. Finora considerato un possibile sosia della Terra, Proxima b è un pianeta roccioso ma i dubbi sulla sua capacità di ospitare la vita sono stati finra molti a causa della vicinanza con la sua stella.
  2.  "Un'eruzione simile nel Sole  non sarebbe stata devastante per la Terra", osserva Riccardo Claudi, dell'Osservatorio di Padova dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). "Quando si verificano questi fenomeni, da una stella si diramano particelle ad alta energia, i raggi cosmici solari, che possono erodere l'atmosfera del pianeta vicino. Nel caso del Sole la distanza della Terra e' abbastanza grande e ci mette al riparo, mentre nel caso di Proxima Centauri la distanza è minore e l'effetto è distruttivo". 

  3. "D'altra parte - conclude il ricercatore - è questa minore distanza che rende possibili temperature adatte alla formazione di acqua liquida e di eventuali forme di vita. Questo perchè la stella di Proxima Centauri è una stella fredda, a differenza del Sole, e quindi la potenza che irradia è inferiore".

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Scoperto uno 'zoo' di futuri pianeti

Sono dischi di polveri attorno a giovani stelle, tutti diversi fra loro

Redazione ANSA  
Scoperto un vero e proprio 'zoo' di 'fabbriche di pianeti', cioè dischi di polveri e gasintorno a giovani stelle. Le immagini che li immortalano sono strepitose e mostrano la differenza fra queste strutture. Alcuni dischi ospitano anelli di polveri luminose, altri di polveri più scure, ma tutti rivelano indizi utili a capire come potrebbe essere stato il Sistema Solare oltre 4 miliardi di anni fa. La scoperta, pubblicata in due ricerche sulla rivista Astronomy & Astrophysics, parla anche italiano, con il gruppo dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), coordinato da Elena Sissa. 

In tutto sono stati individuati 9 dischi intorno ad altrettante stelle, che hanno circa 10 milioni di anni e si trovano a distanze comprese fra 230 e 550 anni luce dalla Terra. Cruciali sono state le immagini catturate dallo strumento Sphere, installato sul Very Large Telescope (VLT) dell'Osservatorio Europeo Meridionale in Cile, che hanno permesso di identificare le strutture e vedere che sono molto diverse tra loro.

Scoperte 9 'fabbriche' di pianeti distanti 230 anni luce (fonte: ESO/H. Avenhaus et al./E. Sissa et al./DARTT-S and SHINE collaborations)

"I dischi sono tutti differenti, in particolare nelle dimensioni" ha rilevato Henning Avenhaus, dell'Istituto tedesco Max Planck per l'astronomia e del Politecnico di Zurigo, che ha coordinato una delle ricerche. Alcuni dischi hanno il raggio pari a 80 volte la distanza fra il Sole e la Terra, altri pari a 700 volte. Inoltre, alcuni ospitano solo polveri e gas, in altri le polveri si sono già aggregate per formare i mattoni dei pianeti, come il disco individuato dal gruppo italiano attorno alla stella GSC 07396-00759, che è singolarissima. 

La stella, infatti, è legata, tramite la forza di gravità, a una coppia di stelle a sua volta circondata da un altro disco che era già noto. La struttura attorno alla coppia "è ricca di gas ed è in una fase evolutiva precedente a quella del disco di GSC 7396-0759, sebbene i due sistemi siano nati assieme" ha detto Sissa. Questo trio appare quindi come un laboratorio naturale per lo studio dell'evoluzione di queste strutture "che ci aspettiamo possa essere diversa per le stelle singole e per quelle binarie".

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Sul web la paura del pianeta Nibiru, ma non esiste

La bufala torna per la quarta volta in 15 anni

Redazione ANSA  
Il pianeta Nibiru dovrebbe colpire la Terra il 23 aprile 2018, ma niente paura: non esiste. Per la quarta volta in 15 anni il misterioso pianeta tornerebbe a minacciare il nostro, ma è soltanto una bufala che sta correndo sul web, proprio come era avvenuto nel 2003, nel 2012 e nel 2017.
Non esistono né il pianeta né il rischio della fine del mondo, ma la bufala è chiaramente ispirata al film Melancholia, nel quale la Terra è minacciata da una catastrofe simile. Ad alimentare la leggenda metropolitana è David Meade, come si fa chiamare l'autore del libro 'Planet X, The 2017 Arrival', secondo il quale il misterioso pianeta avrebbe colpito la Terra il 23 settembre 2017, in base a una sua reinterpretazione dell'Apocalisse della Bibbia.
Adesso la data si è spostata in avanti di un anno e il 23 aprile 2018 il pianeta dovrebbe sfiorare la Terra, sconvolgendone orbita e inclinazione, con conseguenze catastrofiche per l'umanità. "È un tema assolutamente privo di fondamentonon c'è nessuna base scientifica a sostegno della fantasiosa ipotesi", ha rilevato l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope. La bufala di Nibiru va avanti dal 1995, quando l'americana Nancy Lieder aveva affermato di avere un chip nel cervello che le permetteva di comunicare con gli alieni del sistema di stelle Zeta Reticuli.
Gli alieni le avrebbero detto che il corpo celeste, che si troverebbe ai confini del Sistema Solare, sarebbe passato vicino alla Terra nel maggio 2003, con conseguenze catastrofiche. Ma il pianeta ha mancato quell'appuntamento e la donna ha spostato la previsione al 2012, quando la bufala è dilagata su internet, al punto che la Nasa è dovuta scendere in campo per dire che il pianeta non esiste e la Terra non corre alcun pericolo di questo tipo.
"E' una leggenda metropolitana dura a morire ed è on demand: è tirata in ballo e rivisitata nelle più svariate occasioni - ha detto Masi - anche quando c'è stata l'ipotesi, non confermata, dell'esistenza del pianeta 9 ai confini del Sistema Solare". Nibiru era stato chiamato in causa anche in occasione di un'altra fake news virale, quella fine del mondo prevista dai Maya per il 21 dicembre 2012.
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