sexta-feira, 18 de outubro de 2013

La luce aiuta a pesare una galassia

La più lontana lente cosmica mai vista: è una galassia distante 9,4 miliardi di anni luce (fonte:  NASA/ESA/A. van der Wel)     
 La più lontana lente cosmica mai vista: è una galassia distante 9,4 miliardi di anni luce 
(fonte: NASA/ESA/A. van der Wel) 
 
Per la prima volta la luce ha aiutato a pesare una galassia lontanissima. Il risultato, pubblicato sull'Astrophysical Journal Letters, si deve a un gruppo di ricerca internazionale del quale fa parte l'italiano Andrea Grazian, dell'Istituto Nazionale di Astrofisica.

Coordinati da Arjen van der Wel, dell'Istituto tedesco Max Planck per l'Astronomia, i ricercatori hanno scoperto e 'pesato' una galassia distante 9,4 miliardi di anni luce.
 
E' una galassia che funziona come una lente gravitazionale, ossia che devia la luce di una galassia più lontana e allineata ad essa.

Individuata con l'aiuto del telescopio spaziale Hubble, la galassia è la più distante lente cosmica mai osservata. La sua massa ha permesso di deflettere e amplificare la luce di un'altra galassia posta esattamente dietro di essa, come previsto dalla teoria della relativita' generale di Einstein.

La scoperta è preziosa per gli astronomi perche' l'effetto della lente gravitazionale e' direttamente legato alla massa della galassia celeste che funge da lente: tanto maggiore e' la massa della galassia, tanto piu' marcata e' la deflessione della luce. "Questo fenomeno - spiega Grazian - ci permette di stimare la massa della galassia ellittica studiando il suo effetto di distorsione gravitazionale.
 
La massa di questa galassia-lente è di circa 60 miliardi di volte il nostro Sole''.

C'è poi un altro importante aspetto che questa scoperta solleva. "Le nostre conoscenze attuali indicano che questo tipo di allineamenti nell'universo primordiale sono molto rari", prosegue Grazian. "Il fatto di aver trovato questa particolare configurazione in una porzione molto piccola del cielo - rileva - può indicare che gli oggetti cosmici che si trovano dietro le lenti gravitazionali sono molto più numerosi di quanto atteso: un fatto, questo, che potrebbe cambiare le conoscenze che abbiamo dell'universo primordiale''.


www.ansa.it/scienza

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