quarta-feira, 6 de fevereiro de 2013

Base lunare costruita con una stampante in 3D

Modello realizzato dall'Esa con tecnologia italiana


Il modello della base lunare vista dall'alto (fonte: ESA/Foster + Partners) 
 Il modello della base lunare vista dall'alto (fonte: ESA/Foster + Partners)
 
Quattro cupole di dimensioni diverse e collegate fra loro da brevi tunnel: ha un'aria avveniristica la base lunare costruita con una stampante in 3D, realizzata grazie ad una tecnologia in gran parte italiana. Il primo passo in questa direzione è stato il modello costruito dall'Agenzia Spaziale Europea (Esa) utilizzando un materiale simili al suolo lunare, la regolite.

'E' una tecnologia che cambia le regole del gioco'', spiega il responsabile della Sezione di tecnica dei materiali dell'Esa, Tommaso Ghidini. ''Le tecniche attuali - aggiunge - partono da un blocco di materiale e progressivamente eliminano la parte non necessaria finche' non arrivano alla forma desiderata.

Il modello della base lunare è stato invece costruito in modo completamente diverso perchè si costruisce un oggetto uno sovrapponendo uno strato dopo l'altro''.

Chiamata Additive Layer Manifacturing, la tecnologia è stata messa a punto grazie ad una vasta collaborazione, alla quale l'Italia partecipa con la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e con le aziende Alta, di Pisa, e la Monolite, che ha costruito la stampante. Per l'Esa il progetto e' stato promosso dal direttorato per il Volo umano ed il responsabile e' Laurent Pambaguian.

La ''prova generale'' per la costruzione di una base lunare ha funzionato, ma naturalmente per poter utilizzare questa tecnologia nelle future missioni sulla Luna o su Marte è necessario rendere le stampanti molto piu' piccole (le versioni piu' grandi oggi arrivano fino a sei metri) e più leggere. Il materiale di costruzione, invece, sara' il suolo dei pianeti: ''l'idea - osserva Ghidini - è trovare sul pianeta tutte le risorse necessarie. Non è ancora dimostrato con quali materiali sono in grado di lavorare le stampanti, ma hanno funzionato con la regolite''. Altri vantaggi, rileva, sono la riduzione degli sprechi di materiale e il ridotto impatto sull'ambiente. La tecnica stessa di costruzione permette inoltre di ottenere edifici dalle forme più diverse e dalle geometrie complesse, impossibili con le tecniche di costruzione attuali.

www.ansa.it

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