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terça-feira, 10 de maio de 2016
Le immagini del transito di Mercurio sul Sole
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Lunedì 9 maggio sul disco del Sole è comparso un 'neo' che ha accompagnato la nostra stella per tutto il pomeriggio. Mercurio, il pianeta più piccolo del Sistema Solare, è passato davanti al Sole disegnando un neo sul disco della nostra stella
E' un fenomeno abbastanza raro, che si ripete circa 13 volte in un secolo: l'ultima volta è avvenuto l'8 novembre 2006 e il prossimo appuntamento sarà per l'11 novembre 2019.
E' un fenomeno abbastanza raro, che si ripete circa 13 volte in un secolo: l'ultima volta è avvenuto l'8 novembre 2006 e il prossimo appuntamento sarà per l'11 novembre 2019.
Gli appassionati del cielo si sono mobilitati per non perdere lo spettacolo e in tutta Italia sono stati organizzati numerosi eventi, anche se in molte località del Centro-Nord le nubi sono state delle guastafeste.
Quella del 9 maggio è stata un'occasione da non perdere perchè nel 2019, come accadde nel 2006, il fenomeno sarà poco visibile dall'Italia, ha detto l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope. Il 9 maggio abbiamo invece potuto osservare una buona porzione del fenomeno, dalle 13,12 alle 20,42.
Quella del 9 maggio è stata un'occasione da non perdere perchè nel 2019, come accadde nel 2006, il fenomeno sarà poco visibile dall'Italia, ha detto l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope. Il 9 maggio abbiamo invece potuto osservare una buona porzione del fenomeno, dalle 13,12 alle 20,42.
Soltanto la fase conclusiva ha coinciso con il tramonto.
Osservare il transito di un pianeta non è solo una curiosità: quelli di Mercurio e Venere hanno aiutato amisurare le distanze nel Sistema Solare; al di fuori del Sistema Solare la tecnica dei transiti ha permesso di scoprire la maggior parte degli oltre 2.000 pianeti che ruotano attorno ad altre stelle.
Numerosi gli appuntamenti organizzati in tutta Italia. Da Asiago a Catania, l'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) ha mobilitato i suoi osservatori in eventi per le scuole e il pubblico, con telescopi puntati sul Sole e conferenze su Mercurio e la missione Bepi Colombo, destinata a studiare il pianeta da vicino. Mobilitati con decine di eventi anche gli appassionati del cielo dell'Unione Astrofili Italiani(Uai), che hanno ricostruito la storia dei transiti di Mercurio osservati dal 1631. Telescopi puntati sul nuovo 'neo del Sole anche a Roma, nell'evento organizzato dal Planetario. br />
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'Matrioske' cosmiche fanno luce sull'energia oscura
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'Matrioske' cosmiche potrebbero far luce sull'energia oscura, l'enigmatica forma di energia che spinge l'universo ad espandersi. Sono gli ammassi di galassie, strutture che si ripetono identiche a se stesse su scale differenti. Lo indica lo studio pubblicato dall'italiano Andrea Morandi, dell'università dell'Alabama, sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.
Le galassie non sono strutture solitarie, ma 'convivono' spesso con molte altre galassie vicine formando delle grandi strutture dette ammassi, che possono essere più o meno grandi. A loro volta gli ammassi possono formare strutture ancora più complesse, chiamate superammassi.
"In questo senso gli ammassi possiamo considerarli come delle matrioske, con i più piccole che hanno una forma simile a quella dei più grandi", ha spiegato Morandi. "Sapendolo - ha proseguito - possiamoconfrontarli e determinare accuratamente la loro distanza anche a miliardi di anni luce". Un dato che i ricercatori possono sfruttare per svelare uno grande enigma cosmologico: dove si nasconde l'energia che sembra 'soffiare' l'universo spingendolo ad accelerare.
Grazie alle 'matrioske' i ricercatori hanno così ideato un nuovo modo per misurare quanto velocemente l'universo si stia espandendo e se questa velocità sia cambiata nel corso di miliardi di anni. I primi dati, ottenuti misurando le distanze di 320 ammassi galattici, hanno portato alla conclusione che l'energia oscura si comporti come la cosiddetta costante cosmologica prevista da Albert Einstein.
"La natura dell'energia oscura è uno dei più grandi misteri della fisica - ha spiegato Morandi - e per questo è fondamentale inventare nuovi strumenti per studiarne le proprietà. Crediamo che la nuova tecnica abbia le possibilità di far fare un grande passo in avanti in questa direzione".
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Si impenna il numero dei mondi alieni, sono più di 3.200
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Si impenna a più di 3.200 il numero dei mondi alieni, ossia dei pianeti esterni al Sistema Solare finora verificati. Ai 2.000 finora noti si aggiungono infatti i 1.284 scoperti dal telescopio spaziale Kepler e annunciati questa sera dalla Nasa in una conferenza stampa.
Degli oltre 5.000 candidati pianeti, il cui 'status' non è ancora stato confermato, quelli che sicuramente sono mondi in orbita intorno ad altre stelle sono più di 3.200, dei quali 2.325 sono stati scoperti dal telescopio spaziale Kepler.
Dei 1.284 pianeti scoperti dal telescopio Kepler, 550 potrebbero essere simili alla Terra. Sono infatti relativamente piccoli e forse rocciosi. Di questi, inoltre, 9 potrebbero trovarsi nella cosiddetta "zona abitabile", potrebbero cioè trovarsi alla 'giusta' distanza dalla loro stella perchè sulla loro superficie possa scorrere acqua liquida, primi requisito per ospitare forme di vita.
Ai 2.000 finora noti si aggiungono i 1.284 appena scoperti dal telescopio spaziale Kepler, che rappresentano il 'bottino' più pesante mai realizzato in un colpo solo dalla Nasa. ''Con questo annuncio il numero dei pianeti confermati da Kepler è più che raddoppiato'', afferma Ellen Stofan, direttore scientifico della Nasa. ''Questo - aggiunge - ci fa sperare che in qualche posto là fuori, intorno ad una stella simile alla nostra, potremmo eventualmente scoprire un'altra Terra''.
Nella Via Lattea i pianeti potrebbero essere più numerosi delle stelle, hanno affermano gli esperti della Nasa, presentando il vero e proprio 'bottino' di mondi alieni scoperto dal telescopio spaziale Kepler.
''Prima che del lancio del telescopio spaziale Kepler - ha affermato Paul Hertz, direttore della divisione di astrofisica della Nasa - non sapevamo se i pianeti esterni al Sistema Solare fossero rari o comuni nella galassia. Grazie a Kepler e alla comunità dei ricercatori, ora sappiamo che ci potrebbero essere più pianeti che stelle: un'informazione utile per le missioni future che ci porteranno più vicini a scoprire se siamo soli nell'universo''.
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As raras e impressionantes imagens da passagem de Mercúrio em frente ao Sol
Da BBC - Pessoas em todo o mundo puderam observar a passagem de Mercúrio em frente ao Sol, um fenômeno que ocorre apenas cerca de 14 vezes a cada século.
A trajetória de Mercúrio entre a Terra e a estrela durou das 8h12 às 15h42 (horário de Brasília).
Essas imagens da Nasa mostram seu percurso.
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