segunda-feira, 9 de novembro de 2015

Misurata la "pelle" del nucleo, aiuta a studiare le stelle

Una ricerca internazionale, alla quale ha partecipato anche l'Italia con l'Università di Trento, ha ricostruito la posizione delle particelle che compongono l'atomo


MISURATA per la prima volta la pelle del nucleo di un atomo, ossia è stata ricostruita la posizione delle particelle che lo compongono. Pubblicato sulla rivista Nature Physics, lo studio è il frutto di una ricerca internazionale alla quale hanno partecipato 17 fisici di 8 Paesi, compresa l'Italia, con l'Università di Trento.

"Capire come i neutroni siano distribuiti all'interno del nucleo atomico è una questione cruciale nella fisica nucleare moderna", commentaGiuseppina Orlandini, docente di Fisica nucleare e subnucleare all'Università di Trento, unica italiana del gruppo di ricerca.

Per studiare l'atomo di Calcio-48 è stato usato un supercomputer,il Titan, dei Laboratori del Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti ad Oak Ridge. Rispetto al suo 'parente' più comune, il calcio-40, il Calcio-48 ha otto neutroni in più ed i calcoli hanno permesso di capire che sono disposti come una pelle sottilissima, il cui spessore è compreso fra 12 e i 15 milionesimi di miliardesimi di metro.

La scoperta di un elemento micro aiuterà anche a capire il  meccanismo di un sistema macro come quello delle stelle, che racchiude una massa simile a quella del Sole in un raggio di poche decine di chilometri.


www.repubblica,it

Sorpresa nella Via Lattea: c'è un nido di stelle nascosto nel suo cuore

Osservando il nucleo della nostra Galassia in luce infrarossa, gli astronomi hanno scoperto un gruppo di astri giovanissimi. Si celano all'interno di una struttura galattica mai vista prima


I primi 'coloni' della Via Lattea

Sezione della zona centrale della Via Lattea osservata dal telescopio spaziale Hubble (fonte: NASA/ESA/STScI/SWEEPS Science Team)Sezione della zona centrale della Via Lattea osservata dal telescopio spaziale Hubble (fonte: NASA/ESA/STScI/SWEEPS Science Team)

Il telescopio spaziale Hubble diventa un archeologo della Via Lattea e scopre i primi 'coloni' che l'hanno popolata: sono antichissime stelle che costituivano il cruore brillante della nostra galassia molto prima che nascesse il Sistema Solare. Invecchiando, sono diventate delle nane bianche. Pubblicata nella rivista Astrophysical Journal, la scoperta si deve al gruppo coordinata dall'italiana Annalisa Calamida, dello Space Telescope Science Institute (STScI) a Baltimora.

Lo studio ha mostrato che il 'cuore' della Via Lattea, cioè il rigonfiamento centrale è la prima struttura che si è formata nella nostra galassia, si è formato molto rapidamente: in meno di 2 miliardi anni. Nel disco e nei bracci della galassia, invece, vi sono le stelle di seconda e terza generazione, cresciute più lentamente. ''E' importante osservare il rigonfiamento della Via Lattea, perché è l'unica struttura del genere di una galassia che possiamo studiare nel dettaglio'', ha spiegato Calamida.

La scoperta è stata possibile analizzando diverse immagini dello stesso panorama di 240.000 stelle, scattate a 10 anni di distanza dal telescopio spaziale gestito da Nasa e Agenzia Spaziale Europea (Esa). Tra queste stelle, che si trovano a 26.000 anni luce di distanza, sono state individuate 70 nane bianche. Questi relitti di stelle sono ciò che resta di astri della massa del Sole, che alla fine della loro vita hanno espulso i gusci esterni.
Le nane bianche sono piccole ed estremamente dense. Anche se hanno le dimensioni della Terra, queste stelle sono infatti 200.000 volte più dense e un cucchiaino del loro materiale peserebbe circa 15 tonnellate.

Come i reperti archeologici, queste antichissime stelle possono raccontare la storia di un'epoca passata: infatti contengono le informazioni sulle stelle che esistevano 12 miliardi di anni fa, che poi si sono trasformate in nane bianche.


www.ansa.it/scienza

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