domingo, 15 de novembro de 2015

Una 'mostruosa' nube di ghiaccio su Titano

Il vortice che in inverno imperversa sul Polo Sud di Titano (fonte: NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute)Il vortice che in inverno imperversa sul Polo Sud di Titano (fonte: NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute)
Una "mostruosa" nube di ghiaccio avvolge il Polo Sud di Titano, la più grande delle lune di Saturno: a fotografarla è stata la sonda Cassini, che sta catturando i violenti cambi stagionali in atto. L'analisi delle immagini che rendono evidente la morsa dell'inverno su Titano è stata fatta da Carrie Anderson, del Centro Goddard della Nasa ed è stata presentata nell'incontro annuale della Società Astronomica Americana


. L'arrivo dell'inverno nell'emisfero Sud di Titano era stato mostrato dalle immagini di Cassini scattate nel 2012, quando la sonda aveva visto una enorme nube di ghiaccio in formazione sopra il polo Sud. Secondo i ricercatori americani la gelida coltre fatta soprattutto di azoto e metano era però solamente la punta dell'iceberg. 



Ora nel pieno dell'inverno, che su Titano dura 7 anni e mezzo, il sistema nuvoloso si è allargato di molto raggiungendo temperature bassissime, sotto i -150 gradi centigradi. Grazie ai dati raccolti dallo strumento Cirs (Composite Infrared Spectrometer) si è scoperto che queste nubi somigliano molto alla nebbia terrestre e risultano quasi perfettamente piatte nella parte superiore, un vero gelido mantello. 



Frutto della collaborazione fra Nasa, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi), la sonda Cassini 'passeggia' dal 2004 tra le lune di Saturno con periodici incontri che stanno svelando molti preziosissime informazioni. I numerosi sorvoli di Titano, che si concluderanno nel 2017 con la chiusura della missione, stanno infatti svelando i profondi cambiamenti che avvengono nei due emisferi durante i cambi stagionali.

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'Segnali' dalla grande Nube di Magellano

La Grande Nube di Magellano (fonte: Wei-Hao Wang, IfA, U. Hawaii)La Grande Nube di Magellano (fonte: Wei-Hao Wang, IfA, U. Hawaii)
'Segnali' dalla Grande Nube di Magellano: hanno sorpreso gli astrofisici e si sono guadagnati una pubblicazione sulla rivista Science perchè sono i primi in assoluto che provengono dalla prima pulsar, ossia da una stella di neutroni che ruota rapidamente su stessa, mai scoperta al di fuori della Via Lattea. 


A intercettare la pulsar è stato il telescopio Fermi, lanciato dalla Nasa e nel quale l'Italia ha un ruolo importante con Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi). I segnali inviati dalla stella sono raggi gamma e sono circa venti volte maggiori rispetto a quelli della pulsar più potente finora nota, quella di trova nella Nebulosa del Granchio.

A scoprire la più brillante delle pulsar è stato lo strumento Lat (Large Aera Telescope) del telescopio Fermi. "Nella sua scansione continua del cielo gamma, Fermi ha un'ottima copertura della Nube di Magellano", ha detto Patrizia Caraveo, responsabile per l'Inaf dello sfruttamento scientifico dei dati raccolti da Lat. I dati, raccolti in passato, sono stati nuovamente analizzato con un nuovo software, che ha permesso osservazioni più dettagliate. 

La pulsar dalla quale provengono i raggi gamma si chiama J0540-6919 e si trova nella Nebulosa della Tarantola, nota agli astrofisici per essere ricca di stelle, polveri e gas e distante circa 160.000 anni luce dalla Terra. E' una gemella della pulsar che si trova nella Nebulosa del Granchio perchè ha, come questa, circa 1.100 anni, un campo magnetico simile e gira su stessa in cinque centesimi di secondo.



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