quarta-feira, 8 de maio de 2013

L'astronomia italiana a caccia di mondi 'alieni'

Rappresentazione artistica della missione europea BepiColombo diretta a Mercurio (fonte: EADS Astrium)  
Rappresentazione artistica della missione europea BepiColombo diretta a Mercurio
 (fonte: EADS Astrium)
 
L'astronomia italiana e' in prima fila in tutte le prossime missioni europee tese a dare la caccia ai pianeti esterni al Sistema Solare tra i quali potrebbero nascondersi gemelli della Terra. Tuttavia non gode di perfetta salute: le pubblicazioni stanno registrando il calo piu' grave a livello europeo, ben 200 in meno dal 2011 al 2012 contro la media di 100 registrata in Europa. Debutta con questi dati in chiaroscuro il congresso della Societa' Astronomica Italiana (Sait), in programma a Bologna fino al 10 maggio.

''C'e' molta enfasi sui progetti di ricerca sui pianeti esterni al Sistema Solare'', ha detto il presidente della Sait, Roberto Buonanno. L'Italia, ha aggiunto, e' pronta a partecipare a questa ricerca attraverso l'Agenzia Spaziale Europea (Esa), l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e l'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Sono tre le missioni all'orizzonte, tutte e tre dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa). La piu' vicina si chiama Gaia, e' in programma nel settembre 2013 e coinvolge circa 300 ricercatori italiani. ''E' dedicata allo studio di circa un miliardo di stelle per studiarne la distribuzione nella galassia e per cercare pianeti che ruotano intorno ad esse'', ha spiegato Buonanno. Nel 2014 sara' la volta di Cheops, volta a scoprire come sono fatti i pianeti simili alla Terra, e nel 2017 ci sara' BepiColombo, diretta a Mercurio.

Tuttavia ''per la ricerca italiana e' arrivato il momento di un esame di coscienza'', ha osservato Buonanno. ''Si comincia a vedereil declino che ci si aspettava''. L'eta' media dei ricercatori va aumentando, le possibilita' per i giovani si riducono e si pubblica molto meno. Secondo i dati internazionali piu' recenti presentati a Bologna dal 2011 al 2012 le pubblicazioni si sono ridotte da 600 a 400 l'anno: ''e' vero che potrebbe trattarsi di una fluttuazione annuale - ha osservato il presidente della Sait - ma e' comunque un segnale da non trascurare''. E' sotto gli occhi di tutti, ha concluso Buonanno, che ''c'e' un declino sia nei risultati scientifici sia nell'interesse degli studenti, ma bisogna riconoscere che e' un declino ancora reversibile''.


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