Un catalogo dei ‘Giove caldi’, con le loro stelle (fonte: Jason H. Steffen, Fermilab Center for Particle Astrophysics)
I pianeti simili
alla Terra difficilmente si trovano in sistemi planetari in cui si
trovano giganti gassosi che orbitano molto vicini al loro sole, i
cosiddetti 'Giove caldi'. Lo dimostrano i modelli di sistemi planetari
elaborati sulla base delle osservazioni del telescopio Kepler della Nasa
e illustrati in uno studio pubblicato sulla rivista dell'Accademia
americana delle scienze, Pnas.
Questi particolari sistemi planetari, caratterizzati da un gigante gassoso che avvinghia nella sua orbita stretta la stella madre, rappresentano un vero grattacapo per gli astronomi. Per spiegare la loro formazione sono state formulate due ipotesi differenti: la prima prevede la presenza di pianeti compagni nelle vicinanze, mentre l'altra no.
I ricercatori, guidati da Jason H. Steffen, del Fermilab di Batavia, vicino Chicago, hanno selezionato un campione di 63 pianeti candidati per essere riconosciuti come pianeti gioviani caldi e hanno studiato le loro orbite alla ricerca di perturbazioni che potessero rivelare la presenza di corpi massivi nelle vicinanze. Dai dati raccolti non sono emerse prove evidenti a sostegno della teoria che vuole i pianeti gioviani caldi uniti ad altri pianeti compagni nella loro orbita intorno alla stella. Per avere un termine di paragone, i ricercatori hanno quindi replicato la stessa analisi prendendo in considerazione alcuni pianeti gioviani 'freddi' (giganti gassosi che seguono un'orbita piu' larga) cosi' come corpi celesti piu' piccoli noti come 'Terre calde' e 'Nettuno caldi'. Dal momento che questi corpi appaiono spesso nei sistemi planetari, i ricercatori pensano che i pianeti gioviani caldi siano piuttosto atipici.
Questa scoperta andrebbe quindi a sostenere la teoria che prevede che i 'Giove caldi' abbiano inizialmente orbite molto ellittiche che nel tempo si trasformano in orbite circolari piu' strette. Stando alle conclusioni dei ricercatori, quindi, i sistemi che si formano in questo modo difficilmente potrebbero ospitare pianeti simili alla Terra.
Questi particolari sistemi planetari, caratterizzati da un gigante gassoso che avvinghia nella sua orbita stretta la stella madre, rappresentano un vero grattacapo per gli astronomi. Per spiegare la loro formazione sono state formulate due ipotesi differenti: la prima prevede la presenza di pianeti compagni nelle vicinanze, mentre l'altra no.
I ricercatori, guidati da Jason H. Steffen, del Fermilab di Batavia, vicino Chicago, hanno selezionato un campione di 63 pianeti candidati per essere riconosciuti come pianeti gioviani caldi e hanno studiato le loro orbite alla ricerca di perturbazioni che potessero rivelare la presenza di corpi massivi nelle vicinanze. Dai dati raccolti non sono emerse prove evidenti a sostegno della teoria che vuole i pianeti gioviani caldi uniti ad altri pianeti compagni nella loro orbita intorno alla stella. Per avere un termine di paragone, i ricercatori hanno quindi replicato la stessa analisi prendendo in considerazione alcuni pianeti gioviani 'freddi' (giganti gassosi che seguono un'orbita piu' larga) cosi' come corpi celesti piu' piccoli noti come 'Terre calde' e 'Nettuno caldi'. Dal momento che questi corpi appaiono spesso nei sistemi planetari, i ricercatori pensano che i pianeti gioviani caldi siano piuttosto atipici.
Questa scoperta andrebbe quindi a sostenere la teoria che prevede che i 'Giove caldi' abbiano inizialmente orbite molto ellittiche che nel tempo si trasformano in orbite circolari piu' strette. Stando alle conclusioni dei ricercatori, quindi, i sistemi che si formano in questo modo difficilmente potrebbero ospitare pianeti simili alla Terra.
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