sexta-feira, 25 de março de 2016

Simpósio Catarinense de Astronomia

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Alexandre Amorim

sábado, 12 de março de 2016

Al via ExoMars, la nuova missione europea verso Marte

E' prevista per il 14 marzo la partenza della missione europea ExoMars 2016 che porterà sul Pianeta Rosso un orbiter, destinato a studiare i gas atmosferici a caccia di tracce di attività biologica, e il modulo Schiaparelli, di costruzione italiana, che sperimenterà le tecnologie di discesa e atterraggio in vista dell'invio di un rover nel 2018.

E' al via il programma europeo di esplorazione marziana ExoMars, realizzatto dall'ESA (Agenzia spaziale europea) in collaborazione con l'Agenzia spaziale russa e con un contributo italiano di primissimo piano. "Exomars - ha ricordato infatti Roberto Battiston, presidente dell'Agenzia spaziale italiana (ASI) - è un punto di svolta per l’esplorazione europea dello spazio e non a caso è una missione dove l’Italia ha la premiership, in termini industriali, scientifici e finanziari." Il programma - che è composto da due missioni. Exomars 2016 ed Exomars 2018 - è la seconda grande impresa di esplorazione marziana dell'ESA dopo Mars Express, lanciato nel 2003 e ancora operativo.


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sexta-feira, 11 de março de 2016

L'eclissi ha dato spettacolo sul Pacifico

L'eclissi totale di Sole del  marzo 2016 vista dal Borneo (fonte: Sandi Kurniawan)L'eclissi totale di Sole del marzo 2016 vista dal Borneo (fonte: Sandi Kurniawan)
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L’eclissi totale di Sole ha mantenuto le promesse, offrendo uno spettacolo unico. E’ stata visibile soltanto sul Pacifico e le prime immagini sono straordinarie. In Indonesia e sulla zona centrale del Pacifico il disco del Sole è stato gradualmente oscurato poco dopo il suo sorgere dalla prima superluna del 2016, e gradualmente è stata raggiunta la totalità, durata oltre quattro minuti. L’eclissi è stata invece parziale sull’Indonesia fino a gran parte dell’Asia sud-orientale e dell’Australia. Su gran parte dell’India e sul Nepal il Sole è sorto già parzialmente eclissato. 

L'evento ha richiamato anche l'attenzione degli astronomi, per i quali è l'occasione per studiare la corona solare, ossia la parte più interna dell'esuberante atmosfera della nostra stella. 



Per alcuni ricercatori l'eclissi è stata l'occasione per condurre esperimenti altrimenti impossibili. E' il caso di Nelson Reginald, del Centro Goddard della Nasa, che ha voluto sfruttare l'osservazione della corona solare per studiare fenomeni ancora misteriosi, come i meccanismi che accelerano il vento solare, ossia il flusso di particelle scagliate nello spazio, e l'origine delle 'nubi' esplosive di materia chiamate espulsioni di massa coronali. .

Numerosi anche gli astrofili che hanno voluto godersi lo spettacolo in diretta. “Si è potuto assistere a un’eclisse semplicemente meravigliosa con i tre momenti che la caratterizzano: l’anello di diamante prima della totalità, ossia l’ultimo raggio di Sole prima dell’oscurità totale, la fase della totalità, ossia il buio completo, e l’anello di diamante dopo la totalità, il primo raggio di sole che appare immediatamente dopo la totalità”, racconta dal Borneo Marzio Lauto, vicepresidente dell’associazione Stella Errante, che ha organizzato il viaggio con l’Osservatorio Polifunzionale del Chianti, l’Osservatorio Astronomico di Acquaviva delle Fonti e la società Telescopi Italiani. Il cielo poco nuvoloso, ha aggiunto, ha reso lo spettacolo ancora più suggestivo.

Per l'appuntamento con la prossima eclissi totale di Sole si dovrà aspettare oltre un anno, fino al 21 agosto 2017.


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La Terra e' 'cosparsa' di polvere di stelle

Sulla Terra la polvere proveniente dall'antichissima esplosione di una stella (fonte: NASA/ESA/JHU/R.Sankrit & W.Blair)Sulla Terra la polvere proveniente dall'antichissima esplosione di una stella (fonte: NASA/ESA/JHU/R.Sankrit & W.Blair)
La Terra potrebbe essere 'cosparsa' di polvere di stelle. Un particolare tipo di microscopiche particelle di polvere e' stato infatti trovato nel materiale di meteoriti caduti sulla Terra e potrebbe provenire da esplosioni stellari avvenute molto prima che si formasse il Sole. Lo hanno verificato i ricercatori dell'università del Michigan, nello studio pubblicato sulla rivista Physical Review Letters. Nei meteoriti sono stati trovati dei grani 'presolari' con quantità insolitamente elevate di isotopi di silicio-30, diversi da quelli tipici che si trovano nel Sistema solare e piuttosto rari sulla Terra. 

I ricercatori, coordinati da Michael Bennett, stanno cercando di capire quale evento abbia provocato la diffusione di questa polvere stellare e quando. Una delle ipotesi è che la polvere sia stata il frutto dell'esplosione di una stella nana bianca, probabilmente parte di un sistema binario, che avrebbe provocato l'espulsione di materiale stellare sotto forma di gas e polvere nell'ambiente circostante la galassia. 

Secondo gli esperti parte di questo materiale stellare potrebbe essere stato 'riciclato' nella formazione del Sistema solare e dei suoi pianeti. ''Quando le stelle muoiono - commenta Christopher Wrede, uno dei ricercatori - espellono materiale sotto forma di polvere e gas, che poi viene riciclato dalle future generazioni di stelle e pianeti. Questi grani sono dei potenziali messaggeri delle esplosioni stellari classiche, e ci permettono di studiare questi eventi in modo non convenzionale''.

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sábado, 5 de março de 2016

Oposição de Júpiter fará planeta ficar ainda mais visível em 8 de março


UOL - Um episódio que ocorre a cada 13 meses está prestes a acontecer. A Terra ficará entre Júpiter e o Sol, e isso fará com que o maior planeta do sistema solar fique ainda mais visível para nós, terráqueos. Este fenômeno, chamado de “oposição de Júpiter”, terá seu auge no dia 8 de março.
A posição do planeta fará com que ele fique completamente iluminado pelo Sol e em seu ponto mais próximo da Terra. A junção desses dois fatores tornará o planeta ainda mais visível quando atingir o ponto mais alto do céu, quando ele deverá ser um dos objetos mais luminosos do céu durante a noite — não podemos esquecer que a Lua e Vênus brilham mais que Júpiter.
O legal disso tudo é que não será necessário um telescópio para ver o planeta no dia 8 de março. Porém, os detalhes, como as bandas ou as luas que circundam o planeta, só poderão ser vistos com um telescópio. Sobre isso, explica o astrofísico da UFSCar (Universidade Federal de São Carlos) Gustavo Rojas ao Gizmodo Brasil:
Apesar de ser visível a olho nu, só é possível ver detalhes do planeta com telescópios. Instrumentos pequenos já mostram Júpiter como um pequeno disco, acompanhado de suas 4 maiores luas (Io, Calisto, Ganimede e Europa) – as mesmas vistas por Galileu Galilei em 1609. Instrumentos com aberturas de 15 cm ou mais já mostram bem mais detalhes como as faixas equatoriais e a Grande Mancha Vermelha.
Que fique claro: apesar da oposição de Júpiter, Rojas ressalta que o planeta pode ser visto em quase todo o ano (a exceção são algumas semanas quando Júpiter se “esconde” atrás do Sol). Ontem, por exemplo, o astrofísico disse que era possível ver o planeta ao lado da Lua Cheia.
Júpiter fica visível no horizonte leste ao início da noite. Com o passar das horas, vai ficando cada vez mais alto no céu.
Atualizado às 18:00.
[El País e EBC]
Imagem do topo: Foto de Júpiter (ao centro) com suas quatro luas. Crédito: Nasa Commons/Flickr.

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