quinta-feira, 20 de fevereiro de 2014

La supernova asimmetrica

L'immagine della supernova  Cassiopeia A ripresa da Nustar. In blu le emissioni del Titanio 44 (fonte: Nature, Grefenstette e colleghi)  
L'immagine della supernova Cassiopeia A ripresa da Nustar. In blu le emissioni del Titanio 44 
(fonte: Nature, Grefenstette e colleghi)
 
 
La prima immagine di un'esplosione asimmetrica di una supernova offre elementi inediti per studiare queste esplosioni stellari che diffondono nel cosmo i mattoni della materia e della vita. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature, si deve al gruppo coordinato da Brian Grefenstette, del California Institute of Technology (Caltech).

Importante il contributo italiano, con Matteo Perri e Simonetta Puccetti, dell'Osservatorio di Roma dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e dello Science Data Center dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asdc-Asi) e Paolo Giommi, responsabile del centro Asdc.

Grazie ai dati dell'Osservatorio spaziale a raggi X Nustar della Nasa, è stato possibile compiere un viaggio nel tempo nel cuore dell'esplosione della supernova Cassiopeia A, distante da noi 11.000 anni luce. E' una missione nella quale l'Italia ha un ruolo fondamentale, sviluppando il software per l'analisi dei dati presso il centro Asdc, in collaborazione con il gruppo di Caltech, e mettendo a disposizione la base di Malindi in Kenya, ha spiegato Giommi. Un gruppo di ricercatori dell'Inaf partecipa inoltre alla ricerca scientifica dei dati di Nustar.

I datri racolti nella missione hanno permesso di ottenere la prima mappa ad alta risoluzione delle emissioni di un elemento radioattivo prodotto durante l'esplosione, il Titanio 44. L'emissione, spiegano Perri e Puccetti, permette di osservare direttamente il materiale prodotto durante l'esplosione della supernova.

''L'immagine ottenuta – rileva Perri – mostra che la distribuzione del Titanio 44 nei resti della supernova non è omogenea: in alcune regioni si concentra e in altre diminuisce''. Questo significa che l'esplosione non è stata sferica ma asimmetrica cioè è avvenuta in modo diverso nelle differenti regioni della stella. Probabilmente a causa di una instabilità durante l'esplosione stellare.

Lo studio di questi dati, per Puccetti, aiuterà a ricostruire le fasi finali dell'evoluzione della stella esplosa. Le immagini mostrano inoltre che l'emissione del Titanio 44 non è distribuita come l'emissione del ferro. Poiché si pensa che entrambi gli elementi siano prodotti nella stessa fase di esplosione della stella, questo risultato implica che potrebbe esserci un meccanismo che disaccoppia la loro produzione. In alternativa, il ferro potrebbe non emettere nella zona dove è localizzato il Titanio 44 in quanto ancora non investito dall'onda d'urto dell'esplosione.


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L’illusione ottica di Galileo Dopo 400 anni svelato il mistero

A parità di dimensioni, un oggetto appare più grande quando è bianco su sfondo nero


A parità di dimensioni, un oggetto appare più grande quando è bianco su sfondo nero 
 
A parità di dimensioni, un oggetto appare più grande quando è bianco su sfondo nero
 
Dopo 400 anni è stato svelato il meccanismo di una delle più famose illusioni ottiche, quella che prende il nome da Galileo Galilei. Cioè il motivo per il quale un oggetto, a parità di dimensioni, sembra più grande quando è bianco su un fondo nero. Galileo è stato il primo a notarla e il segreto di quel fenomeno è stato annunciato in occasione dei 450 dalla sua nascita, avvenuta il 15 febbraio 1564.


 
 
LUCE E BUIO - Un gruppo di ricerca dell’Istituto di optometria della State University di New York ha riscontrato che l’illusione ottica è dovuta a come gli occhi vedono la luce e il buio. Quando Galileo puntò il suo cannocchiale verso il cielo si accorse che le dimensioni relative dei pianeti cambiavano guardandoli attraverso la lente: Venere per esempio sembra circa otto volte più grande di Giove, mentre in realtà quest’ultimo è quattro volte più grande di Venere. Galileo si rese subito conto che doveva trattarsi di un’illusione ottica, ma non riuscì mai a trovare una spiegazione del fenomeno.

CELLULE NERVOSE - Esaminando le risposte delle cellule nervose nel sistema visivo del cervello agli stimoli chiari e scuri, è stato infatti scoperto che, mentre gli stimoli scuri provocano una risposta neurale che riporta con precisione le dimensioni dell’oggetto osservato, gli stimoli luminosi «confondono» e producono risposte esagerate, che fanno sembrare l’oggetto più grande. Il l fenomeno è quindi dovuto alle caratteristiche dei circuiti neurali che si occupano di processare l’informazione visiva, che determinano una rappresentazione distorta della reale grandezza di un oggetto in funzione della sua luminosità. Più un oggetto è chiaro e luminoso, più ci sembrerà grande visto a occhio nudo. Perciò Venere, essendo più vicino alla Terra, appare più luminoso di Giove e sembra quindi più grande.
 
 
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