OSSERVATORIO DI PINO TORINESE - INAFL'osservazione del cielo riserva sempre sorprese, specialmente ai principianti. È il caso di un giovane cinese che, deluso dall'esperienza passata 13 anni fa, si è rifatto nel 2007, scoprendo una cometa dall'aspetto e dal colore del tutto particolari. Nel 1996 Quanzhi Ye aveva 7 anni e, osservando il cielo con il suo piccolo telescopio, si imbatté su un oggetto dall'aspetto nebulare con una coda appariscente. Entusiasta, corse dai genitori, annunciando di aver «scoperto» una cometa, ma la delusione prese il sopravvento quando gli fu detto che la cometa era già stata scoperta l'anno prima dagli astrofili americani Alan Hale e Thomas Bopp. La cometa, una delle più brillanti del XX secolo, fu quindi battezzata Hale-Bopp.Ma questa disillusione giovanile è stata ripagata nel luglio 2007, quando Quanzhi Ye, ormai diciannovenne e studente di meteorologia dell'Università Sun Yat-sen di Guangzhou, analizzando le immagini riprese qualche notte prima dall'osservatorio di Lulin (Taiwan), notò un puntino luminoso non riportato nei cataloghi stellari. Non si trattava di una stella, ma di una cometa e stavolta Quanzhi Ye è stato il primo a individuarla. Per la verità, in un primo momento, l'oggetto è stato confuso con un asteroide, ma una settimana dopo l'osservatorio di Table Mountain, California, rilevò attorno all’oggetto una tenue chioma: alla cometa è stata assegnata la sigla C/2007 N3, battezzandola Lulin.Dalla fine del 2008, avvicinandosi al Sole, Lulin ha aumentato la sua luminosità e, quando nella notte tra il 23 e 24 febbraio transiterà alla minima distanza dalla Terra (poco più di 60 milioni di km), si prevede che raggiungerà il massimo di brillantezza. In condizioni di cielo buone potrà essere vista anche a occhio nudo, ma con un binocolo lo spettacolo sarà assicurato. Quella notte la coda dovrebbe avere una lunghezza apparente pari a 8 volte il diametro della Luna piena.L'orbita della Lulin è allungata e proviene dalla Nube di Oort, l'inviluppo di miliardi di corpi ghiacciati che avvolge il Sistema Solare interno e il cui raggio si pensa possa spingersi fino a 100 mila volte la distanza Terra-Sole. Questi oggetti, che orbitano attorno al Sole, possono subire delle perturbazioni dal passaggio ravvicinato di una stella o dalle forze mareali galattiche ed essere spinti verso le regioni più interne del sistema planetario. È probabile, quindi, che sia la prima volta che la cometa si avvicina così tanto al Sole. Se così fosse, è difficile prevedere la sua risposta al riscaldamento solare e potrebbe aumentare di luminosità in modo imprevedibile.I nuclei delle comete, in generale, hanno dimensioni dell'ordine della decina di km e densità molto basse (inferiori a quella dell'acqua): sono costituiti da un miscuglio di ghiacci e polveri, vere e proprie «palle di neve sporche» - come le definì Fred Whipple negli Anni 50 - e ogni volta che passano in prossimità del Sole perdono parte dei ghiacci a causa della loro sublimazione. I gas così prodotti, insieme con le polveri, formano un’estesa atmosfera - la chioma - che, sotto l'effetto della radiazione e del vento solare si allunga, formando la coda. A ogni passaggio al perielio, quindi, il nucleo cometario si «consuma» e sulla superficie si forma una crosta scura, costituita da materiale non volatile (polveri e detriti rocciosi) che assorbe il calore solare trasmesso nelle parti interne del nucleo. Il calore fa sublimare i ghiacci sotto la crosta e all'aumentare della pressione dei gas possono formarsi delle crepe, da cui questi fuoriescono sotto forma di getti. Nel caso di una cometa «nuova» la sublimazione dei ghiacci, essendo la crosta superficiale praticamente assente, potrebbe essere più intensa e rendere quindi la cometa più luminosa.Fare previsioni sull'andamento della luminosità, comunque, è sempre aleatorio. Ma Lulin possiede due caratteristiche particolari. La prima è il colore verdastro della chioma (del diametro di 150 mila km), dovuto alla luce emessa dalle molecole del cianogeno (un gas velenoso) e del carbonio biatomico, a seguito dell'eccitazione prodotta dalla radiazione ultravioletta solare. L'altra peculiarità è la presenza dell’«anticoda» e che deriva da un fenomeno di natura prospettica dovuto alle polveri emesse dal nucleo: queste, contribuendo a formare la coda per la pressione della radiazione solare, si distribuiscono sul piano orbitale della cometa. Dopo il passaggio al perielio la coda di polvere diviene più ampia, assumendo la tipica forma a ventaglio ed è allora che, se la Terra si trova in posizione favorevole, si può osservare l'anticoda.L'illusione è di vedere una componente della coda diretta in direzione opposta a quella principale, ma si tratta di una parte della coda normale, osservata sotto una particolare prospettiva.
Chi è Di Martino Astronomo
RUOLO: E’ RICERCATORE ALL’OSSERVATORIO DI PINO TORINESERICERCHE: CARATTERISTICHE DI ASTEROIDI E METEORITI IL SITO: HTTP://WWW.OATO.INAF.IT/ INDEX.PHP