sexta-feira, 14 de dezembro de 2012

Le sonde gemelle Grail pronte all'impatto sulla Luna

Previsto per lunedì 17 dicembre

Ricostruzione della traiettoria e del luogo d'impatto delle sonde Grail della Nasa (fonte: NASA/JPL-Caltech/GSFC/ASU)  
Ricostruzione della traiettoria e del luogo d'impatto delle sonde Grail della Nasa 
(fonte: NASA/JPL-Caltech/GSFC/ASU)
 
Ultima missione per le sonde gemelle Grail, della Nasa, che dopo mesi trascorsi nell'orbita lunare sono arrivate al termine della loro attività e si preparano all'impatto sul suolo della Luna, previsto alle 12:28 di lunedì 17 dicembre.

Lanciate nel settembre del 2011, le sonde gemelle Ebb e Flow della missione Grail (Gravity Recovery and Interior Laboratory) hanno permesso ai ricercatori di conoscere meglio la struttura interna e la composizione della Luna. Adesso entrambe si stanno preparando all'impatto su una montagna vicino al Polo Nord lunare, nei pressi del cratere Goldschimdt. Sarà una discesa controllata, nella quale entrambi i veicoli spaziali si schianteranno sulla superficie lunare ad una velocità di oltre 6.000 chilometri all'ora. L'impatto è una scelta obbligata: le sonde sono state avviate di proposito verso la superficie lunare in quanto la loro orbita bassa e gli scarsi livelli di combustibile ormai non consentono ulteriori operazioni scientifiche.

Le due sonde hanno permesso di realizzare la mappa del campo gravitazionale di un corpo celeste con la più alta risoluzione mai ottenuta. La mappa fornirà una migliore comprensione su come si sono formati ed evoluti la Terra e gli altri pianeti rocciosi del Sistema Solare. "Sarà difficile dirgli addio", ha commentato il primo ricercatore della missione Grail, Maria Zuber, del Massachusetts Institute of Technology di Cambridge. "Le nostre piccole gemelle robotiche - ha aggiunto - sono state membri esemplari per la famiglia Grail, la scienza planetaria è progredita in modo sostanziale grazie ai loro contributi".

Ebb e Flow condurranno però un ultimo esperimento prima di concludere la loro missione. Accenderanno i motori principali fino a quando i serbatoi del propellente saranno vuoti, questo per determinare con precisione la quantità di carburante rimasto. Il test aiuterà gli ingegneri della Nasa nel validare modelli informatici di consumo del carburante, allo scopo di migliorare le previsioni del fabbisogno di combustibile per le future missioni spaziali.


www.ansa.it

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