sexta-feira, 12 de outubro de 2012

La più piccola dinamo magnetica del Sistema Solare

Era il campo magnetico dell'asteroide Vesta


Struttura cristallina del meteorite ALHA81001 vista con il microscopio elettronico. Le aree scure conservano la ''memoria'' del campo magnetico di Vesta (fonte: Laboratorio di paleomagnetismo e laboratorio di Petrologia sperimentale, MIT)  
 
Struttura cristallina del meteorite ALHA81001 vista con il microscopio elettronico. Le aree scure conservano la ''memoria'' del campo magnetico di Vesta (fonte: Laboratorio di paleomagnetismo e laboratorio di Petrologia sperimentale, MIT)
 
E' dell'asteroide Vesta il primato del più piccolo corpo planetario del Sistema Solare ad aver posseduto una dinamo magnetica nel suo nucleo. Lo studio internazionale coordinato dall'Istituto di Tecnologia del Massachusetts (Mit), e pubblicato su Science, lo ha scoperto analizzando alcuni frammenti di un meteorite trovato in Antartide.

La scoperta dimostra che l'asteroide ha avuto in passato una struttura interna organizzata in maniera molto simile a quella di corpi celesti più grandi. Secondo i ricercatori statunitensi infatti, Vesta – il secondo più grande asteroide del Sistema Solare – potrebbe aver avuto nel suo lontano passato un nucleo di metallo liquido chem ruotando, era in grado di generare un campo magnetico sufficientemente forte da rimanere 'impresso' sulle rocce superficiali. La scoperta potrebbe aiutare a comprendere meglio le fasi di accrescimento dei pianeti rocciosi, tra cui la Terra, e far luce sui primi momenti di formazione dell'intero Sistema Solare.

La Terra, come molti altri pianeti, genera un intenso campo magnetico grazie alla presenza al suo interno di un nucleo metallico liquido. Attraverso un principio molto simile alla produzione di elettricità da parte della dinamo delle vecchie biciclette, i movimenti di questo nucleo liquido, dovuti alla rotazione del pianeta, inducono la formazione di un campo magnetico che avvolge e protegge l'intero pianeta.

Scoprire l'antico campo magnetico di Vesta è stato possibile trovandone le tracce lasciate su un meteorite ritrovato al Polo Sud. L'origine del detrito spaziale è stata ricostruita identificando la 'firma' impressa dalla percentuale dei diversi isotopi di ossigeno ritrovati, una caratteristica unica di ogni oggetto del Sistema Solare. I campioni, chiamati Allan Hills A81001, provengono da un antico impatto avvenuto tra Vesta e altri corpi celesti, che sollevarono nello spazio una grande quantità di detriti, alcuni dei quali caddero poi sulla Terra.

Il meteorite rinvenuto mostra i segni di una magnetizzazione avvenuta 3,69 miliardi di anni fa, durante il raffreddamento dell'asteroide. Il 'segno' hanno spiegato i ricercatori, sarebbe stato lasciato dal movimento rotatorio del nucleo metallico liquido ancora presente all'epoca all'interno di Vesta


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