terça-feira, 15 de janeiro de 2013

Il catalogo delle nebulose planetarie

La nebulosa Occhio di gatto (fonte: immagini ai raggi X: NASA/CXC/RIT/J.Kastner et al.; immagini nell'ottico: : NASA/STScI) 
 La nebulosa Occhio di gatto (fonte: immagini ai raggi X: NASA/CXC/RIT/J.Kastner et al.; immagini nell'ottico: : NASA/STScI)
E' spettacolare il primo catalogo delle nebulose planetarie messo a punto dalla Nasa utilizzando le immagini inviate a Terra dai telescopi spaziali Hubble e Chandra. Pubblicato sull' Astronomical Journal, il catalogo comprende immagini mozzafiato e dati scientifici utilissimi poichè sono la base delle future ricerche volte a chiarire la struttura e l'evoluzione delle nebulose planetarie.

Tra le immagini più spettacolari del catalogo ci sono quelle delle nebulose planetarie NGC 7662, NGC 7009, NGC 6826 e NGC 6543. Quest’ultima è stata chiama ‘Occhio di gatto’ per la sua particolare forma. Anche i colori sono notevoli: un cuore pulsante viola, dalle sfumature rosse ed i contorni verdi e blu. Mentre il viola deriva dalle emissione di raggi X catturate dall’osservatorio Chandra, il rosso, il verde ed il blu derivano dalle immagini ottiche ottenute dal telescopio spaziale Hubble, realizzato dalla Nasa con il contributo dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa).

Il catalogo comprende 21 nebulose planetarie che si trovano nel raggio di 5.000 anni luce dalla Terra, più l’analisi di altre 14 nebulose planetarie, entro la stessa distanza, osservate da Chandra.

La nebulosa planetaria rappresenta la fase dell’evoluzione stellare che il Sole è destinato sperimentare tra cinque miliardi di anni. Quando una stella come la nostra consuma tutto l'idrogeno nel suo nucleo, si espande in una gigante rossa, con un raggio che aumenta da decine a centinaia di volte. In questa fase, la stella espelle la maggior parte dei suoi strati esterni, lasciando un nucleo caldo, che successivamente si contrarrà per formare probabilmente una densa stella nana bianca. Un rapido vento stellare, proveniente dal nucleo caldo, si proietta nell'atmosfera e crea quelle graziose strutture filamentose a forma di conchiglia, visibili dai telescopi ottici.

La diffusa emissione di raggi X osservata in circa il 30% delle nebulose planetarie nella nuova indagine di Chandra è causata da onde d'urto causate dal vento che si scontra rapidamente con l'atmosfera espulsa. Nuovi dati rivelano che le immagini ottiche della maggior parte delle nebulose planetarie con vasta emissione di raggi X, mostrano ‘conchiglie’ compatte circondate da aloni più deboli. Si stima che queste particolari coreografie spaziali abbiano meno di 5.000 anni, epoca che potrebbe coincidere con i temi della comparsa delle potenti onde d’urto. Circa la metà delle nebulose planetarie osservate, infine, mostrano al loro interno una sorgente di raggi X che potrebbe essere stata generata da una stella compagna.


www.ansa.it

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