La missione europea Cheops: lancio previsto nel 2017
  Scienziati italiani mobilitati nella caccia agli esopianeti, cioè i 
pianeti intorno ad altre stelle della nostra galassia. Un nutrito numero
 di astronomi dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) appartenenti
 agli osservatori di Padova, Torino, Catania, Palermo e della Fondazione
 Galileo Galilei e coordinati dall’Agenzia spaziale italiana (Asi), 
partecipa al progetto Cheops dell’Agenzia spaziale europea (Esa).  Cheops (da Characterizing Exoplanets Satellite)
 è una piccola missione destinata a puntare gli obiettivi su stelle dove
 già sono stati individuati intorno dei pianeti e altre dove esiste la 
forte probabilità che esistano. 
OBIETTIVO AMBIZIOSO - L’obiettivo
 è ambizioso perché si vuol scoprire e indagare corpi planetari mentre 
transitano davanti alla stella-madre con un raggio da uno a sei volte 
quello della Terra e con una massa fino a venti volte superiore alla 
nostra. «Con Cheops potremo misurare la dimensione dei pianeti con 
grande accuratezza», nota Isabella Pagano dell’Inaf di Catania, «e da 
questa misura risalire alle altre caratteristiche». 
 La missione Cheops (Un. di Berna)
La missione Cheops (Un. di Berna)
MISSIONE - «La missione sarà realizzata in cinque anni», aggiunge 
Barbara Negri, responsabile dell’esplorazione e osservazione 
dell’universo in Asi, «ed è stata scelta fra 26 proposte europee per il 
suo notevole interesse scientifico».  Nella caccia ai pianeti 
extrasolari gli scienziati italiani hanno già maturato una certa 
esperienza. All’Università di Padova ricercatori Inaf utilizzano lo 
spettrografo Harps-N installato sul telescopio nazionale Galileo alle 
isole Canarie. In Italia saranno realizzati gli specchi primario e 
secondario del telescopio imbarcato sul satellite, lo schermo protettivo
 del veicolo spaziale dalla radiazione solare ed anche il sistema di 
calibrazione per il puntamento. 
LANCIO - Cheops verrà lanciato 
nel 2017 e la stazione Asi di Malindi sarà mobilitata nella raccolta dei
 dati che poi saranno immagazzinati per lo studio nell’Asi Science Data 
Center all’Esrin di Frascati. Ora il satellite americano Kepler sta 
scoprendo centinaia di esopianeti, ma presto dovremo dunque ricevere 
anche le sorprese dell’europeo Cheops. 
 
 
 

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