sexta-feira, 22 de fevereiro de 2013

Nasa divulga imagem colorida do planeta Mercúrio

Do G1, em São Paulo
A agência espacial americana (Nasa) divulgou uma imagem colorida do planeta Mercúrio, nesta quinta-feira (21). A fotografia foi realizada pela sonda Messenger, que está na órbita do planeta mais próximo ao Sol desde março de 2011.

As cores não reproduzem exatamente como o planeta seria visto por olhos humanos, mas ressaltam as diferenças entre os minerais, as crateras, o relevo e a composição química encontrada em Mercúrio.

Imagem colorida do planeta Mercúrio divulgada pela Nasa (Foto: Nasa/AFP) 
Imagem colorida do planeta Mercúrio divulgada pela Nasa (Foto: Nasa/AFP)
 
Áreas marcadas em azul escuro indicam um fenômeno geológico na crosta do planeta que é rico em um mineral escuro e opaco. Já as regiões da cor marrom indicam planícies formadas pela erupção de lava.

A sonda Messenger foi a primeira nave a realizar o feito de acompanhar a órbita de Mercúrio. Desde então, ela já enviou mais de 88 mil imagens para a agência espacial.

Simulati gli impatti che hanno generato i crateri di Vesta

Rappresentazione artistica della collisione che ha generato il cratere gigante Rheasilvia, nel polo Sud di Vesta (fonte: Martin Jutzi)  
Rappresentazione artistica della collisione che ha generato il cratere gigante Rheasilvia, nel polo Sud di Vesta (fonte: Martin Jutzi)
 
Sono stati simulati al computer i giganteschi impatti che hanno formato i crateri nel polo Sud dell'asteroide Vesta. La simulazione, che si è guadagnata la copertina di Nature, si deve a un gruppo di ricerca coordinato da Martin Jutzi, dell'università svizzera di Berna, e offre indizi sulla struttura interna di questo asteroide.

Secondo asteroide più grande della fascia compresa fra Marte e Giove, Vesta sembra essere un embrione di pianeta intatto, con una composizione simile a quella di alcune meteoriti. Secondo la simulazione la sua superficie è costellata da ampie zone ricche di minerali tipici delle rocce magmatiche, come l'olivina; la crosta inoltre sarebbe spessa circa 100 chilometri e ricca di frammenti di meteoriti chiamati diogeniti.

I ricercatori hanno fatto una simulazione in 3D degli impatti che hanno dato origine a due crateri sovrapposti nell'emisfero meridionale, scoperti dalla sonda americana Dawn che sta osservando l'asteroide da vicino. I due bacini si chiamano Veneneia e Rheasilvia. Quest'ultimo è il più giovane e la simulazione ha riprodotto fedelmente la forma e caratteristiche di entrambi. Per simulare la formazione di Veneneia, i ricercatori hanno immaginato l'impatto di un 'proiettile cosmico', del diametro di 64 chilometri, che abbia impattato l'asteroide circa 2 miliardi di anni fa.

Sul bacino nato dalla catastrofica collisione, un miliardo di anni più tardi si sarebbe abbattuto un altro 'proiettile cosmico' del diametro di 66 chilometri ed entrambe le collisioni avrebbero provocato l'espulsione dei materiali che si trovavano nella crosta dell'asteroide, ad una profondità compresa fra 60 e 100 chilometri.


www.ansa.it

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