quinta-feira, 9 de abril de 2015

Scoperte le stagioni del Sole, si alternano ogni 2 anni

Scoperte le stagioni del Sole, si alternano ogni 2 anni (fonte: NASA)
Scoperte le stagioni del Sole, si alternano ogni 2 anni (fonte: NASA)
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Anche il Sole ha le sue stagioni. Macchie, eruzioni e getti di gas che scandiscono l'attività della nostra stella non si alternano soltanto con il classico ritmo che vede alternarsi ogni 11 anni periodi calmi e fasi più attive: ogni due anni il Sole cambia come se si alternassero delle stagioni. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature Communications, si deve al gruppo internazionale coordinato dal Centro per la ricerca atmosferica degli Stati Uniti (Ncar).


Finanziata dalla Nasa e dalla National Science Foundation, la ricerca permetterà di prevedere il comportamento del Sole in modo sempre più preciso, ad esempio per prepararsi all'arrivo di una tempesta solare potenzialmente pericolosa per i satelliti per le telecomunicazioni o per le reti elettriche.


Secondo i ricercatori, coordinati da Scott McIntosh dello Nrcar, le 'stagioni' di due anni esercitano un'influenza diretta sul ciclo solare di 11 anni, in alcuni casi mitigando e in altri esaltando l'intensità delle tempeste solari. A determinare le stagioni sono le variazioni nel campo magnetico solare. ''Quello che stiamo osservando è una sorta di 'pilota' delle tempeste solari'', osserva McIntosh. Comprendere meglio il comportamento del campo magnetico del Sole, rileva, potrebbe aiutare a ''migliorare sensibilmente le previsioni per il meteo spaziale''.


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Scoperti i mattoni della vita in un giovanissimo sistema solare

La Terra non è un caso unico nell'universo

09 aprile, 14:37
Rappresentazione artistica delle molecola che circondano un sistema solare in formazione (fonte: B. Saxton, NRAO/AUI/NSF)
Rappresentazione artistica delle molecola che circondano un sistema solare in formazione (fonte: B. Saxton, NRAO/AUI/NSF)
Per la prima volta sono stati scoperti i mattoni della vita in un giovanissimo sistema solare. Sono molecole organiche complesse a base di carbonio e la loro presenza testimonia come la comparsa della vita sulla Terra non sia stata affatto un episodio unico nell'universo. Pubblicata su Nature, la scoperta si deve al gruppo coordinato dall'astronoma Karin Oberg, del centro di ricerca americano per l'astrofisica Harvard-Smithsonian.

Le molecole sono state scoperte grazie al radiotelescopio Alma (Atacama Large Millimetre/submillimeter WAArray), nel deserto di Atacama in Cile, nel disco planetario in formazione che circonda la giovanissima stella MWC 480, che ha solo un milione di anni (contro i circa 4,5 miliardi di anni del Sole).

La stella dista 455 anni luce dalla Terra e la sua massa è il doppio rispetto a quella del Sole. Alla periferia del suo disco, nella regione analoga a quella che nel nostro Sistema Solare è popolata da asteroidi e comete, sono state individuate molecole di cianuro di metile e di cianuro di idrogeno. I cianuri, spiegano gli esperti, sono molecole organiche complesse importanti perché contengono legami di carbonio e azoto essenziali per la formazione degli aminoacidi, che sono i mattoni delle proteine.


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Nasa, "gli alieni? Tra 20 anni prove certe"

Non sono omini verdi, ma microrganismi


Le nuove missioni della Nasa a caccia della vita nell'universo (fonte: NASA)
Le nuove missioni della Nasa a caccia della vita nell'universo (fonte: NASA)
Siamo soli nell'universo? Secondo Ellen Stofan, capo scienziato della Nasa, la risposta molto probabilmente e' no. "Abbiamo forti indicazioni che troveremo forme di vita oltre la Terra nel prossimo decennio", ha spiegato nel corso di un convegno a Washington, precisando come ci siano "molte probabilita' che nei prossimi 20 o 30 anni l'umanita' riesca a trovare le prove definitive" che confermino la presenza di forme di vita aliene su altri pianeti.

"Sappiamo dove guardare e sappiamo come guardare - ha continuato - Nella maggior dei casi abbiamo anche a disposizione la tecnologia adeguata per farlo". La scienziata capo della Nasa si e' poi affrettata a precisare che "ovviamente non stiamo parlando di omini verdi, ma di microrganismi".

Secondo Stofan, le attivita' scientifiche della Nasa hanno portato a numerose scoperte sorprendenti legate all'acqua negli ultimi anni che "forniscono l'ispirazione per continuare ad indagare le affascinanti possibilita' di altri mondi, la vita, e l'universo". "Nel corso della nostra vita, potremo finalmente rispondere alla domanda se siamo soli nel sistema solare e oltre", ha precisato.

Durante il convegno e' intervenuto anche Jim Green, direttore del dipartimento di planetologia della Nasa, il quale ha riportato i risultati di un recente studio che ha analizzato l'atmosfera sopra le calotte polari di Marte e ha accertato che oltre il 50% dell'emisfero Nord del pianeta e' stato in passato ricoperto da oceani profondi varie miglia.

Mentre il collega John Grunsfeld, ex astronauta e amministratore associato del Science Mission Directorate dell'agenzia, ha affermato: "Credo che siamo distanti circa una generazione dal raggiungimento dei limiti del nostro sistema solare, e poi l'obiettivo successivo sara' un pianeta orbitante intorno ad una stella vicina a noi".

La Nasa e l'Agenzia Spaziale Europea (Esa) metteranno in campo nei prossimi anni una nuova squadra di satelliti con lo scopo principale di capire dove si 'nasconda' l'acqua, e forse la vita. Juno, Webb e Tess, per esempio, sono alcune delle ambiziose missioni che partiranno per setacciare lo spazio a caccia di tracce di vita. E per svelare i segreti dell'evoluzione dei pianeti.


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Petição de índios do Havaí suspende construção de telescópio em vulcão

Projeto orçado em mais de US$ 1 bilhão foi interrompido por uma semana.
Indígenas alegam que local da construção é sagrado e pedem fim da obra.

Do G1, em São Paulo
Ilustração mostra como deve ficar o telescópio Trinta Metros, construído próximo a um vulcão do Havaí (Foto: Cortesia/TMT Observatory Corporation)Ilustração mostra como deve ficar o telescópio Trinta Metros, construído próximo a um vulcão do Havaí (Foto: Cortesia/TMT Observatory Corporation)
O governo do Havaí interrompeu temporariamente a construção de um telescópio nos arredores do vulcão Mauna Kea, depois que indígenas da região protestaram contra a obra que, segundo eles, foi erguida em solo sagrado.

O telescópio Trinta Metros, um investimento de mais de US$ 1 bilhão, será administrado por um consórcio de institutos de pesquisa dos Estados Unidos, China, Índia e Japão.

Ele foi projetado para ser um dos equipamentos mais avançados de observação óptica no planeta, capaz de auxiliar em estudos sobre o Sistema Solar, a Via Láctea e galáxias vizinhas. Os cientistas sustentam que a localização é ideal para o telescópio, já que isso vai permitir investigar as primeiras épocas do Universo.
De acordo com a agência de notícias Associated Press, o governador do Havaí, David Ige, decidiu suspender por uma semana as obras depois que uma petição foi repassada ao seu gabinete.
Visualização de como deve ficar o observatório no vulcão Mauna Kea, no Havaí (Foto: Cortesia/TMT Observatory Corporation)Visualização de como deve ficar o observatório no vulcão Mauna Kea, no Havaí (Foto: Cortesia/TMT Observatory Corporation)
Em um comunicado divulgado, o gerente do projeto do telescópio Trinta Metros, Gary Sanders, informou que a empresa “está de acordo com a pausa e quer dar continuidade ao diálogo sobre diversos temas”.
Grupos indígenas têm protestado pela construção desde o início do ano passado. Recentemente, 150 pessoas fizeram manifestação contra as obras na montanha e mais de uma dezena foram presas na semana passada por bloquearem uma estrada que dava acesso ao local da obra.
Kealoha Pisciotta, que critica o projeto e organiza as manifestações, disse que o anúncio do governador é positivo, porém, os opositores seguiram rejeitando o novo telescópio.
www.g1.globo.com

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