terça-feira, 5 de novembro de 2013

I sosia della Terra più comuni del previsto

Rappresentazione grafica della zona abitabile, ossia della posizione di un pianeta rispetto alla sua stella tale da permettere l’esistenza di acqua liquida (fonte: Petigura/UC Berkeley, Howard/UH-Manoa, Marcy/UC Berkeley) 
 Rappresentazione grafica della zona abitabile, ossia della posizione di un pianeta rispetto alla sua stella tale da permettere l’esistenza di acqua liquida
(fonte: Petigura/UC Berkeley, Howard/UH-Manoa, Marcy/UC Berkeley)
 
Nella Via Lattea i sosia della Terra sono più comuni del previsto, al punto che il 22% delle stelle simili al Sole potrebbe ospitare un mondo simile al nostro.
 
Alcune stelle di questo tipo potrebbero essere così vicine da essere visibili a occhio nudo. La scoperta, pubblicata sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas), si deve al gruppo coordinato dall'astronomo Geoffrey Marcy, dell'università della California, a Berkeley.

I ricercatori hanno analizzato tutti i dati raccolti in quattro anni dal telescopio Kepler della Nasa, reso inutilizzabile dal maggio scorso per un guasto al sistema di puntamento. Anche dopo l'uscita di scena del telescopio, però, i numerosissimi dati che ha prodotto continuano a dare risultati e adesso indicano che una su cinque delle stelle simili al Sole finora scoperte abbia un pianeta delle dimensioni della Terra e con una temperatura superficiale favorevole alla presenza di acqua allo stato liquido e alla vita. Secondo i ricercatori la stella più vicina che abbia un pianeta simile alla Terra si trova probabilmente a soli 12 anni luce di distanza e può essere vista ad occhio nudo.

Per gli esperti sapere che una stella su cinque ospita un pianeta simile al nostro è davvero importante per programmare nuove missioni e per progettare i futuri telescopi che avranno l'obiettivo di osservare in modo diretto i mondi potenzialmente in grado di ospitare la vita.

Lanciato nel 2009, Kepler aveva l'obiettivo di cercare pianeti simili alla Terra mentre transitavano davanti alla loro stella. Tra le 150.000 stelle osservate in quattro anni nella costellazione del Cigno, sono stati individuati oltre 3.000 candidati pianeti. Molti di questi sono molto più grandi della Terra, quasi tutti giganti gassosi come Giove. Ora i ricercatori hanno analizzato tutti i transiti osservati da Kepler intorno a stelle simili al Sole con un algoritmo progettato dagli stessi autori, scoprendo che i pianeti rocciosi come la Terra, potrebbero essere persino più numerosi dei giganti gassosi. ''L'obiettivo principale di Kepler – ha rilevato Marcy - è stato rispondere alla domanda: quando si guarda il cielo stellato quanti astri possono ospitare pianeti simili alla Terra, potenzialmente in grado di ospitare acqua liquida e la vita?''. Fino ad ora, ha aggiunto, nessuno aveva potuto rispondere a questa domanda e calcolare esattamente quanti siano i pianeti potenzialmente abitabili attorno a stelle simili al Sole nella nostra galassia.


www.ansa.it

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